L’Islanda, geologicamente parlando, è una terra giovanissima in cui l’attività vulcanica e geotermica è frequente e di grande impatto. In passato, gli abitanti che non riuscivano a dare una spiegazione a quello che accadeva sotto di loro, trovarono delle risposte in un mondo soprannaturale, popolato da elfi, nani, fate e troll, come da tradizione della mitologia nordica.
Ancora oggi i miti e le leggende su questi esseri invisibili sono molto vivi e profondamente radicati, perché il continuo mutamento dell’isola, che tutt’ora caratterizza il suo territorio, con fenomeni talvolta molto strani, contribuisce ad alimentare queste antiche credenze.
Fonte immagine: Danny Nicholson via Flickr – licenza CC BY-ND 2.0
Anche se Elfi e Fate probabilmente entrarono a far parte della mitologia islandese grazie ai coloni norvegesi (Elfi), e agli schiavi irlandesi (Fate), alla fine divennero per gli isolani quegli “esseri invisibili” che popolano l’Islanda.
Nel sud dell’isola, poco distante dalla cascata di Foss á Síðu, ci sono due formazioni rocciose di basalto colonnare, molto particolari. L’aspetto peculiare di queste rocce, formatesi probabilmente alla fine dell’Era Glaciale, è dovuto al repentino raffreddamento della lava liquida incandescente, solidificatasi a contatto con la fredda acqua del mare. Nella lava si aprì una fitta rete di fratture orizzontali, che dilatandosi determinò la formazione delle colonne a sei lati.
Fotografia di Stephanie Perrin via Flickr::
Il nome dato alle formazioni, Dverghamrar, o Rocce dei Nani, si riferisce alle molte creature che popolano le leggende nordiche: queste sono le famose scogliere della raccolta di favole “Íslenskar Þjóðsögur og sagnir” (Leggende e Racconti islandesi).
Fotografia di Jennifer Boyer via Flickr:
Si narra che nel 1904, una giovane ragazza di nome Olaffa, che viveva in una fattoria vicina, sentì il suono di una canzone provenire dal Dverghamrar. La ragazza si guardò intorno, ma non vide nessuno. Il canto continuava, ma il luogo era deserto, così Olaffa rimase lì ad ascoltare, riconoscendo il brano religioso “Faðir á Himna Haed” (Padre Celeste). Quando fu accertato che nessun essere umano si trovasse lì in quel momento, molti pensarono che a cantare fossero stati i nani delle scogliere. Dopo questa testimonianza, gli Islandesi ritengono che il piccolo popolo dei nani sia di religione cristiana.
Fotografia di VillageHero via Flickr:
L’Islanda è un posto quasi mistico: le sue leggende, la sua gente, il suo paesaggio, tutto concorre a rendere quest’isola un’esperienza unica, per chiunque la visiti.
Conosciuta come “La Terra del Fuoco e del Ghiaccio“, in realtà l’Islanda sfugge a qualsiasi definizione. C’è una magia antica tra le rocce, le grotte e le scogliere di quest’isola giovane, dove vivono piccole creature invisibili ai più. Dverghamrar è solo uno dei tanti rifugi nascosti del “piccolo popolo” che ha scelto l’Islanda come casa.