Quando si parla di Cappella Sistina, tutti abbiamo in mente il Giudizio universale che Michelangelo Buonarroti dipinse verso il 1535, ma cinquant’anni prima circa, sotto Papa Sisto IV della Rovere, lo stesso papa che prese posizione contro i Medici nella congiura dei Pazzi e che da il nome alla stessa cappella, commissionò a molti artisti (tra cui Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli) la decorazione delle sue pareti, che vennero divise in due filoni (dall’ingresso verso l’altare): le storie di Mosè a sinistra e le storie di Cristo a destra, ed è proprio in queste ultime che alcuni dettagli risultano interessanti, sopratutto nella “Consegna delle chiavi” del Perugino (1450 circa – 1523).
La Cappella Sistina, fotografia di Antoine Taveneaux condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Ricostruzione dell’aspetto della Sistina prima degli interventi di Michelangelo, stampa del XIX secolo:
Il periodo in cui viene fatta decorare la Sistina è quello in cui l’uomo inizia a riacquistare il proprio potenziale, scegliendo da solo il proprio destino e l’arte inizia a rinascere, e da questi concetti deriva il periodo chiamato Rinascimento. È in questo clima di risveglio che l’affresco del Perugino prende nuove simbologie. Partendo dal primo piano troviamo la scena che da il titolo al tutto, la “Consegna delle chiavi”: una d’oro che rappresenta il paradiso, un luogo prezioso, che ogni uomo in terra brama dopo la morte. L’altra chiave è in ferro e rappresenta la chiesa, non è in materiale prezioso, ma comunque risulta forte e resistente, a simboleggiare appunto la forza della cristianità.
Perugino, Consegna delle chiavi:
Incontriamo poi il lastricato che apre la piazza ad una prospettiva rigida, regolare, geometrica che confluisce nella porta del tempio al centro. L’uomo è rappresentato dai due gruppi di persone sullo sfondo (uno a destra e uno a sinistra) che vengono identificati come due episodi evangelici quali “La tentata lapidazione di Cristo” e del “Tributo”. Le piante sullo sfondo tra gli edifici risultano decisamente poco realistiche, a rappresentare il cambiamento dell’uomo nei confronti dell’arte e della religione. Ad essere interessanti sono gli edifici dipinti sullo sfondo, ma comunque ben presenti nella scena.
Sandro Botticelli, Punizione dei ribelli:
Quello al centro dove confluisce la prospettiva, di forma ottagonale è l’espressione dell’ideale Rinascimentale del Tempio di Gerusalemme, centro della cristianità. Gli archi trionfali laterali, ispirati a quello di Costantino, rievocano il paganesimo pre-cristiano e all’interno di essi si leggono ancora bene le scritte in latino “IMENSV[M] SALOMO[N] / TEMPLVM TV / HOC QVARTE / SACRASTI // SIXTE / OPIBVS / DISPAR RELIGIONE / PRIOR” che celebrano Sisto IV (1414-1484), il papa mecenate, per la commissione della cappella Sistina e lo paragonano a Salomone, costruttore del Tempio di Gerusalemme.
Tu, Sisto, inferiore a Salomone per ricchezze, ma superiore in quanto a religiosità, consacrasti questo tempio nel quarto anno
Domenico Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli:
La cappella Sistina, opera a cavallo fra Medioevo e Rinascimento, è dal 1878 sede di tutti i conclavi per l’elezione del Papa, ed è uno dei simboli più riconoscibili della Cristianità nel mondo.