Alcuni ricercatori hanno recentemente scoperto che alcuni vasi sanguigni di un dinosauro a becco d’anatra vecchio 80 milioni di anni sono giunti sino ai giorni nostri in uno stato di conservazione non fossile, contenenti ancora il sangue (puro) del gigantesco animale. Gli scienziati hanno scoperto i campioni nel femore di un Brachylophosaurus canadensis, un dinosauro a becco d’anatra di 9 metri di lunghezza, ritrovato nel Montana nel 2007. Anche se sono passati ormai ben 8 anni dalla scoperta del fossile, non era ancora chiaro se i vasi sanguigni fossero fatti di materia organica appartenente all’animale o se fossero stati contaminati nel corso dei milioni di anni di riposo con batteri o altri componenti non propri.
Alcuni test di cui sono stati pubblicati i risultati in Novembre dimostrano come i campioni siano appartenenti interamente all’animale, il che li rende i più antichi vasi sanguigni conosciuti ad oggi. La scoperta va a supporto della teoria che le strutture organiche, come appunto i vasi sanguigni o le cellule, possano mantenere il loro stato per milioni di anni, senza obbligatoriamente fossilizzarsi.
Tim Cleland, ricercatore presso l’Università del Texas a Austin, ha dichiarato a LiveScience: “Gli altri componenti principali dell’osso di questo dinosauro (la matrice e le cellule ossee) erano già state studiate, così abbiamo iniziato a studiare i vasi sanguigni in modo isolato“. Il nuovo progetto ha permesso ai ricercatori di concentrarsi “sulle proteine vascolari che possono contenere più informazioni evolutive“.
Per studiare i vasi sanguigni, Cleland e i suoi colleghi hanno demineralizzato un frammento osseo della gamba e lo hanno studiato con la spettroscopia di massa ad alta risoluzione. Questa tecnica utilizza uno strumento per misurare e sequenziare le proteine e i peptidi (catene di aminoacidi come le proteine, ma più brevi). Una delle proteine all’interno del vaso sanguigno, la miosina, si trova nelle pareti dei muscoli lisci presenti nei vasi sanguigni. In un test separato sono stati usati degli anticorpi per rilevare proteine specifiche in una sottile porzione dei vasi sanguigni, che hanno rilevato le stesse proteine osservate con la spettroscopia di massa, confermando così i risultati.
I ricercatori hanno testato inoltre alcune ossa di polli e struzzi, i moderni dinosauri (per approfondire: Wikipedia). Sia nei campioni antichi sia in quelli moderni le sequenze peptidiche erano le stesse di quelle trovate nei vasi sanguigni del dinosauro. “Questo studio è la prima analisi diretta dei vasi sanguigni di un organismo estinto, e ci fornisce l’opportunità di capire che tipo di proteine e tessuti possano resistere al tempo e di come cambino durante i processi di fossilizzazione“, afferma Cleland.
Maria Schweitzer, paleontologo molecolare presso la North Carolina State University e co-autrice dello studio, afferma: “Parte del valore di questa ricerca è che ci dà un’idea di come le proteine possano cambiare durante oltre 80 milioni di anni. Ci dice non solo come i tessuti si conservino nel tempo, ma ci dà la possibilità di vedere come questi animali si siano adattati al loro ambiente mentre erano ancora in vita“.
I risultati sono stati pubblicati online il 23 novembre sul Journal of Proteome Research.
Fonte: Live Science