Già quel soprannome, Lupa di Francia, la dice tutta sul carattere battagliero di Isabella di Francia, a smentire ancora una volta l’immagine di principesse e regine medioevali chiuse in un castello ad ascoltare i versi di poeti che esaltano l’amor cortese.
Isabella, nata nel 1295, è figlia di Filippo IV di Francia, detto Il Bello. Pare che abbia preso da lui, quanto a bellezza, perché la madre, Giovanna di Navarra, è una donna non particolarmente avvenente, dalla pelle olivastra e con un viso paffuto.
Isabella di Francia in un ritratto di fantasia – autore sconosciuto
Quanto a carattere, Isabella non ha nulla da invidiare al padre, che è il sovrano più potente d’Europa, capace di sfidare il Pontefice (a lui si deve il famoso episodio dello schiaffo di Anagni e la “cattività avignonese”) e di sopprimere, in un bagno di sangue, l’Ordine dei Cavalieri Templari.
Isabella sposa, ovviamente per motivi dinastici, il suo secondo cugino, Edoardo II d’Inghilterra. Il matrimonio è concordato da tempo dai rispettivi padri (anche se poi il sovrano inglese minaccia di rompere il fidanzamento) e fortemente sollecitato dal papato.
Quando i due convolano a nozze, nel 1308, Isabella ha all’incirca 12 anni (il suo anno di nascita non è certo) ed Edoardo, anche lui di bellissimo aspetto, dieci di più.
Edoardo II d’Inghilterra – autore sconosciuto
Isabella capisce che il suo matrimonio sarà complicato già il giorno delle nozze, quando Edoardo, durante il banchetto, anziché sedersi vicino a lei preferisce accomodarsi accanto a Pietro Gaveston, “arrogante e pomposo” cavaliere guascone, odiato dalla nobiltà inglese per le sue origini modeste, scandalosamente nominato conte di Cornovaglia (con gli annessi ricchi possedimenti) da Edoardo II.
E pensare che glielo aveva messo al fianco suo padre, Edoardo I, nella speranza che quel valente cavaliere potesse risvegliare nel figlio interessi più maschili di quelli dimostrati fino ad allora: non gli piace cacciare né giostrare nei tornei cavallereschi e la guerra gli fa orrore; ama invece la musica, la poesia e perfino i lavori manuali.
Il risultato non è quello sperato, perché Gaveston diventa l’ambiguo favorito di Edoardo, tanto che il padre deve allontanarlo da corte, tra le mille rimostranze del principe. La separazione dura poco, perché qualche mese dopo il sovrano muore, Edoardo II richiama subito Gaveston e, tanto per far capire quanto tiene a lui, lo nomina conte di Cornovaglia.
La bellissima Isabella quindi subisce un affronto dal marito (il gesto offende tutti i parenti della sposa), che per di più regala i suoi gioielli al favorito, e lui, come niente fosse, li indossa in pubblico.
Enrico II e Pietro Gaveston, di Marcus Stone – 1872
L’impopolarità di Gaveston, se pur sopportato da Isabella, cresce a dismisura tra i baroni inglesi, che pensano di ribellarsi al sovrano, foraggiati da Filippo il Bello, informato dalla figlia della sua incresciosa situazione. Isabella scrive di essere “la più misera delle mogli” perché Edoardo è “un completo estraneo nel mio letto”.
Da secoli gli storici discutono sulla omosessualità, o bisessualità di Edoardo, senza trovare alcuna possibile conferma sul suo orientamento sessuale, o per lo meno sul tipo di relazione intrattenuto con i numerosi favoriti (platonica o carnale?).
Comunque sia, dal matrimonio con Isabella nascono quattro figli, mentre Gaveston viene prima esiliato in Irlanda, poi riammesso a corte dove, stranamente, Isabella lo accoglie senza troppi problemi. Nel 1312, dopo una disastrosa avventura contro la Scozia, i baroni insorgono, Isabella appoggia il marito che è costretto a scappare, mentre Gaveston, che si rifugia al Castello di Scarborough, viene giustiziato.
Non che la situazione migliori dopo la morte del cavaliere guascone: i baroni sono sempre sul piede di guerra, mentre Isabella cerca l’appoggio della Francia, a favore del marito, che nel frattempo si è trovato un nuovo favorito, Hugh le Despencer, conte di Whinchester, che al re sembra la persona giusta per vendicarsi della morte di Gaveston. Questo personaggio diventerà, insieme al padre (che si chiama come lui), l’uomo più potente del regno.
Se Isabella aveva sopportato il precedente favorito, questa volta proprio non ci sta. Quel Despencer è avido di ricchezze, violento e senza scrupoli. Dopo un breve periodo di esilio, ottenuto da Isabella grazie all’appoggio francese, il favorito del re torna a corte più arrogante che mai. Sono anni drammatici, di confische di terreni ingiustificate e di esecuzioni di intere famiglie, mentre Isabella inizia a temere per la sua stessa sorte. Despencer rifiuta di pagare la sua rendita, le confisca due castelli e forse, ma non c’è prova, alza le mani su di lei. Succede poi che la regina, durante una delle frequenti guerre con gli Scozzesi, scampa per un pelo alla loro cattura, dopo aver invocato invano l’aiuto del marito. In quel frangente muoiono due delle sue dame di compagnia e lei decide finalmente che la misura è colma. Nel 1322 parte, da sola, per un viaggio di dieci mesi in Francia, con il marito che non esita a confiscarle delle terre perché lei si rifiuta di giurare fedeltà ai Despenser, ai quali affida, per giunta, la custodia della loro figlia più piccola, Joan.
Nel 1325 Isabella torna in Francia per trattare con il fratello Carlo IV, che si è ripreso i possedimenti di Edoardo in continente. La regina si veste da vedova perché, dice, qualcuno si è messo tra lei e suo marito, il suo matrimonio è “nullo e vuoto”.
Il sovrano inglese capisce che la permanenza di Isabella in Francia può essere pericolosa per lui: forse gli sono arrivate voci che lei sta radunando un piccolo esercito insieme a Roger Mortimer, conte di March, avverso a Edoardo e ancor più ai Despencer, che hanno derubato la famiglia della moglie di terre e proprietà in Galles. Forse non lo tocca, se non nell’orgoglio, il fatto che Isabella sia diventata non solo alleata di Mortimer, ma anche la sua amante.
Isabella incontra Mortimer, da un manoscritto del XV secolo
Edoardo pretende che la moglie torni subito in Inghilterra, ma Carlo IV gli risponde:
“La regina è venuta di sua spontanea volontà e può tornare liberamente se lo desidera. Ma se preferisce rimanere qui, è mia sorella e mi rifiuto di espellerla”.
Comunque Isabella torna in Inghilterra, il 21 settembre 1326, insieme a Mortimer e a un piccolo esercito di mercenari. La loro vittoria è facile, perché Edoardo ha pochi amici, che subito lo abbandonano.
Isabella torna in Inghilterra con il figlio Edoardo – Disegno da un manoscritto, 1460 circa
I Despencer, padre e figlio, vengono giustiziati, con il consueto corredo di atrocità post-mortem. Edoardo, comunque legittimo re d’Inghilterra, incredulo forse di aver scampato la morte, accetta di abdicare in favore del figlio e finisce recluso nel Castello di Berkeley. E’ il gennaio del 1327.
Nove mesi dopo giunge a corte la notizie della sua morte, sulla quale nascono, da subito, un’infinità di storie. Qualcuno dice che non è morto, ma esiliato in Europa, oppure fuggito e vissuto sotto falso nome in continente, mentre altri affermano che sia riuscito a scappare e abbia scelto una vita da eremita. Chi invece crede alla sua morte incolpa la regina e Mortimer, addirittura si parla di una fine atroce, inflitta con un ferro rovente.
Comunque siano andate le cose, Isabella assume la reggenza per conto del figlio Edoardo III, e regna con il fidato Mortimer per quattro anni. La situazione però è difficile, sia in patria sia nei possedimenti in Francia, e la coppia non governa con saggezza. Si accaparrano beni e proprietà, con lui che si comporta sempre più come se fosse il re e non l’amante della regina.
Finisce che Edoardo III si stanca e organizza una congiura (anche se in realtà lui è l’erede al trono). Mortimer e Isabella vengono fatti prigionieri, ma solo il conte viene giustiziato, nonostante la regina supplichi il figlio di risparmiarlo: “Gentile figlio, abbi pietà del dolce Mortimer”. Un po’ di pietà la dimostra il giovane re, che si accontenta di farlo ammazzare, risparmiando al defunto lo squartamento e lo sventramento.
L’esecuzione di Roger Mortimer
Isabella invece viene confinata nel Castello di Windsor, dove vive molto comodamente e non in solitudine, per altri 27 anni. Ha la sua corte, con tanto di menestrelli e poeti che la allietano. Figli e nipoti le fanno visita e lei trova la voglia di studiare astrologia e geometria.
Muore il 22 agosto 1358, sepolta con il suo abito nuziale e il cuore del marito, come da sua espressa volontà. Forse la bellissima Isabella aveva amato, nonostante tutto, quel suo stravagante (per l’epoca) compagno…