In inglese si definisce “Caning” ed è la forma di punizione che in passato è stata più usata e legalizzata in tutto il mondo anglosassone. La bastonatura è il rituale, molto spesso adottato nelle strutture scolastiche e correttive (prigioni, riformatori), di punizione della persona per cattiva condotta. Per la nostra cultura latina può sembrarci un rito simile alla tortura, mentre nel mondo anglosassone la punizione non è motivo di scherno nei confronti del punito e non costituiva, sino a non troppo tempo fa, una pratica inusuale.
Sotto, alcune canne da punizione in uso nei penitenziari di Singapore:
Immagine di pubblico dominio via Wikipedia
L’uso del Rattan (traduzione di “cane” a Singapore) per punire studenti e carcerati, ma anche in casa con i propri figli, risale all’antichità, ma fu il sistema scolastico inglese del XIX secolo a renderlo una pratica usuale in tutte le colonie del regno. Il “caning”, da Cane – Canna, fu consentito in Gran Bretagna sino al 1987, e solo nel 2003 venne definitivamente proibito in tutte le scuole pubbliche e private.
Sotto, la mappa che mostra la legalità delle punizioni corporali in Europa.
- Verde – Punizioni proibite sia a scuola sia in casa
- Blu – Punizioni proibite nelle scuole
- Rosso – Punizioni non proibite
La stessa mappa per gli Stati Uniti:
In Italia le punizioni corporali, inclusa la fustigatura, la bastonatura, gli schiaffi e ogni altro tipo di percossa, è completamente proibita nelle scuole, non applicando il famoso principio noto come:
In loco parentis
che invece veniva applicato nel mondo anglosassone, e consentiva agli educatori di appropriarsi dei diritti educativi della famiglia nei confronti dei minori, incluse le punizioni fisiche. Nel nostro paese, diversamente da quanto accade in molti altri stati dell’Unione Europea, le percosse sono ancora consentite in ambito familiare, non essendoci una legge specifica a tutela dei minori.
Sotto, una studentessa malese mostra il risultato di un colpo con la canna sul palmo della mano:
Immagine di pubblico dominio via Wikipedia
La bastonatura in particolar modo fu un rituale tristemente famoso in tutto il mondo, in quanto applicato per punire anche comportamenti come lo “Scarso impegno sportivo” o la “trasandatezza nell’uniforme” dei collegi. Questa punizione veniva applicata dai “prefetti”, bambini o adolescenti che regolavano con i propri pari la disciplina in tutte le scuole del Commonwealth.
E’ facile immaginare quanto potesse esser facile scadere nel nonnismo e nella crudeltà gratuita che è propria dei più giovani
Oggi la bastonatura e la fustigazione persistono in molte parti del mondo come forma punitiva, in particolar modo a Singapore e nelle zone limitrofe della Malesia, dove vengono usate delle canne di dimensione ragguardevole (sino ad 1 cm di diametro) che provocano ferite profonde e spesso cicatrici a vita. Su Wikipedia si trova la lista con tutti i diversi stati che consentono o negano le punizioni corporali, nelle scuole o nelle carceri.
Sotto, prova di flessibilità del “cane”:
Immagine condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia
Oltre a Singapore, dove le pene sono severissime nei confronti sia degli studenti sia dei carcerati, altri stati che adottano la bastonatura sono le ex-colonie inglesi di Malesia e Zimbabwe, mentre in Australia e Nuova Zelanda sono state vietate pochissimi anni orsono.
In questo link trovate un video da visionare a discrezione dell’utente con una reale fustigatura di uno stupratore in Malesia.
In Tailandia gli insegnanti di ginnastica utilizzano una bacchetta simile al “cane” per mantenere la disciplina e spronare i giovanissimi atleti:
Numerosi studi hanno dichiarato nullo il valore educativo delle punizioni corporali, fra le quali la bastonatura può considerarsi forse la più violenta, adottata da moltissimi paesi fra il XIX ed il XX secolo.
Le conseguenze di punizioni fisiche violente sono diverse:
- Bassa autostima
- Ansia
- Disturbi somatici
- Depressione
- Tendenze suicide
- Odio e desiderio di vendetta
Le conseguenze sopraelencate non sono applicabili soltanto a situazioni scolastiche o detentive, ma anche e sopratutto domestiche, dove a volte la violenza è una minaccia onnipresente nella vita dei più piccoli. Purtroppo, ancor oggi, in diverse strutture scolastiche sono in uso punizioni corporali, ed i video che mettono in rete gli studenti testimoniano la frequenza di tali comportamenti.
Gli adulti hanno molto da imparare dai più piccoli, e il dialogo è l’unica forma di scambio positivo fra due persone.
Sotto, la citazione di un’immensa pedagogista italiana:
Fonti, diverse pagine Wikipedia dedicate alle punizioni corporali.