L’Insuccesso dell’Architettura: 7 Edifici Inutili e Costosissimi in tutto il Mondo

Non tutte le grandi opere architettoniche, sia pubbliche che private, si trasformano in un successo economico e sociale, ottenendo il risultato previsto in fase di progettazione. In Italia ci sono centinaia di opere pubbliche incompiute (868 secondo l’ultimo rilevamento del 2014, effettuato dal Ministero delle Infrastrutture), ma anche un gran numero di “cattedrali nel deserto”: strade, impianti industriali, edifici che, anche se portati a compimento, si sono rivelati solo uno spreco di denaro, per la loro inutilità. Forse non è una cosa consolante, ma l’Italia non è il solo paese ad avere questo tipo di problema.

Edifici chiamati %22white elephants%22 5

Nei paesi anglosassoni si utilizza il termine White Elephants (elefanti bianchi), per definire queste opere faraoniche totalmente fallimentari.

Gli elefanti albini erano un dono prezioso, ma sgradito, che i monarchi del Siam, l’odierna Thailandia, talvolta facevano ai loro cortigiani. Rifiutare un regalo del re era impensabile ma, essendo sacri, questi animali non potevano essere usati per nessun tipo di lavoro. Il mantenimento di un elefante, senza nessun ritorno economico, portava il cortigiano alla rovina, cosa che il re ben sapeva.

In architettura i white elephants, disseminati in tutto il mondo, sono quegli edifici che testimoniano un ingiustificato sperpero di denaro.

Tel Aviv – Stazione centrale degli autobus – Israele

Fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:

Edifici chiamati %22white elephants%22 8

Questa struttura di 230.000 metri quadrati è una stazione di autobus da otto piani, aperta nel 1993 con aspirazioni da ”Micro-Metropoli al chiuso”. L’architetto Ram Karmi, che la progettò, vinse anche il Premio per l’Architettura di Israele. Ma l’attuale stato fatiscente della megastruttura contraddice la premiazione: le migliaia di negozi faticano a trovare affittuari, l’interno del gigante di cemento è un labirinto confuso di corridoi, e la sua posizione, nel lato sud di Tel Aviv, era fin da subito inopportuna per un terminal di autobus.

Oggi, intere sezioni della struttura sono vuote o utilizzate solo per scopi illeciti; vecchi negozi e spazi comuni fanno da rifugio a lavoratori del sesso, venditori di droga, organizzatori di rave, e a tutti coloro che apprezzano di essere avvolti dall’oscurità.

Palazzo del Parlamento – Bucarest – Romania

Il terzo edificio al mondo per grandezza, il Palazzo del Parlamento di Bucarest, ha una superficie di 365.000 metri quadrati, e costa oltre 5 milioni di euro all’anno solo per il riscaldamento e la luce, cosa particolarmente sorprendente considerando che il 70% della costruzione è vuota. Voluta dal dittatore Nicolae Ceausescu, la costruzione del palazzo richiese lo sfollamento di quarantamila persone, oltre che la demolizione di molte chiese ed altri edifici religiosi, diversi ospedali, e uno stadio. La costruzione coinvolse 700 architetti e 20.000 lavoratori edili che facevano tre turni al giorno, più di 5.000 soldati, 1,5 milioni di operai e un esercito di cosiddetti volontari.

Stadio Olimpico – Montreal – Canada

Fotografia di Tolivero via Wikipedia:

L’edificio olimpico che probabilmente ha causato il più alto danno pro-capite per la popolazione ospitante è lo stadio di Montreal, costruito in occasione delle olimpiadi del 1976. L’edificio ha sempre dato molti problemi, dal suo concepimento fino ad oggi. Il design complicato e i ritardi nella costruzione fecero lievitare notevolmente il costo del progetto, fino a portare il debito totale, per le olimpiadi, a 1,16 miliardi di dollari canadesi, pagato dai cittadini fino al 2006. Oggi lo stadio non ha un uso continuativo, e il tetto è tuttora strutturalmente inadatto.

Jantar Mantar – Jaipur – India

Fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:

Costruito nel 1734 dal Maharaja Jai Singh II, il sito all’aperto di Jantar Mantar, a Jaipur, è costituito da diciannove strumenti astronomici in pietra, tra cui spicca la più grande meridiana del mondo, che ha uno gnomone alto 22,6 metri. La ragione di una così esagerata monumentalità si deve ad una convinzione del Maharaja, sicuro che gli strumenti di piccole dimensioni utilizzati da Tolomeo dessero risultati non accurati. Tuttavia era vero il contrario, e il complesso ben presto cadde in disuso.

Città della Cultura della Galizia – Santiago de Compostela – Spagna

Fotografia di P. Lameiro via Wikipedia:

Edifici chiamati %22white elephants%22 1

Nel 2011 furono inaugurati due dei sei edifici che dovevano costituire la grandiosa Città della Cultura, progettata da Peter Eisenman. Nel 2013 però il progetto è stato abbandonato, per il basso numero di visitatori, la non chiara destinazione d’uso delle strutture, e soprattutto per i costi estremamente elevati, triplicatisi nel corso degli anni. Il critico britannico Oliver Wainwright lo ha definito ‘un progetto gonfio di vanità’.

Aeroporto Centrale – Ciudad Real – Spagna

Fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:

Edifici chiamati %22white elephants%22 2

L’aeroporto di Ciudad Real è un chiaro esempio di ‘elefante bianco’: costato 1,1 bilioni di euro, è stato chiuso dopo tre anni di funzionamento. Ha ospitato l’ultimo volo nel 2011, e l’evento più recente che lo ha animato si è svolto nel 2013: la registrazione di un episodio del programma televisivo Top Gear. Il primo proprietario dell’inutile infrastruttura ha presentato istanza di fallimento, dichiarando 300 milioni di euro di debito. L’aeroporto è stato finalmente venduto quest’anno per 56.000.000 di euro, dopo una serie di aste fallimentari, in una delle quali è stata presentata solo un’offerta di € 10.000.

Ryugyong Hotel – Pyongyang – Corea del Nord

Fotografia di Terence Biffi:

Forse l’elefante bianco per antonomasia, l’hotel Ryugyong, a Pyongyang, detiene il record di slittamenti della data di apertura, perennemente rimandata. Con i suoi 105 piani, è l’edificio vuoto più alto del mondo. Dopo quasi trent’anni, e circa 750 milioni di dollari (stimati) spesi, questo futuristico e scintillante edificio, è al momento un’antenna per le telecomunicazioni.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.