L’Europa anni ’50 attraverso la Rolleiflex di un Soldato Americano

Nel dicembre 1954, l’allora ventiduenne soldato Bill Perlmutter partì a bordo di una nave che trasportava truppe statunitensi in Germania, per iniziare il suo nuovo incarico come fotografo per la rivista US Army. Le prime foto che Perlmutter scattò con la sua Rolleiflex furono quelle realizzate durante il viaggio attraverso l’Oceano Atlantico. Anche se non aveva mai lasciato gli Stati Uniti prima di allora, ed era un po’ preoccupato per il suo futuro, il giovane soldato era entusiasta e “in attesa di fotografare l’Europa e visitare tutti quei luoghi meravigliosi di cui avevo letto e che avevo visto nei film.”

Senza avere molte conoscenze sulla realtà europea, il fotografo lavorò con una grande apertura mentale ed evidente interesse per i suoi contemporanei del vecchio mondo, dando testimonianza di un’Europa che mostra ancora le laceranti ferite di una guerra finita appena dieci anni prima. Perlmutter fotografò scene di strada da spettatore curioso e imparziale, avvicinandosi alle persone con un profondo senso di empatia.

Durante il primo congedo dopo la sua assegnazione ad Augsburg in Germania, Perlmutter visitò Parigi, la “città della luce”, scelta come sede da molti dei suoi fotografi preferiti.

Ma è solo in occasione di un viaggio in Italia che Perlmutter affronta i pregiudizi che aveva portato con sé dall’America: “Sono cresciuto credendo che tutti gli italiani mangiassero spaghetti con salsa rossa, e che le donne fossero tutte vestite di nero. Fino a quando sono stato mandato in Europa, gli unici italiani che avessi mai incontrato vivevano nel Bronx ed erano arrivati dalla Sicilia: e non erano miei amici”.

Il suo punto di vista dell’Italia era stato fortemente influenzato anche dai film neo-realisti, indiscussi capolavori di analisi sociale come, ad esempio, “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica.

La realtà italiana del 1956 lo fece ricredere: “Tutti i miei preconcetti andarono in frantumi, quando mi resi conto che la maggior parte degli italiani è simpatica, aperta, e ottimista riguardo al futuro. Roma è una lezione di storia vivente, e Venezia la più incantevole città che abbia mai visitato”.

Le fotografie di Perlmutter mostrano un onesto interesse per le condizioni sociali, e per le differenze culturali presenti tra le varie nazioni da lui visitate, a testimonianza dei diversi standard di vita.

“Attraverso l’obiettivo di un soldato: l’Europa degli anni Cinquanta” è il libro che raccoglie una selezione delle fotografie di Perlmutter, scattate durante i suoi due anni di permanenza in Europa.


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