John Elwes (1714 – 1789) fu un deputato del parlamento britannico e un noto avaro inglese, fonte d’ispirazione per Ebenezer Scrooge, il protagonista di Canto di Natale di Charles Dickens, ma anche per altre opere letterarie, fra le quali “Our Mutual Friend” dello stesso Dickens e “La figlia dell’Avaro” di John Scarfe.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Elwes, il cui cognome originale era “Meggot”, nacque in una rispettabile famiglia inglese. Il padre, Robert Meggot, era proprietario di un birrificio di Southwarl, e il nonno era Sir George Meggot, deputato (come diverrà il nipote) per la contea del Berkshire. Anche la madre apparteneva a una famiglia prestigiosa, e il figlio iniziò la propria carriera in modo brillante, ricevendo l’educazione della Westminster School.
John Elwes si laureò presto, e raggiunse Ginevra, dove divenne uno fra i fantini più stimati di tutta Europa
Prima eredità
Elwes ereditò la sua prima fortuna dal padre, che morì nel 1718 quando John aveva soli 4 anni. Alla madre andarono circa 100.000 sterline (qualcosa come 8.000.000 di sterline nel 2010), ma questa si dichiarò morta di fame perché era troppo avara per spenderla. Con la morte della madre, John ereditò non solo una grande quantità di danaro, ma anche le proprietà di famiglia fra cui Marcham Park, a Marcham, nel Berkshire (ora Oxfordshire), acquistato dal padre nel 1717.
Sotto, Marcham Park, fotografia di Rodolph via Wikipedia:
Seconda Eredità
Orfano di Padre, John trovò nello zio materno una figura da seguire e imitare. Harvey Elwes fu l’avaro che formò il giovane, e che gli insegnò a:
Vivere con poco più di 110 Sterline l’anno
Lo zio era tutt’altro che povero, naturalmente. Deputato per il Sudbury, Harvey e John passavano spesso le serate a conversare riguardo le altrui spese folli, sorseggiando un bicchiere di vino al buio o alla fioca luce di una candela. E fu proprio per entrare in possesso dell’eredità dello zio che John cambiò il cognome, da Meggot a Elwes. Sir Harvey morì il 18 settembre 1763, lasciando la sua intera fortuna al nipote, una cifra, per l’epoca, astronomica:
250.000 sterline, circa 18.000.000 di sterline del 2010, una fortuna che continuò a crescere nonostante l’inettitudine del proprietario
L’Avarizia
Elwes non ereditò soltanto i beni dello zio, ma anche la leggendaria e stravagante avarizia. Iniziò a indossare solo abiti logori e stracciati, compresa la parrucca di un mendicante che trovò appesa in una siepe. Per risparmiare le candele iniziò a rimanere sveglio soltanto con la luce del sole, mentre gli abiti bagnati non venivano asciugati per non sprecare la legna per il fuoco, tenendoli addosso per risparmiare.
Se non si arrivava a consumare tutto il cibo, Elwes lo mangiava già in putrefazione, non buttando via nulla
Le splendide tenute di cui era proprietario caddero in rovina per non spendere i soldi delle riparazioni, e molti dei preziosi mobili all’interno finirono per distruggersi. Anche la camera da letto era affetta da numerose perdite di acqua piovana, e una volta un parente fu costretto a spostare il letto in diverse posizioni sino a trovare un angolo parzialmente asciutto.
Il suo biografo, Edward Topham, ne descrisse così un atteggiamento eccentrico:
“Dopo aver passato una notte intera in compagnia degli uomini più dissoluti, alla moda e ricchi del suo tempo, fra splendide sale, divani dorati, camerieri e agi di ogni tipo, verso le 4 del mattino abbandonava le feste, ma non tornava a casa. Si recava a Smithfield per controllare i propri capi di bestiame che andavano in vendita al mercato di Theydon. Lo stesso uomo, dimentico delle scene che aveva appena lasciato, stava al freddo e alla pioggia e barattava una carcassa con un macellaio per uno scellino“.
Persino la salute di Elwes era un argomento da limitare nelle spese. In comune con molti avari, diffidava dei medici, preferendo curarsi da solo per risparmiare. Un giorno si ferì malamente le gambe mentre camminava verso casa al buio. Portato dal farmacista del paese, consentì all’uomo di guarirgliene soltanto una, scommettendo che l’altro arto sarebbe guarito per primo. Elwes vinse per due settimane, e il dottore fu costretto a rendergli l’onorario pagato per la cura della prima gamba.
Politico
Nel 1772, con l’aiuto di Lord Craven, divenne deputato al Parlamento per il Berkshire (le sue spese elettorali ammontavano a soli 18 scellini). Entrò nella Camera dei Comuni in un’elezione come candidato per sostituire Thomas Craven, e iniziò il primo dei suoi tre mandati. Rimase al suo posto fino a quando non si ritirò alle elezioni del 1784, facendo parte di entrambi gli schieramenti politici britannici, anche se non prese mai la parola per rivolgersi alla Camera.
I membri del parlamento osservarono beffardamente che non potevano chiamarlo “Cambia-Casacca” (voltagabbana) perché possedeva un solo abito
Elwes viaggiava spesso a Westminster per presenziare alle consultazioni, e copriva il tragitto su un misero cavallo magro, scegliendo sempre la strada che non aveva posti di blocco a pagamento. Per il viaggio si portava dietro un singolo uovo sodo, e a metà del percorso lo consumava e si appisolava sotto un albero. Dopo 12 anni da parlamentare andò in pensione per non affrontare la spesa necessaria a mantenere il proprio posto.
Prestiti a perdere
Nonostante la sua eccezionale frugalità, Elwes perse enormi somme di danaro per prestiti mai restituiti e investimenti di dubbia efficacia. Incredibilmente, aveva un’etica tutt’altro che spietata:
Elwes pensava che non dovesse chiedersi del danaro a un Gentiluomo, in nessuna circostanza
Prestò la notevole cifra di 7.000 sterline a Lord Abingdon per permettergli di piazzare una scommessa all’ippodromo di Newmarket, uno dei più famosi di tutta l’Inghilterra. Il giorno della gara, Elwes si recò a cavallo all’ippodromo, dove rimase per 14 ore senza nulla da mangiare salvo un pezzo di pankake (frittella) che aveva messo in tasca due mesi prima. Giurò al suo accompagnatore che:
Era buona come da nuova
Gli ultimi anni di avarizia e la follia
Una volta conclusa la carriera parlamentare Elwes si ritirò a vita privata. Si muoveva fra le sue ormai numerosissime proprietà come un mendicante, non accendendo mai fuochi per non consumare legna e rimanendo alzato come al solito soltanto durante le ore di luce. Iniziò però a vivere accanto ai suoi servi per risparmiare i costi di candele e legna, e costringendo tutti ai gelidi inverni del Berkshire senza nessun tipo di riscaldamento.
Se uno stalliere tirava fuori il fieno per il cavallo di un visitatore, Elwes usciva di nascosto e lo rimuoveva. Negli ultimi anni non aveva neppure una fissa dimora, e vagava fra le sue proprietà sfitte di Londra, nel quartiere di Marylebone.
Si diceva che tutti i suoi averi fossero un paio di letti e un paio di sedie, oltre alla vecchia governante
La governante era spesso malata perché non solo mancava la legna per scaldarsi, ma anche i vetri alle finestre.
La sua avarizia infine gli costò quasi la vita
John Elwes si ammalò un giorno in una delle case di sua proprietà, e nessuno riuscì più a trovarlo. Il nipote, il colonnello Timms, cercò lo zio in ogni dove, senza successo. Un ragazzino si ricordò di aver visto un “vecchio mendicante” entrare in una delle case disabitate di Elwes sulla Great Marbolorough Street, e il militare vi si recò immediatamente.
Qui bussò ma non ricevette risposta, e chiamò un fabbro per forzare la serratura. Secondo l’autore Edward Walford, nel suo “Old and New London”, libro IV, 1878:
“Nella parte inferiore (della casa) tutto era chiuso e silenzioso, ma salendo le scale sentirono i lamenti di una persona che apparentemente era in difficoltà: andarono nella camera e lì, su un vecchio letto, trovarono il signor Elwes apparentemente immerso in un’agonia mortale, e per un po’ sembrò del tutto insensibile. Rimase in questa condizione fino a quando non bevve alcuni “cordiali”, somministrati da un vicino farmacista. Dopo essersi sufficientemente ristabilito, Elwes dichiarò di credere di essere stato malato per “due o tre giorni”, e che c’era una “vecchia” in casa, ma per una ragione o per l’altra, “non era più stata vicino a lui”. Sostenne che anch’essa si era ammalata, ma suppose che si fosse ristabilita e che fosse andata via. Il nipote e gli uomini che erano accorsi a salvarlo trovarono poco dopo la donna, morta da due giorni, riversa sul pavimento.
Alla fine dei suoi giorni Elwes divenne irrequieto, simile a un folle. Nascondeva piccole quantità di denaro in luoghi diversi, e passava il proprio tempo a visitare continuamente tutti i nascondigli per sincerarsi della loro sicurezza.
Era affetto da un disturbo mentale chiamato Peniafobia: la paura di diventare poveri
Iniziò a immaginarsi impegnato con dei ladri che tentavano di rubargli il denaro. Durante il sonno gridava:
Terrò i miei soldi! Non mi derubare, no non farlo
O frasi simili. Quando era sveglio, o non affetto da allucinazioni, rispondeva a chi gli chiedesse cosa fosse successo: “Chiedo scusa, il mio nome è Elwes, sono stato sfortunatamente derubato in questa casa, che credo sia mia, di tutto il denaro che ho al mondo: cinque ghinee e mezza corona“.
Quando giunse in prossimità della morte, il dottore di famiglia sentenziò: “Quell’uomo, con la forza di costituzione e le abitudini di temperanza che osservò per tutta la vita, avrebbe vissuto altri 20 anni se non fosse stato per la sua continua preoccupazione per i soldi“.
Il suo avvocato scrisse le sue ultime volontà alla luce del fuoco del camino e non della candela per non sprecare il denaro, e gestì fondi per 800.000 sterline, paragonabili a 45 milioni di Sterline odierne (50 milioni di euro circa).
John Elwes fu trovato morto nel suo letto il 26 Novembre 1789 con i suoi unici abiti, con cui dormiva, mangiava e svolgeva ogni attività. Aveva vissuto gli ultimi anni con sole 50 sterline l’anno, una cifra ridicola, e lasciò ai due figli illegittimi, George e John, 500.000 sterline, mentre al nipote, il colonnello Timms, 300.000 sterline.
Mr. Topham, amico e biografo di Elwes, scrisse di lui:
“Nella vita privata era il principale nemico di se stesso. Ad altri ha prestato molto, a se stesso ha negato tutto, ma nel perseguimento della proprietà, o nel recupero di essa, non ho nei miei ricordi una singola azione cattiva che gli sia ascrivibile“.
Oltre a essere un membro del Parlamento inglese, i successi di Elwes inclusero il finanziamento della costruzione di una quantità significativa della Londra Georgiana, tra cui Portman Place, Portman Square e parti di Oxford Circus, Piccadilly, Baker Street e Marylebone.
Le differenze con Ebenezer Scrooge di Canto di Natale
Il personaggio dipinto da Dickens è uno stereotipo di John Elwes, poco rispondente al vero. Elwes era sì un taccagno, ma conservava una nobiltà di fondo che non era affetta dalla sua avarizia. Nel libro di Dickens, Scrooge non avrebbe esitato un secondo a perpetrare le peggiori azioni per avere indietro i propri prestiti da strozzino, mentre Elwes sperperò una fortuna in prestiti mai restituiti. Fu anche un finanziatore di opere pubbliche, e anche membro del parlamento.
Sotto, i Fantasmi degli Usurai Morti nel libro di Dickens, illustrazione di John Leech:
Curiosamente il personaggio letterario aveva un nipote, Fred, che potrebbe ravvisarsi nel Colonnello Timms, cui andò una buona parte della fortuna dello zio e che lo aiutò nel momento del bisogno. John Elwes fu un profondo taccagno, ma la prima vittima della sua avarizia non furono gli altri, ma egli stesso. Ebenezer Scrooge era avido sia nei propri confronti sia in quelli degli altri, costituendo un doppio letterario affascinante anche se non rispondente a una più complessa, e tragicomica, realtà.