I capelli biondi sono una caratteristica somatica comunemente associata alle popolazioni Nord-Europee. E’ altresì vero che, anche se in casi rari, i biondi si trovano anche in comunità asiatiche, africane e dell’Oceania. I capelli chiari sono essenzialmente una mutazione genetica che interessa pochissimi individui in tutto il mondo (il 2% sul totale della popolazione), e che si è verificata non solo nelle regioni abitate fredde del pianeta. Il gene del colore dei capelli, noto come MC1R, ha non meno di sette varianti riscontrate nel continente europeo, che danno luogo ad un’enorme varietà di combinazioni fra colori degli occhi e dei capelli.
L’origine del gene responsabile del colore dei capelli biondi è stata fatta risalire all’ultima era glaciale, circa 11.000 anni fa. L’ampio studio sulla mutazione genetica è stato condotto dai ricercatori di tre università giapponesi ma anche europee. La ricerca ha concluso che la mutazione genetica avvenne intorno al 9.000 aC, a causa di vari fattori ambientali ed evolutivi.
Una spiegazione tradizionalmente accettata dalla letteratura scientifica è legata all’esigenza di sintesi della vitamina D e ai bassi livelli di radiazione solare che si riscontrano nel Nord Europa. Il tono della pelle più chiara è collegato alla mancanza di pigmentazione: nei climi nordici la pelle non ha bisogno di tanta protezione dal sole. Secondo questa spiegazione, i capelli biondi sono una caratteristica peculiare dell’evoluzione genetica, volta a prevenire il Rachitismo, una malattia causata da bassi livelli di vitamina D.
La pigmentazione più scura delle latitudini più nordiche e in alcuni gruppi etnici come gli Inuit si spiega con una maggiore proporzione di frutti di mare nella loro dieta e dal clima in cui vivono gli eschimesi. Dato che nelle regioni polari del pianeta sono presenti ghiaccio e neve sul terreno, la radiazione solare viene riflessa con forza sulla pelle, rendendo questo ambiente inospitale per i biondi, castani o rossi, con occhi azzurri, grigi o verdi.
Gli uomini preferiscono le bionde?
Una teoria alternativa è stata presentata dall’antropologo canadese Peter Frost, che fornisce un’origine meno complessa della variazione del colore dei capelli. Secondo Frost, l’evoluzione di capelli biondi non è legata ad un processo graduale di mutazione genetica, ma piuttosto ad una “Selezione sessuale”. Secondo lo studioso, durante l’ultima Era Glaciale la quantità di donne era superiore a quella degli uomini, i quali sceglievano femmine con occhi chiari e capelli biondi perché sinonimo di buona qualità dei geni (probabilmente legato al ragionamento sul rachitismo di cui sopra).
L’Amminoacido
Uno studio del 2012, pubblicato su Science, ha mostrato come alcune persone delle isole Salomone in Melanesia divennero bionde a causa di un cambiamento dell’aminoacido in TYRP1.
Conclusioni
Stante la varietà di teorie riguardo la diffusione dei capelli biondi nel mondo, è praticamente impossibile individuare una causa univoca del “biondismo”. E’ altresì scientificamente accettato che l’evoluzione sia legata a una “somma di evoluzioni”, cambiamenti che si verificarono più volte nel corso della storia.
La diffusione della popolazione bionda in Italia secondo la mappa di Renato Biasutti pubblicata nel 1941 su dati del periodo 1859-1863:
Sotto, un particolare dal mosaico della “Sala delle Dieci Ragazze” della Villa Romana del Casale, a Piazza Armerina in Sicilia. Fotografia di Yann Forget condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Sotto, i colori ricostruiti della Statua di un Adolescente all’Acropoli. Fotografia di Markus Neumann via Wikipedia: