Quando si parla di sonno profondo è abitudine pensare immediatamente alle fiabe; da “Biancaneve” a “La bella addormentata nel bosco”, sono molti gli esempi di personaggi immaginari colpiti da un sonno improvviso, dal quale difficilmente potranno ridestarsi.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Benché questo elemento sia una dinamica frequente nelle favole, è una condizione tristemente verificabile anche nella realtà.
La “malattia del sonno”, o encefalite letargica, costrinse a un sonno improvviso e profondo milioni di persone in tutto il mondo, a partire dalla fine della Prima Guerra mondiale, lasciando perplessi e cogliendo impreparati i medici che vi si imbatterono. Sebbene alcune delle più raffinate menti scientifiche si siano spese in supposizioni e ricerche, l’encefalite letargica rimane un mistero insoluto della medicina, antica e moderna.
Nulla è stato provato definitivamente, e non esiste una cura ‘ufficiale’ a questa terribile condizione
Il perché la malattia sia poco conosciuta è dovuto al fatto che si diffuse quasi contemporaneamente alla febbre pandemica Spagnola, la quale si abbatté con violenza su larghe parti della popolazioni mondiale fra il 1981 e il 1920. A differenza della sua minor diffusione, il tasso di letalità (ma non il numero di morti) dell’encefalite letargica fu incisivo forse quanto quello dell’epidemia Spagnola.
Sotto, un video del 1925 mostra gli effetti dell’Encefalite Letargica:
È opinione di molti che la malattia cominciò a diffondersi a partire dalla fine del 1915-1916. A quel tempo, alcuni soldati reduci, mostrarono strani sintomi, tra cui un’incredibile letargia e confusione mentale. Essi furono condotti a Parigi presso illustri medici, i quali diedero, in un primo momento, la colpa al gas Mostarda, largamente usato in guerra.
La pandemia si diffuse dapprima in Romania, Austria, Spagna e Francia, per poi estendersi a tutta l’Europa occidentale e infine al resto del mondo.
Molti furono i morti, caduti preda della malattia, mentre altri sopravvivevano con sintomi altamente debilitanti. Molte persone cadevano in sonni profondi, in alcuni casi lunghi fino al momento della morte, intrappolati nel loro corpo senza poter parlare o muoversi.
Altri venivano ‘tramutati’ in statue, col corpo immobilizzato, ma coscienti
Mentre la malattia cominciava a colpire i civili di tutta Europa, cogliendo impreparati i medici, un neurologo viennese di nome Constantin von Economo aprì la strada verso la comprensione dell’intricata patologia. Scrisse un importante articolo “Die Encephalitis lethargica”, nel quale illustrava esaustivamente l’insorgere e l’andamento della malattia, da lui osservati tra i pazienti. In breve tempo il suo nome venne accostato a quello del disturbo, che a Vienna veniva chiamato “la malattia von Economo”.
Così scriveva von Economo nel suo articolo, pubblicato nel 1917:
“Abbiamo a che fare con una specie di malattia del sonno, la quale ha un insolito corso prolungato. I primi sintomi sono spesso acuti, con mal di testa e malessere. Poi, appare uno stato di sonnolenza, spesso associato con deliri da cui il paziente può essere facilmente ridestato. Il paziente sa dare risposte pertinenti e comprende la situazione. Questa sonnolenza delirante può portare alla morte, rapidamente, o nel corso di qualche settimana. D’altra parte, la malattia può persistere invariata per settimane, o anche mesi, con periodi che durano da un giorno o anche di più di fluttuazione profonda in stato di incoscienza, che si estende da semplice sonnolenza al coma profondo”.
L’encefalite letargica uccise circa un terzo degli ammalati, lasciando sopravvivere solo il 20% di loro senza strascichi o patologie secondarie.
Il disturbo colpiva maggiormente i giovani in una fascia d’età dai 15 ai 35 anni; le prime sintomatologie non erano differenti da quelle di una banale influenza. Febbre alta, mal di testa, affaticamento e raffreddamento.
Dunque non vi era modo di comprendere se ci si trovasse di fronte a un’influenza stagionale o alla letale malattia del sonno, che non curata cominciava a diffondere i suoi effetti fino ad arrivare al cervello.
Essa era articolata in due fasi:
- Fase acuta: si manifestavano ipersonno (il paziente dormiva continuamente), paralisi dei nervi encefalici, dolori profondi e sintomi da infezione.
- Fase cronica; si presentavano fasi altalenanti, che duravano addirittura per anni, subentravano una fase cronica di parkinsonismo e movimenti spasmodici dei bulbi oculari.
Von Economo compì numerose autopsie, tramite le quali osservò nei pazienti un notevole rigonfiamento nella zona dell’ipotalamo (l’ipotalamo è una porzione del cervello che regola alcune tra le più importanti funzioni vitali, tra cui il sonno). L’infiammazione di quella sezione poteva portare a un’infezione pericolosa che si espandeva in tutto il cervello, in alcuni casi fatale per il paziente.
Circa dieci anni dopo l’articolo del neurologo, l’epidemia di encefalite letargica iniziò a diradarsi. Furono in molti a considerare la patologia appartenente al passato, decretandola quindi debellata. Tuttavia il virologo John Oxford considerava la battaglia contro la malattia del sonno non ancora vinta.
“Credo fermamente che qualsiasi cosa abbia causato la malattia, colpirà nuovamente. E finché non ne conosceremo le cause, non saremo in grado di prevenire la sua ricomparsa”, disse il virologo alla BBC.
E così avvenne. Nel 1933 un nuovo caso di encefalite letargica fu riscontrato in una giovane ragazza, Becky Howells, fortunatamente riuscita a curarsi dopo anni di tentativi. Grazie anche all’aiuto dei suoi colleghi, il professor Oxford fu in grado di analizzare alcune somiglianze tra i pazienti affetti dalla malattia del sonno.
Come primo sintomo in molti di loro fu possibile riscontrare l’insorgenza di un forte mal di gola. Si pensò perciò a una particolare forma di streptococco, il quale si sarebbe fatto strada nell’organismo, scatenando le difese immunitarie in modo massiccio, le quali avrebbero finito per infettare l’intero cervello, causando numerosi danni cerebrali. Nonostante la scoperta venne ben accolta, essa non comprovò nulla di significativo.
A tutt’oggi l’encefalite letargica rimane un mistero irrisolto della medicina, una malattia meno diffusa, ma largamente presa in considerazione. Non esiste ancora una cura, ma grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi studi scientifici ci si augura che la malattia del sonno possa venire debellata, relegandola a uno spiacevole ricordo del passato da associare a narrazioni di carattere favolistico.
L’Encefalite Letargica viene trattata, anche se marginalmente, nel film “Risvegli” con Robert De Niro e Robin Williams: