Quella dei Gibson è stata una famiglia di fotografi che, per quattro generazioni, si è dedicata a un settore piuttosto particolare, se non inconsueto: fotografare navi naufragate. Tra il 1869 e il 1997 i Gibson realizzarono circa 1.000 negativi che testimoniano il naufragio di più di 200 navi, ma anche ciò che accadde ai passeggeri, agli equipaggi, e perfino alle merci trasportate.
1874
1898
Il loro luogo di residenza, le Isole Scilly, in Cornovaglia, erano conosciute come un luogo insidioso per la navigazione, dove tuttavia molti navi si avventuravano. Questa particolare circostanza ha fatto diventare i Gibson i primi foto-giornalisti della storia: ogni immagine era corredata dai racconti dei superstiti e dei testimoni, raccolti da Alexander ed Herbert Gibson, figli del capostipite John.
John Gibson
John Gibson acquistò una macchina fotografica nel 1860, aprì il suo studio, e dal 1865 si trasferì alle isole Scilly. Le sue foto ebbero maggiore diffusione dal 1869, con l’arrivo del telegrafo, grazie al quale John divenne il corrispondente delle notizie locali delle isole, il primo in assoluto.
1900
1901
1902
Alexander era il telegrafista ufficiale, e divenne molto popolare, perché le notizie sui naufragi erano molto importanti. A volte i Gibson lavoravano ininterrottamente per giorni, pur di riuscire a trasmettere le notizie che molte persone aspettavano con ansia. Spesso si inerpicavano sulle impervie scogliere della frastagliata costa della Cornovaglia con un’attrezzatura molto ingombrante, che comprendeva pesanti lastre di vetro, a corredo di una camera oscura portatile.
1911
1911
Secondo Rex Cowan, un “cacciatore di naufragi”, le foto dei Gibson sono le migliori immagini di naufragi, perché riprese proprio nel momento in cui questi avvenivano, oppure subito dopo, mentre le navi iniziavano ad affondare.
1912
1912
La capacità dei Gibson di essere sempre presenti sui luoghi dei disastri avrà ispirato il libro (poi diventato un film diretto da Alfred Hitchcock) di Daphne du Maurier “Taverna alla Giamaica”, scritto nel 1936 e ambientato appunto in Cornovaglia…
1997
Tutte le foto sono di pubblico dominio.