La dinastia Pahlavi: storia degli Ultimi Shah

La dinastia Pahlavi fu molto breve. Solo due sovrani. Il primo, Reza Shah era salito al trono di un regno che durava da 2500 anni nel 1925, a seguito del colpo di stato del 1921 sostenuto dagli inglesi. Dopo il 1917 l’Iran era conteso fra gli inglesi, che lo vedevano come un punto di partenza per contrastare la rivoluzione bolscevica, e i russi che avevano già occupato la parte a nord del territorio.

Nel 1920 la Russia si preparava ad invadere l’Iran, gli inglesi non potevano permetterlo e sostennero con armi e munizioni la fazione di Reza che passò al comando delle truppe e divenne Ministro della Guerra. Nel 1921 lo Shah Ahmed Qujar fu detronizzato, esiliato nel 1923 e definitivamente privato di ogni potere nel 1925.

Ahmad Shāh Qājār:

Reza Shah cercò di modernizzare e laicizzare lo stato, ovviamente contrastato dalle fazioni integraliste musulmane. Il suo era indubbiamente un regime autocratico, del resto è difficile tenere unita una nazione costituita da tante tribù diverse. Si tornò dal nome Persia (terra dei Parsi) all’antico nome di Iran (terra degli ariani) per cercare di unificare la nazione, e lo Shah cercò la collaborazione di tecnici europei per lo sviluppo industriale.

Reza Shah:

Con l’avvento del nazismo, gli inglesi chiesero di espellere tutti i tecnici tedeschi, a loro parere potenziali spie, ma lo Shah rifiutò. Questa caparbietà gli valse l’accusa di essere filotedesco. Quando poi questa invase l’Unione Sovietica, gli inglesi cominciarono a temere l’avvicinamento della Germania all’Iran, che era un’ottima base strategica per gli approvvigionamenti nonché fornitrice di petrolio, e nel settembre 1941, in accordo con Stalin, occuparono militarmente lo stato asiatico.

Reza Shah fu quindi deposto ed esiliato. Morì in Sudafrica nel 1944 e fu poi trasportato e sepolto al Cairo, ma la salma rientrò in patria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, anche se con il successivo avvento degli Ayatollah il suo mausoleo fu infine distrutto.

Reza Shah ebbe 3 mogli e 11 figli. Dalla seconda moglie Tadj ol Molouk ebbe nel 1919 il primogenito maschio Mohammad Reza e la sorella gemella Ashraf. I rapporti del maschio col padre furono sempre molto freddi per la strana convinzione di Reza Shah che troppo affetto rendesse omosessuali i figli maschi.

Mohammad Reza e la sorella gemella Ashraf Pahlavi negli anni quaranta:

Dopo la deposizione del padre, il giovane Mohammad Reza salì al trono dell’Iran e nel 1943, durante la Conferenza di Teheran fra Churchill, Stalin e Roosevelt, venne stabilita nel paese una monarchia costituzionale.

Con la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda gli inglesi, che controllavano le risorse petrolifere con la Anglo Iranian Oil Company, premevano per un regime più forte, soprattutto dopo l’attentato allo Shah del 1949 ad opera dei filo sovietici il cui partito venne messo al bando.

Ma i comunisti russi non erano gli unici contrari allo Shah. I nazionalisti non volevano il rinnovo del contratto alla compagnia inglese e non gradivano l’appoggio dato dallo Shah ai britannici.

I rappresentanti del potere religioso, gli Ayatollah, non tolleravano la laicizzazione e modernizzazione del paese

Nel 1951 il primo ministro Mohammad Mossadeq, leader del partito nazionalista, avversario della politica dello Shah e oppositore dell’AIOC, che lasciava le briciole all’Iran, il quale premeva per la nazionalizzazione dei pozzi petroliferi, costrinse lo Shah a lasciare il paese. La Gran Bretagna rifiutò di rinegoziare le Royalties per lo sfruttamento e alla nazionalizzazione rispose con l’embargo. Temendo però, a causa della crisi dell’economia, un avvicinamento dell’Iran all’Unione Sovietica, la CIA ed il SIS organizzarono un colpo di stato per rovesciare Mossadeq e far rientrare lo Shah, meglio disposto nei confronti degli interessi occidentali, dall’esilio a Roma.

Sotto, Mohammad Mossadeq:

Lo Shah credeva davvero nella civilizzazione e modernizzazione dell’Iran, ma in modo diverso rispetto a quanto proposto dal padre. che riteneva poco raffinato. Lui sognava uno stato a livello di quelli occidentali e occidentale era anche la sua visione della vita del paese. Il voto alle donne, il divorzio, l’istruzione, l’industrializzazione dell’Iran, si devono a lui.

Ovviamente tutto ciò era in aperto contrasto con le autorità religiose, e il suo sentimento di tolleranza verso Israele e di critica di alcuni paesi arabi attirò l’odio degli integralisti islamici. La corte era aperta, colta, elegante e permissiva, lo Shah brindò con champagne insieme al presidente Carter, gli architetti della casa reale erano dichiaratamente omosessuali e frequentavano la corte senza che questo creasse alcun problema. I giovani iraniani studiavano all’estero con borse di studio statali. Ma c’era malcontento in buona parte del paese, lo stile di vita lussuoso, occidentale, non veniva apprezzato.

Con una opposizione sempre più nutrita la monarchia più che costituzionale divenne assoluta

Nel 1963 fu sventato un tentativo di colpo di stato dell’ayatollah Ruhollah Khomeini che venne esiliato. I poteri dello Shah erano sempre maggiori, il parlamento era quasi esautorato e i servizi segreti, la Savak, reprimevano duramente qualunque tipo di ribellione.

Ruhollah Khomeini:

Incontri e accordi con tutti i paesi occidentali, compresa l’ENI, attirarono nei confronti del monarca le critiche di chi lo accusava di vendere il paese agli infedeli. Dagli anni ’70 le manifestazioni dei giovani contro lo Shah iniziarono in patria e anche all’estero, sulla scia del nostro ’68, con dure repressioni in patria. Nel 1978 lo Shah accettò di indire libere elezioni. Il primo ministro sperava di poter arrivare ad una repubblica liberale di tipo occidentale, e scongiurare il pericolo islamico e comunista, ma la condizione era che Reza lasciasse il paese.

Mohammad Reza Pahlavi:

Khomeini da Parigi tuonava contro la monarchia, e purtroppo aveva molti seguaci ignari dei suoi veri scopi. Nel gennaio 1979 lo Shah, già gravemente ammalato, e la sua famiglia lasciarono il paese rifugiandosi in Egitto, per evitare un bagno di sangue fra i rivoluzionari e i suoi sostenitori.

Studenti universitari abbattono una statua dello scià durante la rivoluzione:

Il 1° febbraio rientrava dall’esilio l’ayatollah Khomeini, che proclamò la repubblica Islamica. Chi aveva sostenuto lo Shah venne in molti casi ucciso e chi ci riuscì scappò dal paese. Finivano così la libertà religiosa, di pensiero e di stampa, il divorzio, le donne furono costrette ad indossare il chador e i Pasdaran non erano poi tanto diversi dalla Savak.

Fu reintrodotta la pena di morte per i reati contro la religione e contro il governo, ma anche contro l’adulterio o per semplici proteste. Mi vengono in mente due famosi proverbi che recitano “il peggio non è mai morto” e “dalla padella nella brace”.

Reza Pahlavi morì al Cairo nel luglio del 1980.

Aveva avuto 3 mogli. La prima fu Fawzia d’Egitto, figlia di Re Fuad e sorella del futuro re Faruk sposata nel 1939 e dalla quale ebbe una figlia, Shahnaz, nata nel 1940, la quale vive in Svizzera. I due si separarono nel 1945 e divorziarono nel 1948. Fawzia era di una bellezza straordinaria, apparve in copertina su Life e fu ammirata in tutto il mondo.

La seconda moglie fu la famosissima Soraya Esfandiari Bakhtiari, sposata nel 1951.
Nonostante il matrimonio fosse stato combinato, divenne un vero matrimonio d’amore. Soraya però era vissuta in Europa, libera, e mal tollerava le limitazioni della vita di corte e la costante mancanza del marito per gli impegni di governo. Forse la ‘Principessa triste’ come venne soprannominata, triste lo era anche durante il matrimonio. Il maggior problema fu comunque la sterilità di Soraya, che non riusciva a concepire nonostante l’intervento dei più prestigiosi medici e, per dovere dinastico, lo Shah fu costretto, suo malgrado, a ripudiarla nel 1958. Pare comunque che i due si siano spesso incontrati, dopo la separazione.

Soraya Esfandiari Bakhtiari:

Alla ricerca di una nuova moglie lo Shah si propose a Maria Gabriella di Savoia. A causa dell’eventuale conversione all’Islam necessaria al matrimonio, il Papa pose il veto, la casa Savoia pure e, a leggere le parole di Maria Gabriella, lei stessa non era d’accordo.

La terza moglie fu Farah Diba, che conobbe lo Shah nel 1957 a Parigi, dove si trovava per motivi di studio. Rientrata a Teheran nel 1959 cominciò il corteggiamento dello Shah che si concluse con il matrimonio a fine 1959 e dal quale nacquero 4 figli: Reza Ciro nato nel 1960 ed erede al trono, Farahnaz del 1963, Ali Reza del 1966, suicidatosi con un colpo alla testa nel 2011, e Leila del 1970 suicidatasi con overdose di farmaci nel 2001.

Farha Diba fu la prima, e ultima, Imperatrice dell’Iran, titolo creato proprio per lei, mentre le altre moglie erano state solo regine. Farah Diba e i due figli superstiti vivono negli Stati Uniti. L’ex imperatrice continua a lottare per riportare la libertà in Iran.

La figlia ultimogenita, Leila, morta per overdose di farmaci:


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