Vi siete mai chiesti come facciano i disegnatori e i grafici che realizzano i cartoni animati a trovare l’ispirazione per i propri soggetti? Nell’epoca dei grandi classici Disney, fra gli anni ’50 e gli anni ’70, l’ispirazione veniva ricercata principalmente nel mondo reale, e Alice nel Paese delle Meraviglie è uno dei casi più chiari di questa usanza dei disegnatori statunitensi. Kathryn Beaumont nel 1951 fu la vera interprete del film Disney più “allucinato” che ci sia, un capolavoro che deve alla giovane interprete parte delle sue fortune.
Alla Disney gli animatori avrebbero sovente utilizzato dei filmati interpretati dagli attori per guidarli attraverso le scene dei cartoni animati. Lo sfondo, già allora, era un pannello blu, e i personaggi in carne ed ossa si muovevano sulla scena senza precise indicazioni. Le luci venivano create per realizzare le fotografie, e da queste i disegnatori avrebbero creato gli schizzi per realizzare i fotogrammi dei cartoni. Vedere oggi queste scene ci fa comprendere quanto la tecnica cinematografica, sopratutto quella riguardante l’animazione, sia radicalmente cambiata nel corso degli ultimi decenni. I vantaggi non sono però evidenti, e probabilmente il sapore “artigianale” della creazione manuale era assai più affascinante della produzione in serie realizzata con la computer grafica.
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Il video con le scene tagliate del cartone: