La possibilità di diventare genitori avendo comunque dei rapporti sessuali è una libertà che l’uomo ha conquistato da non troppo tempo, e la pillola anticoncezionale per le donne è stata una delle pietre miliari del cammino di emancipazione femminile. Come disse Margaret Sanger (1879-1966), considerata la madre della “pillola magica”,
Nessuna donna può definirsi libera finché non può scegliere consapevolmente se diventare o meno madre
Margaret Sanger nel 1922
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Donna intraprendente e coraggiosa, Sanger per tutta la vita porta avanti la sua battaglia per il controllo delle nascite, in anni nei quali nel suo paese, gli Stati Uniti, era proibito vendere qualsiasi prodotto che potesse essere definito “osceno, indecente e/o lascivo”, comprese pubblicazioni inerenti la contraccezione.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Una pagina di Family Limitation, di Margaret Sanger, mostra un sistema contraccettivo – 1917
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Nel 1916 viene arrestata per aver diffuso informazioni sui possibili metodi di controllo delle nascite, in quella che è la prima clinica nata a questo scopo e dove lo staff medico è formato solo da donne.
Margaret Sanger e le sue collaboratrici
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Al processo il giudice, che condanna lei e la sorella a 30 giorni di lavoro gratuito per aver distribuito contraccettivi, giustifica la decisione asserendo che non poteva essere concesso alle donne “il diritto di copulare con la sensazione di sicurezza che non vi sarebbe stato un concepimento”.
Margaret Sanger durante il primo arresto – 1916
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Sanger è considerata un’icona del movimento femminista per la sua lotta a favore dell’autodeterminazione delle donne (il Time l’ha inserita nella lista delle 100 persone più importanti del XX secolo), ma su di lei aleggiano alcune ombre che la rendono una figura controversa, in particolare negli Stati Uniti, e non solo tra i sostenitori dei movimenti pro-life.
Nel 1930 Sanger, su sollecitazione di un assistente sociale, apre una clinica ad Harlem, dove il personale è costituito esclusivamente da medici e infermieri afroamericani. Per questo subisce critiche da chi, lavorando vicino a lei, non vuole però collaborare a progetti interrazziali, ma anche da chi l’accusa di razzismo: il controllo delle nascite tra la popolazione nera e povera (Negro Project) viene visto come “uno sforzo calcolato contro gli afroamericani e volto a ridurre la popolazione nera”.
Insomma, Sanger viene accusata, ancor oggi, di essere una propugnatrice dell’eugenetica
D’altronde lei sostiene proprio la necessità, per un bene sociale, di limitare la riproduzione tra coloro che non possono garantire un’educazione e un futuro dignitoso ai figli, in poche parole tra le fasce più povere della popolazione. A parte la questione razziale, si impegna per l’emancipazione della donna e afferma:
Credo che la donna sia schiavizzata dal mondo, dalle convenzioni riguardo al sesso, dalla maternità e dall’esigenza di crescere i bambini
Il controllo delle nascite viene quindi visto come mezzo per migliorare la qualità della vita delle famiglie e in sostanza dell’intera società. Peccato che per raggiungere questo obiettivo, Sanger preveda anche la sterilizzazione forzata degli individui “profondamente ritardati”, ovvero dei malati di mente e dei disabili, che definisce “la più grande minaccia attuale per la civiltà”.
Per spiegare queste parole bisogna però specificare che i tempi erano quelli della discriminazione razziale, delle teorie eugenetiche e del controllo statale sull’andamento della crescita della popolazione. Parole come queste le avremmo potute sentir pronunciare a qualsiasi scienziato, e Margaret Sanger non fa eccezione. Ma il suo sogno è, da sempre, che si possa impedire il concepimento grazie a una “pillola magica”, consentento anche alle donne della fascia di popolazione più povera di emanciparsi da un destino fatto esclusivamente di povertà e miseria. Quando, nel 1952, incontra il biologo Gregory Goodwin Pincus, noto all’epoca come “Dottor Frankestein”, per aver condotto con successo una fecondazione in vitro di un coniglio (nel 1934), ed esperto nel sistema riproduttivo dei mammiferi, pensa di aver incontrato la persona giusta.
Gregory Pincus
Immagine via Wikipedia – Giusto uso
Gli studi di Pincus sugli ormoni ovarici lo convincono che si possa sviluppare un contraccettivo orale che potrà realizzare grazie al finanziamento di un’amica di Sanger, l’ereditiera ed ex suffragetta Katharine McCormick, che nell’arco di 14 anni dona due milioni di dollari per la loro ricerca.
Ma la strada è irta di difficoltà, di diverso genere, a cominciare dall’ignoranza sul sistema riproduttivo femminile, proseguendo attraverso leggi statali che rendevano illegale la ricerca su un possibile sistema contraccettivo, che comunque non sarebbe stato possibile distribuire.
Pincus all’epoca lavora in Massachusetts, dove conduce segretamente delle ricerche sui possibili usi del progesterone per impedire una gravidanza. Quell’ormone funziona sia sui ratti sia sui conigli e quindi bisognerebbe testarlo sulle donne. Mascherando quel lavoro come uno studio sul “processo di fertilità”, il biologo conduce ricerche su un numero assai ristretto di donne, ma perché il farmaco possa essere approvato occorre una ben più allargata sperimentazione, impossibile da condurre negli Stati Uniti, dove Pincus rischia la galera per quegli studi.
Qual è allora il posto giusto?
Un luogo dove ci fossero tante nascite e troppa povertà: Porto Rico, isola caraibica che dal 1952, dopo decenni di sottomissione al governo americano, era divenuta un “territorio non incorporato” degli Stati Uniti.
A Porto Rico la situazione è drammatica: dopo che gli Stati Uniti strappano l’isola agli spagnoli, nel 1898, la povertà dilaga perché a molti allevatori e agricoltori vengono espropriate le terre, che finiscono in mano ai magnati statunitensi della produzione di zucchero. Nel 1937 viene approvata l’ultima legge sulla sterilizzazione eugenetica (abrogata solo nel 1960) e a Porto Rico vengono realizzate diverse cliniche per il controllo delle nascite: la sovrappopolazione e la miseria sono l’ottima scusa per procedere con la sterilizzazione forzata delle donne portoricane e più avanti, con la sperimentazione della pillola anticoncezionale.
Una numerosa e poverissima famiglia di Porto Rico
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Uno dei grandi sostenitori del controllo delle nascite a fini eugenetici è il medico Clarence James Gamble, che per sostenere le sue campagne ha a disposizione la grossa eredità di famiglia (suo padre è uno dei fondatori della industria di saponi Procter and Gamble).
C’è da dire che lui, collaboratore e amico di Margaret Sanger, negli anni ’30 si prodiga in tutti gli Stati Uniti per la diffusione dei metodi contraccettivi, ma è anche uno dei fondatori dell’associazione nata nel 1947, la Human Betterment League, che porta avanti programmi di sterilizzazione forzata di uomini e donne di classe povera, prevalentemente afroamericani o con un presunto quoziente intellettivo basso.
La cosa agghiacciante è che questo programma viene interrotto solo nel 1977, molti anni dopo la morte di Gamble. Clarence Gamble interviene anche a Porto Rico (ma pure in Israele, India, Egitto, Giappone, Sri Lanka, Pakistan) dove costruisce appunto le cliniche per il controllo delle nascite, e invita i medici locali a specializzarsi negli Stati Uniti nelle più moderne tecniche di sterilizzazione. Le donne che subivano la legatura delle tube non erano informate del fatto che si trattasse di un intervento irreversibile, mentre alcune cliniche rifiutavano di assistere le donne che non avessero acconsentito preventivamente alla sterilizzazione.
Il risultato è che nel 1976 il 37% delle donne portoricane (la maggioranza era intorno ai 20 anni) in età fertile risulta sterilizzato, e una decina di anni dopo Porto Rico vanta il primato del mondo come percentuale di donne non più in grado di procreare.
Questo primato non è l’unico risultato di Gamble a Porto Rico: dal 1955 lui si fa in quattro anche per trovare delle “volontarie” che si sottopongano alla sperimentazione della pillola contraccettiva. Paga un “esercito di occupazione” (come lo definisce Sanger, che ben conosce quanto sta accadendo sull’isola) composto da infermieri e assistenti sociali per reclutare nelle aree povere e rurali donne disposte a testare il nuovo farmaco. Farmaco che, per dovere di cronaca, in quella fase iniziale aveva un dosaggio ormonale 40 volte maggiore di quello attuale.
Le volontarie sapevano che quella pillola impediva il concepimento, ma nessuna di loro era a conoscenza del fatto che fosse un farmaco sperimentale e che loro erano delle cavie.
La cosa più sconcertante è che gli effetti collaterali descritti da queste donne non venivano presi in considerazione. Nausea, vertigini, mal di testa, la tendenza alla depressione, la formazione di coaguli di sangue, non interessavano a Pincus e al suo collaboratore, l’ostetrico John Rock, che declassavano questi sintomi a una mera questione psicologica, o addirittura all’incapacità delle ignoranti donne portoricane a seguire le indicazioni dei medici.
L’unica cosa importante era l’efficacia contraccettiva del farmaco, inoppugnabile:
La piccola magica funzionava quasi nel 100% dei casi
Durante il corso della sperimentazione muoiono tre donne, ma nessuno si prende la briga di fare un’autopsia, così nessuno è in grado di dire se quei decessi fossero collegati alla pillola anticoncezionale.
Come scritto dalla dottoressa Pamela Verma Liao e dalla professoressa Janet Dollin, “Nonostante il sostanziale effetto positivo della pillola, la sua storia è segnata da una mancanza di consenso, una mancanza di piena divulgazione, una mancanza di vera scelta informata e una mancanza di ricerca clinicamente rilevante sul rischio”.
La pillola viene commercializzata negli Stati Uniti (solo tra le donne sposate) nel 1957, come farmaco efficace contro i disturbi mestruali, con l’effetto collaterale di evitare l’ovulazione. E’ così che un gran numero di donne scopre di soffrire di un qualche problema mestruale, fino a quando, nel 1960, la “pillola magica” viene alla fine venduta per quello che è:
Un contraccettivo
Le italiane, per poter avere finalmente a disposizione quella che viene semplicemente chiamata la pillola, dovranno aspettare il 1971.
La pillola anticoncezionale, che sicuramente ha contribuito all’emancipazione delle donne e alla loro autodeterminazione, ha una storia che non si può certo definire “limpida”, dove ai buoni propositi si intrecciano lati oscuri di un recente passato – colonialismo, razzismo, eugenetica – rimasti spesso sconosciuti o comunque troppo presto dimenticati.