Nel corso della storia dell’arte le artiste hanno sempre sofferto il confronto con i colleghi maschi, poche di loro hanno raggiunto la stessa fama nei secoli, spesso rimaste in una posizione di secondo piano. Jeanne Hebuterne è stata annullata dalla fama e dal carattere di Amedeo Modigliani e soprattutto dal suo amore per lui, tanto da essere ricordata non come donna e artista ma come moglie (che peraltro non fu mai) e modella, e non per le sue qualità.
Jeanne Hébuterne era nata a Meaux il 6 aprile 1898 in una famiglia borghese, benestante e cattolica, molto religiosa. Aveva un fratello, André, pittore dilettante al quale era molto legata e che la introdusse nell’ambiente artistico di Montparnasse. Qui conobbe Leonard Tsuguharu Fujita , pittore giapponese naturalizzato francese, per il quale fece da modella. Era una ragazza molto bella, la chiamavano “noce di cocco” per il colore castano dei capelli in contrasto con una pelle bianchissima. Timida e riservata ma molto appassionata di arte e con ben chiaro quello che avrebbe voluto fare da grande. Dipingeva lei stessa, aveva un’ottima mano e voleva iscriversi all’Accademia Colarossi, dove venivano ammesse anche ragazze per studiare arte.
I suoi genitori non erano favorevoli, l’ambiente artistico era visto come poco adatto ad una “brava ragazza”, era assolutamente disdicevole che si trovasse in mezzo a tanti uomini a dipingere nudi femminili e, ancor peggio, nudi maschili con modelli dal vivo. Ma la ragazza era determinata, e nel 1916 riuscì a spuntarla dopo infinite liti e insistenze.
Non è chiaro come e dove Jeanne conobbe Amedeo Modigliani. Forse a una festa in costume o forse presentati dallo stesso Tsuguharu Foujita, ma si sa che era il febbraio 1917.
Lei aveva 19 anni, lui 33 ed aveva appena concluso una delle sue tante relazioni burrascose.
Fu un colpo di fulmine per entrambi
Ritratto di Modigliani di Jeanne Hebuterne:
Amedeo Modigliani:
I genitori di Jeanne si opposero violentemente alla relazione e, in fondo, a ragione. Lui era un uomo “vissuto”, malato di tubercolosi che l’aveva costretto a lasciare la scultura, suo primo amore, per via delle polveri di marmo e pietra. Si era dedicato poi alla pittura, aveva molte donne, era dedito all’alcool e all’hashish, di carattere collerico, faceva vita da bohémienne con pochissimi mezzi e inoltre, come non bastasse, era ebreo, difetto non da poco per una famiglia fortemente cattolica.
Ma Jeanne aveva totalmente perso la testa, e in luglio lasciò la famiglia per andare a vivere con Amedeo in un appartamentino sottotetto pagato dal mercante d’arte Léopold Zborowski. La coppia viveva in una miseria nera, ma sopravvivevano con la vendita dei disegni di lui e l’aiuto di Zborowski e chi li frequentava raccontava che passavano le giornate dipingendo entrambi.
Anche Modigliani era probabilmente innamorato di Jeanne, ma a suo modo, continuava a fare la sua solita vita disordinata e Jeanne lo seguiva, zitta e tranquilla, pur di stare insieme. Alcuni amici la ricordano seduta accanto a lui nei caffè, senza aprire bocca, appagata dalla sua presenza anche se spesso ignorata.
Autoritratto di Jeanne:
Tutto era in funzione di lui, Jeanne dipingeva sempre meno e posava per Modigliani, che le fece in totale più di 20 ritratti. I quadri di Jeanne dopo l’incontro con Modigliani danno l’idea di un disagio interiore, tanto da arrivare ai quadri “Morte di Jeanne” dove un uomo, forse Modigliani, osserva il corpo di Jeanne steso sul letto e “La suicida”, una donna incinta stesa sul letto con la ferita di un coltello.
“La suicida” dipinto di Jeanne
“La Jeanne morta” dipinto di Jeanne
Nel 1918 la salute di Modigliani stava peggiorando e in marzo Jeanne scoprì di essere incinta
Zborowski suggerì di cambiare aria sperando che il mare giovasse a Modigliani e tutti e tre si trasferirono a Nizza insieme a Leonard Tsuguharu Fujita con la compagna. Il 29 novembre del 1918 nacque Jeanne, riconosciuta dalla madre ma non da Modigliani, che si era impegnato a sposare la compagna ma non lo fece mai.
Autoritratto di Jeanne del 1916:
La vita di Jeanne cambiò radicalmente. Da artista e compagna bohémienne passò a far la mamma a tempo pieno, era sempre a casa con la bambina e con la tata, assunta perché in fondo entrambi i genitori non si curavano molto della piccola. La vita di Modigliani non cambiò affatto, sempre in giro nei caffè e sempre pieno di donne e nuove avventure. La presenza della piccola limitava Jeanne, che non poteva seguire il compagno, e si ritorceva nella sofferenza di solitudine e gelosia per i continui tradimenti.
Nel maggio 1919 Modigliani tornò a Parigi, e a giugno lo raggiunse Jeanne, nuovamente incinta, ma senza la piccola Jeanne che restò a Nizza, e la coppia andò ad abitare in un appartamento in Rue de la Grande Chaumière.
Autoritratto di Jeanne:
I due vivevano con quello che gli passava mensilmente Zborowski, ma Modigliani spendeva molto per sé, per i suoi vizi e per le sue compagnie nei caffè. Jeanne era depressa, ma bastava che Modigliani le dedicasse un po’ di attenzioni per farla rinascere.
Purtroppo per lei era completamente soggiogata dal suo fascino e dall’amore che provava per l’artista, nonostante tutto
Dipinto di Jeanne:
La gravidanza procedeva, così come procedeva la malattia di Modigliani, quasi un suicidio prolungato con lo stile di vita che aveva continuato a tenere. Lui non lavorava quasi più, rifiutava le cure, lei era totalmente dedita a lui, incurante di tutto il resto. Chi li andò a trovare in quel periodo li trovò a vivere nel degrado assoluto, sporcizia, scatole di sardine vuote, unico cibo che potevano permettersi, bottiglie di vino vuote, la casa gelida senza riscaldamento. Il 22 gennaio del 1920 un gruppo di amici andarono a bussare alla porta ma, non ottenendo risposta, gli amici insieme a un vicino di casa sfondarono la porta e li trovarono stesi sul letto.
Modigliani era in delirio e Jeanne, incinta ormai di 9 mesi, gli era accanto
Modigliani venne subito portato in ospedale, già in coma, ma la prognosi era infausta e morì due giorni dopo, il 24 gennaio, di meningite tubercolare all’Hopital de la Charité.
Jeanne era distrutta, aveva perso l’unica sua ragione di vita. La prima notte la passò in albergo, dove l’aveva sistemata Zborowski per non lasciarla nell’appartamento da sola, ma la mattina dopo la cameriera trovò un coltello sotto al cuscino e temendo volesse suicidarsi venne portata a casa dei genitori. Jeanne pareva tranquilla ma era sconnessa dalla realtà, il fratello le stava vicino ma non era di sollievo, e probabilmente la donna aveva già deciso per la sua vita.
Alle 4 del mattino del 26 gennaio Jeanne si buttò dalla finestra del quinto piano morendo sul colpo insieme al bimbo che stava per nascere
Ritratto di Jeanne di Amedeo Modigliani:
Il corpo di Jeanne venne portato su una carriola nell’appartamento in rue de la Grande Chaumière (per non impressionare i genitori) dove venne vegliata da amiche e amici.
Modigliani ebbe un funerale imponente, pagato dagli amici artisti che parteciparono numerosissimi e venne sepolto il 27 gennaio al cimitero Père-Lachaise.
Ritratto di Jeanne di Amedeo Modigliani:
I genitori di Jeanne non vollero che la figlia venisse sepolta accanto a quello che ritenevano la sua rovina e la causa della morte sua e del nipotino ancora non nato, e con funerale privato la fecero seppellire nel cimitero di Bagneux.
Nel 1930 la famiglia Hébuterne concesse di traslare la figlia nel cimitero Père-Lachaise accanto a Modigliani
La tomba di Amedeo Modigliani e della compagna Jeanne Hébuterne al cimitero di Père-Lachaise. Fotografia di Hypergio via Wikipedia CC BY-SA 3.0:
Tutti i dipinti e i disegni di Jeanne furono conservati dalla famiglia e i genitori si rifiutarono di esporli, la figlia era stata una vergogna per la famiglia e la morte da suicida era stato l’ultimo atto di una vita ribelle. Solo dopo la loro morte il fratello André ne permise l’esposizione.
Ritratto di Jeanne di Amedeo Modigliani:
La figlia Jeanne crebbe con la nonna paterna e fu poi adottata dalla sorella di Modigliani. Ricevette così finalmente il nome che non le era stato dato dal padre. Fu la più grande biografa del pittore, cercando di riabilitare la figura di “pittore maledetto” negando fosse alcolizzato, drogato e collerico. Può essere comprensibile per l’amore filiale ma in fondo lei non arrivò a conoscere nessuno dei due genitori che morirono quando aveva solo 2 anni. Jeanne Modigliani morì nel 1984.
La tomba al cimitero Père-Lachaise riporta il seguente epitaffio in italiano:
AMEDEO MODIGLIANI
PITTORE
NATO A LIVORNO IL 12 LUGLIO 1884
MORTO A PARIGI IL 24 GENNAIO 1920
MORTE LO COLSE QUANDO GIUNSE ALLA GLORIA
JEANNE HEBUTERNE
NATA A PARIGI IL 6 APRILE 1898
MORTA A PARIGI IL 25 GENNAIO 1920
DI AMEDEO MODIGLIANI
COMPAGNA DEVOTA FINO
ALL’ESTREMO SACRIFIZIO
Neppure con la morte le venne riconosciuto altro che un “di Modigliani compagna devota”.