La fotografia Post Mortem Vittoriana e il mito dei Piedistalli per Cadaveri

La fotografia postmortem fu una moda di epoca Vittoriana che, come spiegato in un recente articolo, rappresentava uno dei più ambiti lussi per la classe proletaria. Vista con gli occhi di noi abitanti del XXI secolo, abituati a scattare centinaia o di fotografie all’anno, l’usanza di ricordare il volto dei defunti mediante un’ultima immagine può sembrarci macabra e bizzarra, e internet ha contribuito a generare, nel corso del tempo, una serie di falsi miti riguardo questa pratica fotografica.

Uno dei miti, probabilmente il più famoso, vede le fotografie post mortem scattate a cadaveri tenuti in piedi mediante supporti come piedistalli o cavalletti. I corpi venivano sì fotografati e abbelliti, ma non venivano mai messi in posizioni impossibili sostenuti da fragili supporti in ferro.

I cavalletti visibili nelle immagini (sopra, sotto) sono stati ripresi dal sito “Artgallery”, che spiega approfonditamente la loro evoluzione e il loro utilizzo. Servivano per tener ferme le persone (vive) che si facevano dei ritratti. A causa dei lunghissimi tempi di esposizione richiesti dalle prime fotografie potevano esser necessari fino a 50/60 secondi per immortalare un volto, e “bloccare” il soggetto era di cruciale importanza per la buona riuscita di una fotografia.

Il mito di cadaveri tenuti da soli in piedi da esili piedistalli è quindi una distorsione della realtà, che invece prevedeva un’etichetta abbastanza definita. I bambini, frequenti soggetti delle fotografie post-mortem, venivano quasi sempre tenuti in braccio dai genitori, che potevano quindi ricordarli negli anni a seguire.

Gli adulti venivano fotografati nella bara (usanza ancora diffusa in molte zone) oppure, al massimo, adagiati su una sedia.

Di seguito, 15 fotografie “Post-Mortem” – “Non-Post-Mortem” divenute celebri online.

1 – La Bambina con una banconota in mano

La bambina sopra non è in nessun modo morta, ma anzi vivissima e con una banconota in mano, probabilmente per tenerla impegnata. Il suo viso risulta leggermente mosso mentre la madre, immobile, è riuscita a venire perfettamente a fuoco.

2 – I 2 Bambini

I bambini dell’immagine sono vispi e allegri, tanto che i loro volti risultano praticamente irriconoscibili e sembrano addirittura tre quando, in realtà, erano solo 2.

3 – La maschera di Innsmouth

La signora nell’immagine non è una donna morta. In realtà non è una donna. Si tratta di una rappresentazione fittizia di un personaggio della novella “La maschera di Innsmouth” scritta da H. P. Lovecraft.

4 – La ragazza sognante

Nell’immagine una ragazza, come tante, che guardano trasognate il cielo. Naturalmente, era tutto fuorché morta.

5 – Il dramma della guerra

L’immagine era una fotografia promozionale per mostrare il dramma della guerra. Nessuno dei presenti era morto.

6 – Le Gemelle

I due cavalletti dietro le due gemelline ci assicurano che erano vive, non morte. Il loro sguardo sorpreso probabilmente è dovuto all’utilizzo del flash.

7 – Sogni natalizi

La fotografia non è in nessun modo post-mortem, ma si intitola “Sogno natalizio”. I bambini fingono di dormire (uno addirittura sorride) mentre uno di loro interpreta un angelo/fatina.

8 – la Chiaroveggente

Online si è diffusa la leggenda che questa sia la fotografia del cadavere di una chiaroveggente. Tuttavia è una scultura di Christine Elfman, fatta con gesso e carta patinata. L’abito è fatto di pezzi di carta strappati con la storia della sua famiglia.

9 – Tenuto dalla tenda

Spesso questa foto è stata identificata come post mortem, ma è solo un bambino, vivissimo, tenuto fermo da un piedistallo e, forse, dalla madre attraverso la tenda.

10 – La fotografia rovinata

La bambina della fotografia sopra ha un’immagine decisamente rovinata, con un’espressione “spiritica”, ma non esiste alcuna prova della sua morte.

11 – Il bambino in posa

Come sopra, il bambino è aiutato a star fermo dal piedistallo, cavalca un bastone da passeggio ma non è in alcun modo morto.

12 – Le 4 sorelle

La bambina sulla sinistra ha una posa certamente strana e curiosa. Nonostante sembri immobilizzata rispetto alle altre sorelle, non c’è alcuna prova che sia morta, anzi, il fatto che si trovi in piedi fa pensare che sia assolutamente viva.

13 – In posa

Questa è un’altra fotografia che confonde, perché non c’è nessun indizio che si tratti di un bambino morto. Le gambe sono in una posa di dinamica tensione, gli occhi sono vivi e le mani strette, quindi non esistono prove del fatto che si tratti di un cadavere.

14 – La ragazza handicappata

La ragazza al centro era viva e vegeta in condizione di handicap.  Le due assistenti la tengono in piedi non perché sia morta ma perché, sfortunatamente, non era in grado di farlo da sola. L’assistente coperta non voleva farsi riprendere in fotografia (forse non era una parente), e in un’immagine su Pinterest si vede la stessa ragazza sulla sedia a rotelle.

15 – Le due sorelle

Entrambe le ragazze di questa fotografia sono vive, protagoniste del ritratto “Kiss of Peace” del 1869 di Julia Margaret Cameron, una delle più grandi fotografe dell’800.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...