La Città Ideale di Tomaso Buzzi: Capolavoro “Onirico” dell’Architettura Italiana

Tomaso Buzzi (1900-1981) fu uno degli architetti più importanti del XX° secolo, eppure il suo nome non è molto conosciuto, anche se nel secondo dopoguerra lui era l’archistar italiana per eccellenza, ricercato da tutte le famiglia più ricche dell’epoca, come gli Agnelli, i Pirelli ecc.

Fonte fotografia: Luciano condivisa con licenza CC BY 2.0 via Flickr

Perché Buzzi è finito nel dimenticatoio, e sono pochissime le notizie che su lui è possibile trovare in rete? Perché l’architetto, dal 1958, si dedicò alla progettazione e realizzazione della sua Città Ideale, la Buzzinda, che è, attenzione, non un luogo idilliaco, ma un percorso onirico talvolta inquietante, che probabilmente sarebbe piaciuto a Jorge Luis Borges, perché al suo interno si intersecano filosofia, sogno, metafisica ed architettura del passato.

Fotografie di copertina e seguente Musa Calliope condivisa con licenza CC BY-NC 2.0 – Flickr:

Il grande scrittore argentino avrebbe apprezzato l’intrico di scale e labirinti, la città surreale di un architetto visionario quanto e più di un poeta.

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Il mondo accademico degli anni ’50 e ’60 invece non apprezzò le ‘stramberie’ di Buzzi, isolandolo. Lui andò comunque avanti per la sua strada, lasciando un’opera volutamente incompiuta, “un’antologia di pietra” di importanti opere dell’architettura del passato, come Villa Adriana, Villa d’Este, Partenone, Colosseo e molti altre, ma anche Bomarzo, che con il suo Parco dei Mostri induce al gioco e alla meraviglia.

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Dettaglio della luna:

Tuttavia la Scarzuola non è assolutamente un parco dove ammirare placidamente antichi monumenti in miniatura, tutt’altro. Il visitatore deve apprestarsi ad un viaggio iniziatico, costellato di suggestioni filosofiche, psicoanalitiche, massoniche, parte integrante del percorso artistico ed umano di Tomaso Buzzi.

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Già prima che Buzzi la scegliesse per la sua “città ideale”, la Scarzuola era un luogo mistico dove, nel 1218, S. Francesco si costruì una capanna fatta con una canna lacustre chiamata scarza, nel punto in cui era miracolosamente sgorgata una fonte d’acqua, proprio dove il santo aveva piantato una rosa ed un alloro. Più tardi furono costruiti una chiesa ed un convento, in uso ai frati francescani fino alla fine del ‘700.

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Quando l’architetto acquistò la proprietà decise di affiancare la Città Buzziana all’antica struttura conventuale, creando un collegamento ideale tra antico e moderno, sacro e profano.

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Oggi, la città ideale è mantenuta viva dall’entusiasmo di Marco Solari, erede materiale e spirituale di Tomaso Buzzi. Grazie a lui, che mantiene e prosegue l’opera dello zio, una visita alla Scarzuola può trasformarsi in un viaggio dove “si deve uscire dallo spazio-tempo”, per abbandonarsi alle visioni escatologiche ed esoteriche del fondatore e del suo erede, al sogno divenuto realtà.

Fotografie seguenti di FrancescaV condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr

Figura di uomo:

Fotografia di Luciano – Flickr:


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