La Phalaenopsis si dirama in oltre settanta specie di orchidee epifite. Uno dei suoi ibridi primari, registrato da Kirsch nel 1961, si presenta nella sua varietà più famosa con il labbro color giallo navone e i sepali che mischiano tonalità purpuree e viola magenta. Il nome di questa variante è Phalaenopsis Princess Kaiulani, “battezzata” come omaggio all’ultima principessa del Regno delle Hawaii.

La dinastia Kalakaua
In lingua hawaiana, il nome “Ka’iulani” possiede un doppio significato: può essere tradotto sia come “il punto più alto del Paradiso” sia come “ciò che è reale e sacro”, e la scelta non fu casuale.
Victoria Ka’iulani nacque il 16 Ottobre del 1875 e venne battezzata in onore di una zia, Anna Ka’iulani, morta tenera età, ma il suo nome sottolineava il suo futuro ruolo nel Regno delle Hawaii: la principessa era infatti la quarta in linea di successione.

Miriam Likelike, la madre di Ka’iulani, era un membro della dinastia Kalakaua e sorella minore del re David Kalakaua. Ka’iulani fu l’unica figlia nata dal matrimonio tra Likelike e Archibald Scott Cleghorn, un uomo d’affari scozzese di stanza alle Hawaii.

La nascita della bambina venne annunciata da spari di cannone del Palazzo Reale di ‘Iolani e da tutte le chiese di Honolulu, che fecero suonare le loro campane nello stesso momento. La sorella di Likelike, Lydia Lili’uokalani, scrisse che la nipote “era stata riconosciuta immediatamente come l’unica speranza per il popolo hawaiano, in quanto unica erede diretta al trono per diritto di nascita”.

Questo sentimento si rafforzò quando la prematura morte del principe Leleiohoku II, zio di Ka’iulani, fece traballare ulteriormente una dinastia che poteva vantare un lungo e glorioso passato e antenati illustri, ma che era stata ufficializzata come regnante solo da pochissimi anni.
Il capostipite era stato proprio lo zio di Ka’iulani, il re David Kalakaua, che non aveva avuto figli. Gli sarebbe dovuto succedergli la sorella, Lili’uokalani, che nel 1875 era ormai avanti con gli anni e probabilmente non avrebbe avuto figli.
I pesci
Ka’iulani venne affidata alle cure di balie e governanti, che le insegnarono a leggere e a scrivere, ma anche i primi rudimenti di musica e buone maniere. Likelike, comunque, s’impegnò a dedicarsi in prima persona all’educazione della figlia, alla quale veniva spesso concesso di partecipare alle soirée che la madre teneva presso la propria residenza, dove Ka’iulani fece la conoscenza di numerosi politici e intellettuali hawaiani e inglesi.
Fu proprio tra gli ospiti regolari di Likelike che Ka’iulani iniziò ad essere soprannominata “la principessa pavone”. La residenza della famiglia Cleghorn, Ainahau, possedeva un ampio giardino dove Ka’iulani allevava numerosi pavoni, di cui si prendeva cura personalmente. L’amore della principessa per questi uccelli perdurò per il resto della sua vita, tanto che la statua più famosa di Ka’iulani, nel quartiere di Waikiki ad Honolulu, la raffigura intenta a nutrire ed accarezzare i suoi pavoni.
Durante l’infanzia e l’adolescenza la principessa creò un legame affettuoso con sua sorella maggiore, Annie – una delle figlie che Archibald Cleghorn aveva avuto da una precedente relazione con una donna hawaiana – appassionata di musica, che insegnò a Ka’iulani a suonare la chitarra, a cantare e a danzare la hula. Sin da bambina la principessa si dimostrò una grande amante della vita all’aria aperta e dello sport, diventando una nuotatrice e surfista provetta, oltre a trascorrere molto tempo con i cavalli e a giocare a croquet, andando in bicicletta o facendo gite in canoa.
Ka’iulani spiegò in un’intervista che “amava così tanto l’acqua che credeva di essere stata una foca in una vita precedente”, e che sua madre le aveva insegnato a nuotare prima ancora che a camminare.

Ed era proprio in compagnia di Likelike che la principessa trascorreva la maggior parte delle sue giornate. La madre riteneva che fosse necessario introdurla il prima possibile a quelli che sarebbero stati i suoi doveri, e iniziò a portarla con sé nelle cerimonie pubbliche e a considerare le prospettive matrimoniali di Ka’iulani.
Nel 1881, quando la principessa aveva cinque anni, re Kalakaua incontrò l’imperatore del Giappone Meiji per proporre il matrimonio tra sua nipote Ka’iulani e il principe Yamashina Sadamaro, ma il fidanzamento non avvenne mai.
Voci, ipotesi e pettegolezzi sulle nozze di Ka’iulani continuarono comunque a circolare a mano a mano che la principessa cresceva, e la sua presenza sulla scena pubblica si faceva più frequente.
Nel 1886, il progetto di re Kalakua di portare l’elettricità nel Regno delle Hawaii andò in porto, e fu l’undicenne Ka’iulani, nel corso della cerimonia, ad accendere la prima lampadina elettrica di Honolulu. Meno di un anno dopo, la luce che aveva illuminato le Hawaii si spense su Likelike.
La salute della donna era peggiorata nel corso degli anni. Il 2 febbraio 1887, un banco di pesci aweoweo rossi venne avvistato mentre nuotava nei pressi delle coste dell’isola – un presagio che, secondo il folklore hawaiano, era foriero di morte per un membro della famiglia reale.
Likelike morì quello stesso giorno, a soli trentasei anni, per una malattia mai diagnosticata. Le sue ultime parole furono per sua figlia:
Likelike profetizzò che Ka’iulani non si sarebbe mai sposata e non sarebbe mai divenuta regina
The Island Rose
La morte di Likelike rappresentò un grave lutto sia per Ka’iulani sia per l’intera famiglia reale, che a fronte di questa disgrazia vide necessario accelerare la formazione della principessa in vista del suo futuro ruolo di regina.
Re Kalakaua concordò con il padre della ragazza, Archibald Cleghorn, che Ka’iulani, in quanto prima erede al trono “hapa haole” – “mezza occidentale” in lingua hawaiana – avrebbe beneficiato di un’educazione inglese, e venne inserita nello Hawaiian Youths Abroad, un programma finanziato dallo stesso sovrano che favoriva la formazione dei giovani hawaiani all’estero.
Nel 1889, Ka’iulani e sua sorella Annie partirono alla volta dell’Inghilterra, dove vennero affidate a degli amici di Archibald e iniziarono a frequentare la Great Harrowden Hall, un collegio femminile nel Northamptonshire.
In Inghilterra Ka’iulani strinse amicizia con una sua coetanea, Isobel Osbourne, che la presentò al suo patrigno: il celebre scrittore Robert Louis Stevenson, il quale compose in onore di Ka’iulani la poesia The Island Rose.
La principessa si abituò in fretta alla sua vita in Inghilterra, anche se iniziò a prendere sempre più consapevolezza degli obblighi che l’attendevano nelle Hawaii. Con questa prospettiva cominciò a impegnarsi sempre di più nello studio, diventando fluente in francese e in tedesco e appassionandosi alla letteratura e alla storia.
Due eventi turbarono la serenità di quel periodo: la partenza, alla fine del primo anno accademico, di Annie Cleghorn, che ritornò alle Hawaii per sposarsi, e un telegramma che Ka’iulani ricevette nel gennaio 1891, in cui le si comunicava che re Kalakaua era deceduto.
Proprio la morte dello zio fece considerare a Ka’iulani la possibilità di abbandonare gli studi e di fare ritorno a Honolulu, dove sua zia Lili’uokalani era stata incoronata nuova regina e l’aveva designata ufficialmente come erede al trono.
Lili’uokalani scrisse alla nipote incoraggiandola a terminare il suo percorso accademico, fissando la data del suo rientro in patria al 1893 – forse per un ultimo tentativo di proteggere la principessa da quanto stava accadendo alle Hawaii.
Negli Stati Uniti
Il programma Hawaiian Youths Abroad aveva la durata ufficiale di dodici mesi, ma il re Kalakaua aveva fatto in modo di estendere il soggiorno della nipote all’estero fino a quattro anni, per allontanare Ka’iulani dalle tensioni politiche che, quasi seguendo la profezia di Likelike, avevano cominciato ad intensificarsi nell’ultimo periodo.
La crisi economica causata dal McKinley Act, che dirottava l’importazione dello zucchero hawaiano esclusivamente negli Stati Uniti, mise a dura prova la monarchia e il popolo. Nel tentativo di ridurre l’influenza americana sulle Hawaii, nel 1893 Lili’uokalani tentò di riscrivere la Costituzione in modo da ridimensionare i privilegi di cui gli Europei e gli Americani godevano nel sistema di suffragio hawaiano.

Seguì un colpo di Stato largamente appoggiato dagli Stati Uniti d’America, a seguito del quale la regina Lili’uokalani venne deposta e le Hawaii furono sottoposte a un governo provvisorio statunitense.

Ka’iulani ricevette la notizia tramite un altro telegramma. Il testo recitava: “La regina è deposta – La monarchia è abrogata – Date la notizia alla principessa”.
Nei giorni febbrili che seguirono il colpo di Stato iniziò a farsi strada la possibilità di restaurare la monarchia hawaiana, in cui il ruolo del sovrano sarebbe stato fortemente ridimensionato e Ka’iulani sarebbe stata eletta nuova regina al posto della zia. Lili’uokalani e il popolo hawaiano accettarono molto volentieri la proposta, e la principessa lasciò l’Inghilterra alla volta di New York, dove giunse il 1 marzo 1893.
Negli Stati Uniti, Ka’iulani iniziò a viaggiare da New York a Boston a Chicago, incontrando tutte le più prominenti personalità politiche statunitensi al fine di discutere e stabilire il futuro delle Hawaii e il suo ruolo da regina. Ma comprese ben presto che i suoi sforzi erano inutili.
Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti i contatti con la sua famiglia vennero limitati e la stessa Ka’iulani fu criticata per la scelta di intraprendere una missione politica senza il consenso della zia e del padre.
Nessuna delle personalità politiche con cui parlò sembrò disposta ad approfondire la questione della restaurazione della monarchia hawaiana e della sua ascesa al trono
Ka’iulani vide ogni sua speranza morire quando, in un incontro con il Presidente Grover Cleveland presso la Casa Bianca, che sarebbe dovuto risultare decisivo, Cleveland evitò accuratamente l’argomento delle Hawaii sviando qualunque domanda e tentativo di discussione di Ka’iulani.
In abito da lutto
Le Hawaii e il loro futuro languirono fino al 1897, e in quei quattro anni Ka’iulani visse da esule in Europa, viaggiando in compagnia del padre in Inghilterra, Scozia, Irlanda, Germania e Francia, trascorrendo il tempo in compagnia di amiche che aveva conosciuto ai tempi della scuola, in attesa che il governo degli Stati Uniti le permettesse di tornare alle Hawaii.

Ka’iulani prese coscienza del fatto che non avrebbe mai ricoperto il ruolo per cui si era preparata per tutta la vita. Lili’uokalani le scrisse più volte facendole presente la necessità di sposarsi, ma la principessa era sicura che il suo matrimonio e i suoi figli non avrebbero rappresentato un incentivo alla restaurazione della monarchia hawaiana, come invece si augurava la zia.
Ka’iulani, la quale era ormai senza speranza di essere incoronata regina, considerò di trasferirsi in pianta stabile in Europa, al cui stile di vita si era ormai abituata, quando nel 1897 venne raggiunta da due nuove, infauste notizie: la morte della sorella, Annie Cleghorn, e poi l’ufficiale annessione delle Hawaii agli Stati Uniti.
La morte della sorellastra fu un dolore immenso per Ka’iulani, dopo il quale fu sul punto di prendere la decisione di non tornare mai più alle Hawaii, dove peraltro sapeva che presto o tardi l’avrebbe attesa un matrimonio combinato. Ma il senso del dovere che la legava alla sua famiglia e al suo Paese ebbe la meglio, e quando quello stesso anno le venne concesso di tornare a Honolulu la principessa intraprese l’ennesimo, sfiancante viaggio alle Hawaii, nuovo territorio degli Stati Uniti, in un abito nero da lutto che non avrebbe smesso per i successivi mesi.
Alla principessa venne concesso di stabilirsi nella sua residenza di famiglia ad Ainahau, da dove scrisse alla zia con quanta sofferenza dovesse assistere alla città decorata con bandiere statunitensi e controllata dalle truppe americane.
Ka’iulani non smise di concedere interviste per dar voce alle sue proteste contro la fine della monarchia, ma visse prevalentemente isolata e dedita alle cure dell’anziana zia Kapi’olani, vedova di re Kalakaua, e dei suoi amati pavoni.

Il 12 Agosto 1898 si svolse la cerimonia di annessione delle Hawaii agli Stati Uniti, presso quello che era stato il Palazzo Reale di ‘Iolani. La principessa si presentò all’esterno del Washington Palace vestita a lutto, così come la zia Lili’uokalani, i sostenitori della monarchia e gran parte del popolo hawaiano, in un ultimo segno di protesta.

Ka’iulani scrisse che che la parte più dolorosa di tutta la cerimonia fu assistere alla scena della bandiera hawaiana che veniva rimossa in favore della bandiera statunitense.
Il Progetto Ka’iulani
Ka’iulani rimase a vivere nelle Hawaii come privata cittadina, ma se aveva visto morire ogni sua speranza nel vedere la monarchia restaurata non aveva rinunciato a preservare la cultura del proprio popolo, e i suoi ultimi mesi di vita la videro impegnata in numerose iniziative finalizzate a tramandare alle successive generazioni l’eredità culturale hawaiana.

A ridosso delle feste di Natale del 1898 la principessa partecipò alle nozze della figlia di Samuel Parker, ex ministro del governo quando era in carica la monarchia, i cui festeggiamenti si protrassero fino a Capodanno. Poco dopo la metà di gennaio, Ka’iulani e alcuni ospiti decisero di fare un picnic seguito da una cavalcata.
A metà pomeriggio scoppiò un violento acquazzone che fece correre ai ripari gli invitati. Tutti, tranne la principessa, che continuò a cavalcare sotto la pioggia. Pochi giorni dopo, Ka’iulani si ammalò di una febbre reumatica che le fu fatale.
Il 6 marzo del 1899 la principessa morì nella casa della sua infanzia ad Ainahau. Aveva solo 23 anni. La notte della sua morte i suoi pavoni vennero sentiti emettere un suono fortissimo, come un grido umano:
Leggenda vuole che stessero piangendo la loro padrona

Da ogni parte delle Hawaii giunsero persone a presenziare al suo funerale, recitando un verso della poesia che Robert Louis Stevenson le aveva dedicato:
“Le sue isole là nel sole del sud
piangono la loro Ka’iulani che non c’è più”.
La storia di Ka’iulani è rimasta sconosciuta a lungo, finché nel 2007, dopo cinque anni di studio, non venne lanciato il “Progetto Ka’iulani”, un programma che si occupa non solo di far conoscere la storia della principessa nelle Hawaii, ma anche di portare a termine quello che era stato l’ultimo obiettivo di Ka’iulani: non lasciare che la cultura e il folklore hawaiano venissero dimenticati.
Nel 2009 fu dedicato un film alla sua storia, di cui sotto trovate il trailer: