La Cella interna del Partenone verrà ricostruita

Il Partenone, il tempio di Atena al centro dell’Acropoli di Atene, è stato funestato da una storia di guerre e distruzioni durate innumerevoli secoli, che lo hanno visto trasformare in chiesa cristiana durante l’epoca bizantina e in moschea durante la dominazione ottomana della Grecia. Distrutto da una bombarda veneziana nel 1687, venne spogliato dei rimanenti tesori scultorei nell’800 da parte degli inglesi, ancor oggi tenuti in ostaggio al British Museum (qui trovate l’articolo con la cronistoria completa della distruzione del Partenone).

Sotto, il Partenone nel 1978, fotografia di Steve Swayne condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:

Dell’edificio originale, il faro della cultura greca del V secolo a.C. e una delle opere più magnifiche della storia dell’uomo, ormai rimane poco. Per questo, il Consiglio Archeologico Centrale Greco (ΚΑΣ) ha recentemente comunicato che una parte del Partenone verrà ricostruita, utilizzando perlopiù i materiali che sono ancora presenti sull’Acropoli.

Questa sarà la prima volta che una parte dell’antichissimo monumento sarà ricostruita per riflettere la sua antica gloria

Il ΚΑΣ (Κεντρικό Αρχαιολογικό Συμβούλιο) ha deciso di ricostruire la “cella” del Partenone, che un tempo ospitava la statua crisoelefantina (di oro e avorio) di Athena Parthenos, scolpita da Fidia e dedicata alla dea nell’anno 439 o 438 a.C.. Per la ricostruzione si utilizzeranno gli studi degli architetti Manolis Korres e Charalambos Bouras, riassunti nel volume “Progetto di Restauro del Partenone”, che elencava 12 interventi da realizzare per ripristinare, per quanto possibile, lo stato dell’edificio originale.

Sotto, vista idealizzata dell’Acropolii e di Atena Promachos, ad opera del pittore Leo von Klenze nel 1846:

La statua di Athena Parthenos, alta 12,75 metri e universalmente riconosciuta come un’opera di straordinaria bellezza, rappresentava Athena armata di lancia, scudo ed elmo, accompagnata da un serpente. Il suo braccio destro era disteso davanti a lei e la sua mano reggeva una statua, la Nike, simbolo di vittoria.

La statua di Athena Parthenos rimase nella sua cella fino al V secolo d.C., quando un incendio la distrusse.

Sotto, la statua di Athena Parthenos come ricostruita a Memphis, negli Stati Uniti, dove esiste una copia a grandezza reale del Partenone ateniese:

Il complesso sforzo di ricostruzione, che comprenderà il riutilizzo di 360 pezzi di marmo e pietra attualmente giacenti sul terreno e sull’acropoli, oltre a tutta una serie di nuove parti che completeranno la ricostruzione, richiederà diversi anni per essere completato, e fa parte del nuovo corso greco di anastilosi dei monumenti nazionali.

La volontà delle istituzioni è quello di ricostruire, il più fedelmente possibile, gli antichi edifici greci, spogliati di tutte le loro bellezze o distrutti da diversi invasori stranieri. L’obiettivo finale è rendere maggiormente attrattivi per il turismo culturale edifici e monumenti, un modo di ripartire da una crisi senza fine che ancor oggi attanaglia tutta la società greca.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...