Nonostante i luoghi comuni sul medioevo, che lo vedono erroneamente classificato come un’epoca buia e arretrata, i nostri antenati erano attivi in opere d’ingegno di grande ingegno tecnologico. Un tipo di meccanismo di particolare interesse è il robot, utilizzato non per svolgere attività lavorative ma per ispirare devozione fra i fedeli dell’epoca.
Le prime prove documentarie dei “Santi Robot” risalgono all’inizio del XIII secolo, e parlano di automi in grado di muoversi in modo indipendente e gesticolare utilizzando dei complessi sistemi di ingranaggi, cerniere e fibbie in pelle. I meccanismi erano azionati da “vapore, acqua ed energia immagazzinata in un meccanismo a carica come un orologio”.
Costruito principalmente in legno, il robot iberico ancora esistente dal nome “Vergine dei Re – Virgen de los Reyes”, aveva la testa in legno dipinta e le braccia ricoperte di pelle di capretto bianca. Nella sua ricerca “Robot Saints” (disponibile su Project Muse) Christopher Swift, del New York City College of Technology, afferma che le figure della vergine Maria e di Gesù bambino “potevano eseguire un numero quasi infinito di gesti e coreografie umane”, perché le loro braccia erano in grado di piegarsi e ruotare come le braccia umane.
In questo contesto è importante ricordare che la fede, per gli uomini medievali, era un affare molto concreto, e quindi non è sorprendente che anche i robot ne facessero parte. Dalle reliquie alle grandi opere architettoniche, le figure religiose per gli uomini del medioevo erano innumerevoli, sempre disponibili ad essere osservate e toccate.
La fede medievale si concentrava fermamente sul tangibile, quindi non è poi così sorprendente che i robot santi ne facessero parte. Dai rosari alle cattedrali scolpite, le figure religiose erano sempre disponibili ai fedeli medievali per essere guardate e toccate. Un altro famoso robot devozionale, il Rood of Grace a Boxley, in Inghilterra, era un crocifisso nel quale la figura di Gesù Cristo aveva gli occhi in grado di ruotare, la cui testa era in grado di ruotare e che riusciva persino ad assumere diverse espressioni facciali.
Il Rood of Grace venne distrutto durante lo scisma anglicano voluto da Enrico VIII, e di esso non rimangono che i racconti dei testimoni dell’epoca. Curiosamente, proprio la scultura lignea del Rood of Grace fu utilizzata dai sostenitori del sovrano inglese per additare come “superstiziosa” la fede dei cattolici, e il crocifisso venne portato a Londra per essere bruciato.
Se i protestanti del sedicesimo secolo indicavano questo tipo di robot come ingannevole per le persone perché gli faceva credere ai miracoli, Swift suggerisce che:
I cristiani medievali potrebbero aver apprezzato le statue sacre mobili non per le loro qualità miracolose , ma per le loro capacità meccaniche, tecnologiche e, in definitiva, teatrali
Oltre a creare qualcosa di spettacolare, sembra che lo scopo di creare questi robot fosse quello di ispirare la contemplazione, proprio come le gigantesche sculture che ancor oggi vengono utilizzati nelle parate a tema religioso. Se i robot erano un veicolo per la pratica spirituale, non si può presumere che i fedeli, nel medioevo, pensassero agli automi come persone “reali”, animati dalla forza divina, ma li osservavano ammirati dalla meraviglia meccanica che gli artisti del tempo erano in grado di realizzare.
A parte i mulini, gli abitanti delle campagne erano poco abituati a osservare dei meccanismi realizzati dall’uomo, e dei meccanismi di grande precisione e finezza tecnica come i robot erano uno spettacolo visivo di grande attrattività.