Cocos è un arcipelago dell’oceano Indiano situato a mille chilometri a sud-ovest dall’isola indonesiana di Giava Orientale e a metà strada tra l’India e l’Australia. Il nome ufficiale, oggi, è Cocos (Keeling) ed è un territorio esterno australiano. Formato da 27 isole e 2 atolli, solo due terre sono abitate, West Island e Home Island: oggi Cocos (Keeling) conta circa 550 abitanti e la popolazione discende dagli europei e dai malesi che qui, tra le palme tropicali e gli atolli incontaminati, si stabilirono dopo che uno scozzese, proveniente dalle fredde Isole Shetland, si auto-dichiarò re.
La storia umana di Cocos (Keeling) cominciò per caso: correva l’anno 1825 quando due uomini, John Clunies-Ross e Alexander Hare, mercanti ed esperti navigatori britannici, visitarono questo sperduto arcipelago per rifornirsi di viveri durante un viaggio di ritorno a casa dal sud-est asiatico.
Non furono i primi uomini a giungervi: nel 1609 approdò il britannico William Keeling, esploratore che lavorava per conto della East India Company e grazie alle numerose palme di cocco, le isole furono ribattezzate Cocos Islands nel 1622 e Keeling Islands nel 1805, nomi uniti poi col tempo.
Fino agli anni ‘20 dell’800 erano disabitate, ma la ricchezza di materie prime a Cocos-Keeling richiamò, da lì, l’interesse di Clunies-Ross e Hare: iniziò un braccio di ferro, tra i due, che pose le prime fondamenta della costruzione identitaria e sociale dell’arcipelago.
John Clunies-Ross, capitano del veliero Olivia, rimase particolarmente colpito da quel posto paradisiaco. Nato alle Shetland e di origini norvegesi da parte materna, all’inizio sognava la conquista dell’Isola di Natale, 1000 chilometri a est, ma quando passò a Cocos-Keeling per rifornirsi di pesce nella locale barriera corallina cambiò idea: vide un arcipelago che abbondava di risorse ed economicamente più attrattivo dell’Isola di Natale.
Carta delle Isole Cocos (Keeling):
Issò, quindi, l’Union Jack britannica sulle spiagge e una volta tornato alle Shetland convinse i familiari a trasferirsi. Nel 1827 tornò dunque sulle isole con l’intenzione di lavorare il cocco e la copra. Giunto assieme alla moglie e ai suoi sei figli, trovò la sorpresa inaspettata: il compagno dei tanti viaggi in mare, Alexander Hare, si stabilì con diverse donne malesi, prendendo possesso degli atolli e dando vita ad un harem privato (già in passato ne fondò uno, dal 1812 al 1816, a Maluka, nel Borneo, prima che gli olandesi prendessero il definitivo possesso del territorio).
John Clunies-Ross, dal canto suo, si autoproclamò comunque re Ross I il 15 febbraio 1827 e, da lì, nacque una dinastia che durerà per ben 5 generazioni. Portò sulle isole 98 schiavi dalla Malesia, sfruttando tutte le più disparate materie prime disponibili: cocco, copra, tartarughe, cozze, ostriche e persino squali. Intanto, con Alexander Hare, nacque una diatriba per il possesso dell’arcipelago che solo la morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1834 a Bengkulu, presso Sumatra, pose fine alle dispute tra i due e alla presa definitiva di Cocos-Keeling da parte di Clunies-Ross.
Clunies-Ross, nel frattempo, continuava la sua cinica attività, sfruttando gratuitamente i suoi uomini: erano anni duri per gli schiavi. Il commercio degli schiavi fu abolito dal Regno Unito nel 1807, mentre i divieti alla schiavitù nelle colonie britanniche iniziarono nel 1833: chi mai avrebbe scoperto e denunciato, tuttavia, l’illegalità di Clunies-Ross in quelle sperdute isole, senza alcun testimone? Nessuno se non Charles Darwin, durante il suo lungo giro del mondo.
John Duncan Clunies-Ross (1860-1930):
Nel 1836, infatti, Darwin sbarcò a Cocos-Keeling con l’equipaggiamento della HMS Beagle. Qui Darwin studiò gli atolli, sviluppando una nuova tesi geologica: li descrisse, nei suoi diari, come delle terre ad anello vulcaniche che affondano gradualmente nell’oceano.
Ross I, accogliendo Darwin nella sua nuova “casa”, doveva nascondere quanto avveniva sul posto: con l’arrivo dello scienziato, iniziò a pagare otto pence al giorno i suoi schiavi, migliorando le condizioni di vita dei suoi uomini, anche con la costruzione, in fretta e furia, di piccole case. Un vero e proprio occultamento della realtà, che porterà Darwin a scrivere, nei suoi diari sulle Cocos-Keeling, una frase dal significato ambiguo e contraddittorio: “qui ci sono uomini liberi in alcune aree, schiavi in altre”. Da lì, comunque, nessuno passò ad indagare e per evitare un possibile fermo i Clunies-Ross cambiarono, via via, i rapporti con i malay, divenendo più morbidi.
Ross V con i fratelli Elizabeth e Charles William
Clunies-Ross, intanto, era solo un sedicente re: scrisse in quegli anni alla Corona inglese e olandese, chiedendo il riconoscimento del suo Casato ma non ricevette alcuna risposta. Fu, comunque, naturalizzato olandese, grazie ai continui contatti commerciali con le coste indonesiane (allora appartenenti ad Amsterdam).
Una volta migliorate le condizioni di vita locali, Cocos-Keeling col tempo crebbe e iniziò a costruire una propria identità: la popolazione divenne prevalentemente creola, grazie ai figli nati dall’unione tra europei e malesi (tra cui anche il futuro re Ross III che sposerà una donna balinese) e raggiunse, in dieci anni, circa 200 abitanti.
“Oceania House”, residenza della famiglia Clunies-Ross a West Island
Clunies-Ross e la moglie Elizabeth morirono entrambi nel 1854 e succedette, poi, il figlio, allora trentunenne, John George, divenendo ufficialmente Ross II. Pur implorando la regina Vittoria di riconoscere il proprio territorio come colonia integrante dell’Impero Britannico, nel 1857 Londra rivendicò le isole: solo il tornado che devastò gli atolli nel 1861 permise all’Inghilterra di allontanarsi dalle mire di annessione e lasciare ogni spesa di ricostruzione al Re di Cocos-Keeling. La regina Vittoria, da Londra, concesse infine le isole ai Ross, per sempre, solo nel 1886, e da lì nacque un vero e proprio microcosmo interno, godendo, da entità feudale privata, di una propria autonomia. Fu, dunque, Ross III (1842-1910), dopo la prematura morte di Ross II nel 1871, ad occuparsi delle storiche riforme, grazie alla scoperta di giacimenti di fosfati che permisero un’ingente entrata di nuovi fondi al Regno.
Ross III, al secolo George Clunies-Ross, impose l’autorità sull’isola; fondò la propria Reggia nel tipico stile vittoriano dell’epoca, ribattezzandola Oceania House (oggi adibita a museo); creò, per alcuni anni, la moneta Cocos Rupee; più avanti, dal 1933, furono emessi anche francobolli; portò, qui, nuovi macchinari per la produzione e, non ultimo, riuscì a far collegare Cocos-Keeling all’Australia e alla Gran Bretagna con l’allora innovativo cavo telegrafico sottomarino. Pur autonomo, il territorio fu comunque controllato dall’esterno: prima dalla colonia inglese di Ceylon (oggi Sri Lanka) e poi da Singapore.
Moneta delle Isole Cocos (Keeling), con stemma (1910):
Il dopoguerra, per le Cocos-Keeling, che nel frattempo cambiarono la grafia del nome, divenne cruciale: cominciò, lentamente, il percorso che portò i Ross alla decadenza. Prima, il Cocos (Keeling) Islands Act del 1955 portò alla cessione di Cocos (Keeling) dal controllo di Singapore a quello australiano, con le isole che entrarono nel Commonwealth. Poi, tra gli anni ‘70-’80, la dinastia perse ulteriore terreno. Il feudo fu annesso all’Australia nel 1978, ponendo fine alla dinastia e nel 1984 un referendum popolare, tenuto il 6 aprile e composto da 261 elettori (tra cui gli stessi Ross) portò le Cocos (Keeling) a un bivio, attraverso tre quesiti: indipendenza (che avrebbe ripristinato il ruolo dei Ross), Nazione Costitutiva dell’Australia o annessione senza riserva. Vinse, con l’88% dei voti, la terza opzione e da quel momento sono le leggi vigenti nello Stato federale dell’Australia Occidentale a regolare la vita sull’isola.
Il principe Filippo saluta mentre lui e la regina Elisabetta, accompagnati da John Clunies-Ross, ritornano alla loro nave da Home Island (1954):
Il voto del 1984 gode di una particolare curiosità:
Viene considerato il più piccolo referendum per l’autodeterminazione di un popolo mai tenuto nella storia
Oggi, Cocos (Keeling) sono amministrate dal Dipartimento delle Infrastrutture, dello Sviluppo Regionale e delle Città, con sede a Canberra e pur possedendo un Consiglio formato da 7 seggi, viene nominato un governatore generale non residente. Molti dei suoi abitanti hanno mantenuto la fede islamica ereditata dalla Malesia e i musulmani rappresentano circa il 75% degli abitanti. Pur disponendo di una clinica locale, per le cure contro le malattie più gravi i cittadini sono tenuti a spostarsi sull’Australia continentale, finanziando il viaggio attraverso un’apposita assicurazione sanitaria.
E i Clunies-Ross, che fine hanno fatto? Dopo la fine della dinastia, divennero normali cittadini australiani. L’ultimo re John Cecil Clunies-Ross (Ross V) si trasferì a Perth, morendo a 91 anni nel 2019. Il figlio primogenito, John George, nato nel 1957, è tornato a casa, oggi vive a West Island e ha quattro figli: si occupa di attività commerciali marine e fa da portavoce alle richieste dei pescatori locali, lottando contro il rischio di abbandono delle isole.