Le atrocità commesse dallo Schutzstaffel, o dalle guardie SS, nei campi di sterminio nazisti, risultano abbastanza documentate. Uomini come Josef Vogel, Gottfried Weise e Herman Wagner, semplici tedeschi che lavoravano come imbianchini e operai prima di unirsi al partito nazista, come guardie delle SS diedero sfogo a tutta la propria depravazione, sadismo e crudeltà. Solitamente si pensa ai “diavoli nazisti” senza tener conto di tutte le guardie donna che furono impiegate nei campi di sterminio. Fra queste si può ricordare certamente Irma Grese, probabilmente una delle guardie più sadiche, se non la più sadica in assoluto, della triste storia dei campi.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Bionda con occhi di ghiaccio, Irma rappresentava l’ideale della razza ariana promossa da Adolf Hitler. Secondo Gisella Perl, ginecologa romena di origine ebraica detenuta ad Auschwitz, la Grese era “una delle donne più belle che abbia mai visto. Il suo corpo era perfetto, il suo viso chiaro e angelico caratterizzato dagli occhi azzurri più innocenti che si possano immaginare. Eppure, Irma Grese è la creatura più perversa e crudele che abbia mai incontrato“.
Dai campi agricoli a quelli di sterminio
La Grese nacque nel 1923 nella regione del Meclemburgo, situata nel nord della Germania. I genitori, Alfred Grese e Bertha Winter-Grese erano contadini con cinque figli. Sua madre si tolse la vita nel 1936 ingoiando Acido Cloridrico, e i figli furono per qualche tempo cresciuti dal padre, un cristiano devoto che usava la violenza fisica per disciplinare i bambini. Irma e altri bambini tedeschi furono esposti al nazismo a scuola a causa dell’Atto del 23 marzo 1933, che costrinse alla dottrina nazista i bambini fin dalle scuole elementari.
Un ritratto della Grese al campo di Berger Belsen:
Immagine di pubblico dominio
Irma prese parte al partito Nazista unendosi alla “Bund Deutscher Mädel – Lega delle Ragazze Tedesche”, e svolse lavori saltuari quali contadina e commessa in un negozio. Ancora adolescente, nel 1938 entrò a lavorare in un ospedale di Hohenlichen, dove rimase due anni, ma le fu impedito di diventare infermiera. Dopo esser tornata a far la contadina e aver tentato nuovamente la carriera infermieristica, nel 1942 fu mandata nel campo di concentramento femminile di Ravensbrück, dove rimase per circa un anno, per poi esser trasferita ad Auschwitz e infine a Berger-Belsen.
Ravensbrück – 1943
Dopo aver superato un rigoroso esame medico, Irma venne inviata a Ravensbrück per il suo addestramento, dove imparò ad abusare dei detenuti e divenne famosa per i suoi promiscui rapporti con gli ufficiali del campo.
Auschwitz-Birkenau – 1944
Nel 1943 ricevette l’ordine di recarsi ad Auschwitz-Birkenau, dove adottò l’abitudine di indossare stivali pesanti e portare una pistola e una frusta intrecciata costituita da corda e cellophane. In brevissimo tempo fu promossa a responsabile femminile del campo Rapportführerin. La Grese divenne famosa non solo per il proprio atteggiamento sadico, ma anche per i suoi due grossi cani da guardia, che teneva affamati e scagliava all’attacco contro gli inermi prigionieri. Era solita frustare le donne che riteneva più formose di sé stessa, che poi conduceva dai medici che le operavano, naturalmente senza anestesia.
Quando una detenuta non gridava a sufficienza per il dolore dell’intervento la Grese la prendeva a calci
Durante le marce dai capannoni ai luoghi di lavoro, Irma Grese divenne famosa perché faceva azzannare dai cani i detenuti che rimanevano indietro.
Josef Kramer e Irma Grese dopo esser stati catturati dagli inglesi:
Immagine di pubblico dominio
Amante di Mengele
Josef Mengele, famoso medico nazista che fu autore di alcuni degli esperimenti sugli esseri umani più diabolici della storia dell’umanità, fu a propria volta amante della Grese, una coppia caratterizzata da inaudita crudeltà e sadismo. La Grese però, oltre alle frequentazioni maschili del campo, era solita stuprare le inermi detenute con oggetti di ogni tipo, e la tendenza al lesbismo si manifestò anche nella costruzione di relazioni stabili con le internate al campo.
Sotto, il “Medico della Morte” Josef Mengele:
Quando però una donna, ma a volte anche uomini detenuti, annoiava l’appetito sessuale della guardia SS, veniva immediatamente torturata e destinata alle camere a gas. Nel caso in cui un detenuto, uomo o donna, avesse rifiutato le avances della Grese, il suo destino era inevitabilmente quello di essere torturato e poi ucciso.
Quando Mengele scoprì le tendenze lesbiche di Irma Grese interruppe la relazione
Bergen-Belsen – 1945
Quando i russi circondarono Auschwitz, nel 1945, la Grese fu trasferita a Ravensbrück e poi a Bergen-Belsen, il campo in cui morirono Anna Frank e sua sorella. Il trasferimento servì solo ad aumentare la brutalità di Irma, che qui costringeva le donne a stare al gelo sotto la pioggia per sei ore alla volta, e se la prigioniera veniva scoperta a piegarsi veniva selvaggiamente picchiata.
Josef Kramer e Irma Grese durante la detenzione:
Immagine di pubblico dominio
A Belsen si guadagnò il soprannome con cui divenne famosa:
La Bestia (il Diavolo) di Belsen
L’arresto e la condanna a morte
Le truppe britanniche giunsero al campo di Berger-Belsen nell’aprile del 1945, tentando di arrestare fra gli altri anche Irma Grese. Ella tirò fuori il revolver e tentò di sparare al soldato Bob Daniel alle spalle ma, prima che la donna fosse in grado di premere il grilletto, Daniel si voltò e lei scappò.
La fuga durò pochissimo, e Irma Grese venne infine imprigionata
Immagine di pubblico dominio
Dopo il suo arresto, le fu chiesto perché avesse partecipato a tali atrocità, e la Grese rispose: “Era nostro dovere sterminare gli elementi anti-sociali in modo che il nostro futuro risultasse assicurato“. Gli inglesi interpretarono quest’affermazione come una confessione, e Irma fu condannata per i suoi crimini. Durante il processo rimase convinta della sua fede nazista, e il 13 Dicembre 1945 divenne la più giovane criminale nazista giustiziata della storia. La notte prima della sua esecuzione, Grese cantò gli inni del partito nazionalsocialista fino alle prime ore del mattino, in compagnia della sua collega Johanna Bormann.
Sotto, Il primo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Bergen-Belsen. Due ex detenute piangono su una delle fosse comuni:
Immagine di pubblico dominio
L’ultima parola che pronunciò sul patibolo, quando le venne infilato il cappuccio bianco e le fu stretto il cappio al collo, fu soltanto una:
Schnell