Il 6 gennaio scorso, la New York Public Library ha dato definitivamente libero accesso ai 187 mila documenti della propria Digital Collection. Ora basta infatti possedere una connessione internet per potersi perdere in questa raccolta digitale messa a disposizione dalla biblioteca più rinomata della Grande Mela: essa si presenta come un mosaico da cui inizia una ricerca che può essere casuale oppure attraverso le diverse categorie suggerite (secolo, genere, collezione e colore) oppure di keywords, può diventare sempre più capillare.
Il fine di questo progetto è quello di offrire la possibilità di conoscere e di scaricare i contenuti per la prima volta in alta risoluzione e senza costi di alcun genere (prima se ne potevano scaricare solo alcuni a bassa risoluzione e a volte pagando una piccola tassa), ma soprattutto favorire la condivisione dei materiali, incentivando anche un nuovo modo di fruirne attraverso la possibilità di sfruttare mezzi potenti e virali come i social network.
In questo immenso archivio si trovano differenti tipologie di documenti che vanno dal XI al XXI secolo, tra cui fotografie, mappe, atlanti, spartiti, lettere e cartoline che riportano alla luce a volte veri e propri tesori che potrebbero essere sopravvissuti soltanto in formato digitale. Compaiono memorie storiche degli usi e costumi o di varie personalità illustri, tanto che nella sezione delle lettere troviamo Walt Withman o Henry David Thoreau. Nell’archivio sono presenti anche circa 40 mila immagini stetoscopiche risalenti a due secoli fa.
I NYPL Labs, seguendo la propria mission di promozione di un continuo e sempre più avanzato apprendimento, propongono attività collaterali come il Remix Residency program in cui si invitano artisti, information designers, sviluppatori e altri a ripensare al modo di accedere o usufruire di una collezione “statica” di pubblico dominio. Due progetti verranno poi selezionati e supportati sia finanziariamente che nello sviluppo finale, grazie ad un team di tecnici e curatori.
Non solo studiosi o addetti al settore, ma qualsiasi utente di internet può quindi godere di questo materiale (il cui numero continuerà a crescere) e dei tools aggiuntivi che vengono messi a disposizione dalla biblioteca, in modo che la diffusione e la conoscenza di questo patrimonio diventi il più democratica e capillare possibile.
The mysterious painted rocks of Arizona
Columbus’ flagship “Santa Maria,” Columbus Naval parade, New York Harbor, U.S.A
A native Indian of Arizona
R.M.S. “Queen Elizabeth”
Fonte e link di riferimento: Ney York Public Library