Un anonimo collezionista statunitense si è aggiudicato, per la cifra di 175.000 sterline (195.000 euro circa), uno straordinario reperto archeologico, venduto dalla storica casa d’aste britannica Bloomsbury Auctions. Si tratta di un’antica tavoletta sumera, trovata ad Uruk, in Mesopotamia (odierno Iraq).
Gli storici ritengono che Uruk sia stato uno dei primi insediamenti umani a trasformarsi in città, strutturata secondo una gerarchia sociale ed economica frutto della specializzazione del lavoro.
Veduta di Uruk nel 2008
Immagine via Wikimedia Commons condivisa con licenza OGL 1.0
Proprio a Uruk pare che si sia sviluppata la prima forma di scrittura, un passo fondamentale per il lungo cammino dell’uomo sulla via del progresso.
La tavoletta venduta all’asta, che faceva parte della collezione privata Schøyen (una raccolta di tavolette e manoscritti da tutto il mondo che spazia in un arco storico di 5000 anni, molto controversa per tutta una serie di ragioni etiche sulle modalità di acquisizione), è una preziosa testimonianza della civiltà sumera per svariati motivi: non solo descrive in modo dettagliato una transazione commerciale che ha come oggetto la produzione di birra, ma soprattutto perché probabilmente vi è incisa quella che viene considerata la prima firma mai apposta su un documento.
La tavoletta sumera venduta a un’asta di Bloomsbury
Immagine di Bloomsbury Auctions
L’importanza di questa tavoletta è riassunta da Timothy Bolton, responsabile dei manoscritti di Bloomsbury, che riconosce quanto sia raro “lavorare con un oggetto di tale importanza, che segna una pietra miliare nella forse più importante invenzione umana, la scrittura” perché “è un pensiero che toglie il fiato [sapere] che quando si tiene questo oggetto nel palmo della mano, si potrebbe tenere la prima registrazione di un nome personale”, riflettendo su quanto “i nostri nomi siano importanti per noi, una parte fondamentale della nostra identità e probabilmente la prima cosa che ogni bambino impara su stesso”.
Sono i simboli incisi nell’angolo in alto a sinistra – un rettangolo posto in orizzontale e diviso in due, con una foglia rivolta verso il basso immediatamente sotto – tradotti in “KU e “SIM”, che vengono indicati come la presunta firma “Kushim”, forse il nome dello scriba che ha inciso la tavoletta per registrare una transazione, a scopo amministrativo.
Non tutti gli esperti sono convinti che “Kushim” sia il nome proprio di una persona fisica: qualcuno ipotizza che indichi piuttosto un ufficio pubblico o forse un titolo generico, perché è stato ritrovato in altre 17 tavolette. In alcune di esse si trova la parola “Sanga”, che identifica l’amministratore di un tempio.
Le incisioni sulla tavoletta vengono interpretate come la raffigurazione della produzione di birra nel tempio di Inanna, intorno al 3100 a.C, e probabilmente sanciscono una transazione tra produttori e fornitori di materie prime, come l’orzo o il mais. Lo storico israeliano Yuval Noah Harari sostiene nel suo Sapiens. Da animali a dèi: breve storia dell’umanità, che l’iscrizione si possa tradurre in “29.086 misure orzo (in) 37 mesi Kushim”.
Dovrebbe quindi trattarsi di una ricevuta per l’acquisto di orzo, ingrediente base della birra. Gli altri simboli raffigurano il processo di produzione partendo da una pianta di orzo o di mais, passando per un edificio dotato di camino, che potrebbe rappresentare il birrificio, fino a una spiga posta all’interno di un barattolo, ovvero la birra.
Le prime testimonianze sul consumo di birra risalgono proprio ai Sumeri, che hanno lasciato testimonianza di una conviviale bevuta di più persone, da uno stesso contenitore, grazie a lunghe cannucce.
La più antica raffigurazione di consumo di birra in una tavoletta sumera
La birra è difatti una delle più antiche bevande prodotte dall’uomo, sia in Mesopotamia sia in Egitto, talmente importante da diventare in alcuni casi una valuta di scambio, usata anche per pagare la manodopera.
Molti birrai sumeri sono donne, che lì, all’inizio della civiltà – in Mesopotamia avvengono le più grandi rivoluzioni nello sviluppo del progresso umano: la nascita dell’agricoltura, della scrittura, delle città e anche della divisione del tempo – hanno diritti che molti millenni dopo saranno loro negati, come quelli di avere delle proprietà, di stipulare contratti commerciali e perfino di chiedere il divorzio… tutto questo qualcosa 5.000, lontanissini, anni fa.