In un periferico quartiere residenziale di Parigi, proprio dietro ad un triste parcheggio, una vecchia stazione ferroviaria resiste ai danni del tempo e all’incuria dell’uomo, nonostante l’evidente stato di decadimento.
La Gare des Carbonnets non è sorta in questo angolo poco conosciuto di Parigi, un tempo aveva una collocazione molto più prestigiosa, nel cuore della Ville Lumiere, a Campo di Marte, che ospitò numerose Esposizioni Universali.
Quando fu terminata la Torre Eiffel, nel 1889, i passeggeri arrivavano proprio tra i giganteschi archi del monumento simbolo della capitale francese, ultima tappa dei treni che collegavano i sobborghi occidentali con il centro della città.
La stazione, conosciuta come Gare Lisch, dal nome dell’architetto che l’aveva progettata (Juste Lisch), fu inaugurata in occasione dell’Esposizione Universale del 1878, ed era il capolinea di quattro linee ferroviarie, in un’epoca in cui il trasporto pubblico era costituito prevalentemente da carrozze trainate da cavalli.
Dotata di quattro piattaforme di arrivo, di cui una era destinata alle barche in navigazione sulla Senna, la Gare Lisch era una stazione ostentata con orgoglio dalla stampa francese, con le sue decorative piastrelle di ceramica colorata e la facciata in vetro, una struttura che contribuì al successo dell’Expò.
A differenza di altri edifici temporanei, destinati a restare in piedi solo per la durata della manifestazione, la Gare Lisch fu salvata dalla demolizione, e continuò a funzionare come stazione fino al 1889, anno della successiva Esposizione Universale, quella in cui debuttò la Torre Eiffel.
Quello del 1889 è considerato l’Expò più significativo tra quelli tenuti a Parigi, proprio per l’apertura della Torre Eiffel, e per l’ampio uso delle luci elettriche, utilizzate per la prima volta in un contesto così grande.
Gran parte del materiale di costruzione della Torre, così come di altre strutture dell’Esposizione, furono scaricate alla Gare Lisch, e due milioni di viaggiatori sbarcarono sui suoi marciapiedi per visitare la manifestazione durante i sei mesi di apertura; il 10 giugno 1889 scesero alla stazione più di 70.000 persone, tutte curiose di vedere il “capolavoro di metallo” dell’ingegnere francese.
Quando fu costruita una nuova e più grande stazione, in occasione dell’Expò del 1897, la Gare Lisch non fu demolita, ma smontata mattone per mattone, e ricostruita nella posizione in cui si trova adesso, ad Asnières-sur-Seine, dove continuò a funzionare come stazione per i nuovi treni elettrici che stavano sostituendo quelli a vapore.
Tuttavia, con l’allargamento della rete ferroviaria, e la costruzione di stazioni più grandi ed efficienti, la Gare Lisch perse la sua funzione e nel 1936 cessò di funzionare.
Da allora fu usata per diversi scopi, fino al definitivo abbandono, nel 1972.
Destinata alla demolizione nel 1983, fu salvata in extremis da una campagna condotta dal quotidiano Le Figaro, ed aggiunta alla lista dei monumenti storici da tutelare, provvedimento che però non ha impedito il suo quasi totale disfacimento.
Oggi esiste un comitato che sta cercando di salvare la stazione dall’abbandono e dal totale oblio. Si chiama Gare Lisch : Opération Renaissance, e ha un’attivissima pagina Facebook dove poterne seguire i progressi.