L’Omicidio di Julia Thomas: la Vedova Smembrata e Bollita che sconvolse la Londra Vittoriana

Quando Julia Martha Thomas assunse Kate Webster come governante, non sapeva che questa si sarebbe rivelata una decisione fatale. Nel 1879 Julia viveva da sola in una piccola abitazione fuori Londra. Era una vedova cinquantenne eccentrica, che viaggiava spesso e si vestiva ben al di sopra del proprio status di borghese. Il suo brutto carattere solitamente faceva durare i servi ben poco, e così, quando un amico le parlò di una donna irlandese alla ricerca di un lavoro, Julia la assunse senza pensarci troppo.

La donna di servizio proveniva dall’Irlanda. Kate era una famosa borsaiola, finita in galera per la prima volta a 15 anni. Qualche tempo dopo raggiunse l’Inghilterra e si innamorò di un ladro, del quale rimase incinta e che la abbandonò dopo poco. Con un figlio da mantenere e completamente sola al mondo, iniziò a lavorare come donna di servizio, rubacchiando e passando di casa in casa alla ricerca di nuove vittime.

Oltre a lavorare Kate aveva due Hobby: bere e fare a pugni

Naturalmente Julia non andò d’accordo con la nuova impiegata e, dopo qualche mese di costanti litigi, la licenziò. Kate implorò di rimanere almeno qualche giorno al fine di trovare un altro impiego, e Julia le disse che l’avrebbe pagata soltanto per un altro week-end. La domenica mattina Julia confessò alle amiche di aver paura a rimanere sola con la donna, e che l’avrebbe mandata via una volta arrivata a casa.

Julia non fece in tempo a mandar via Kate

Una volta tornata, la giovane vedova fu assassinata in modo brutale dalla propria governante. Kate la buttò giù dalle scale e, prima che la donna riuscisse a gridare, le saltò in petto e la strangolò. La governante afferrò un rasoio e una sega, smembrò il corpo, lo bollì staccando la carne dalle ossa e mise i resti in una borsa Gladstone.

Tutto il corpo, tranne la testa e un piede

Alla governante servirono diversi giorni per ripulire per bene tutto quanto. Una volta finito il lavoro, si mise gli abiti di Julia e si finse la vedova per un certo periodo di tempo. Quando ritenne che si fossero calmate le acque, gettò i resti del corpo nel Tamigi, all’interno della borsa.

Il corpo della Thomas fu scoperto la mattina seguente ma, senza la testa, risultò impossibile da identificare. La Webster continuò a vivere come la vedova assassinata per un po’ di tempo, indossando vestiti e gioielli e iniziando a vendere tutto ciò che apparteneva alla defunta. Riuscì a guadagnare dalle otturazioni d’oro, dai mobili, dalla casa e persino dal grasso fuso della donna, che piazzò a un ristorante vicino.

Non riuscendo a venderlo tutto, lo regalò a dei bambini spacciandolo come lardo, che ne mangiarono due ciotole piene

Ma un’improvviso cambio di comportamento così assurdo fece nascere ben più di un sospetto, e un vicino di casa allertò la polizia. La Webster fuggì in Irlanda, ma venne ben presto catturata e rispedita a Londra, dove fu processata e condannata all’impiccagione. Prima di morire confessò tutto a un prete.

Della vedova assassinata venne trovato tutto, tranne la testa

Nel 2010 il naturalista David Attenborough, durante dei lavori di scavo nella proprietà per ampliare la propria abitazione, trovò un cranio senza denti sepolto nel terreno. Dopo averlo consegnato alla polizia, le indagini scientifiche confermarono che si trattava del cranio di Julia Martha Thomas, defunta circa 130 anni prima e sepolta a poca distanza da casa propria, dove si trova l’antichissimo Pub: “Hole in the Wall“.

Il caso della Thomas e della sua assassina sconvolse profondamente Londra. Nonostante l’epoca vittoriana sia famosa per i suoi rituali macabri o “strambi”, era un periodo ancorato al passato, dove la morte giungeva in modo naturale e non violento.

La stessa Thomas era rimasta vedova per ben due volte, una circostanza tutt’altro che inconsueta in quel periodo

Proprio il gran numero di vedove e quello delle corrispondenti serve alimentò un interesse generale altissimo per la vicenda, che fu seguita dalla stampa con una precisione ai limiti del morboso.


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