Bisanzio, una città magica con un’infinità di storie da raccontare. Una città che ha molti nomi: oggi viene chiamata Istanbul, ma in Grecia è ancora “Costantinopoli”, la città di Costantino, uno scrigno pieno di racconti che nella nostra Italia (molto Occidentale) sono meno celebri rispetto alle vicende legate ai sovrani Francesi, Tedeschi, Spagnoli o Inglesi. Ma la storia di Bisanzio e dell’Impero Romano d’Oriente è legata a doppio filo con la nostra, e Irene di Atene è uno dei personaggi cardine di quella storia, basti pensare che fu lì lì per sposare Carlo Magno, se solo non fosse stata detronizzata da un suo “fedelissimo”.
Nella vicenda umana di Irene c’è tutto. Dall’avidità per il potere al cinismo nel far accecare un figlio, dalla voglia di indipendenza rispetto al mondo maschile alla lotta per far accettare il culto delle immagini religiose. Una storia irripetibile vissuta da una donna unica, che come parallelismo nell’Europa più occidentale trova il pari forse solo con quella di Teodolinda regina dei Longobardi, anche se questa non fu costretta alla violenza assoluta come fu Irene, o con Matilde di Canossa, la signora del Medioevo Italiano.
Irene alla Sfilata della Sposa
La storia di Irene (il suo nome completo era Ειρήνη Σαρανταπήχαινα της Αθήνας), nata ad Atene attorno al 752, inizia nella città greca che le darà il nome. Cresciuta in una ricca famiglia ateniese, i Σαρανταπήχου – Sarantapechos, della sua infanzia non sappiamo molto se non che rimase orfana, fu cresciuta in un ambiente familiare dallo zio, il capo del tema, il feudo, di Atene, che però all’epoca era un piccola città di provincia dell’Impero Bizantino, nulla a che vedere con la grande città dell’epoca classica o con la moderna megalopoli. Quando aveva 17 anni circa, nel 769, intraprese un lunghissimo viaggio fino a giungere nei pressi di Costantinopoli, un tragitto che la condusse alla corte di Costantino V. Qui la storia diventa curiosissima.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Irene partecipa alla “Sfilata della sposa”, un rito che prevedeva una vera e propria sfilata di donne che avevano i titoli per diventare imperatrici consorti. Le ragazze erano ingioiellate e abbellite il più possibile, e la vincitrice veniva scelta non solo per la “bellezza” ma anche per l’eleganza, il portamento, in modo da risultare la più degna di condividere il trono. Ora noi non siamo sicuri di questa sfilata perché per Irene non è un dato storico accertato ma è presunto. La suocera fu scelta così e Irene stessa indisse una sfilata per il figlio Costantino. Le probabilità che lei fosse stata scelta in questo modo sono molto, molto alte.
Curiose le caratteristiche che venivano ricercate:
- Un’altezza giusta secondo il metro imperiale, di cui non sappiamo nulla
- Un seno rigoglioso, un evidente richiamo alla maternità
- Un piede che rientrasse nelle misure richieste, caratteristica anche questa di cui non sappiamo nulla
In quel momento la sorte di Irene cambia la storia. Viene scelta come consorte e nel giro di un mese si sposa con Leone, diventando erede al trono di un Impero ricchissimo. E’ curioso pensare cosa sarebbe successo a Irene se non fosse stata scelta. Di lei non avremmo saputo assolutamente nulla, sarebbe passata come una delle tantissime persone dimenticate nel corso della storia. E invece…
Iconodulia VS Iconoclastia
Alla corte bizantina Irene è benvoluta e ha la fortuna di riuscire a partorire dopo appena un anno di nozze un maschio, Costantino VI, nato a Gennaio del 771. Riguardo la vita di Leone IV e Irene, fra il 769 quando si sposarono e il 775, non sappiamo praticamente nulla, ma diventano protagonisti nel 775, quando Costantino V muore e Leone diventa imperatore dei Romei (Βασιλεὺς τῶν Ῥωμαίων). Sulla politica estera di Leone IV non dirò nulla, ci vorrebbe un articolo a parte per trattare di questi aspetti. La parte che ci interessa oggi del suo regno è certamente a livello di politica interna, direi quasi familiare, e di politica religiosa.
Il periodo è quello della diatriba fra gli iconoclasti, coloro i quali avversano la venerazione delle immagini sacre, per loro un pretesto per idolatrare le icone stesse al pari degli dei pagani, e gli iconoduli, coloro i quali invece sostengono sia legittimo realizzare e venerare le immagini sacre perché rimandano all’idea della divinità cristiana. La lotta non è solo sul “principio”, ma anche politica, perché mentre gli iconoduli hanno un grande seguito a livello del clero cristiano gli iconoclasti sono affini al mondo Musulmano, religione ancor oggi iconoclasta.
Il talamo nuziale è condiviso da due persone di fede uguale (il cristianesimo non era ancora diviso fra cattolico e ortodosso) ma di indirizzo diverso, ovvero Irene iconodula e Leone IV iconoclasta. Il nonno di Leone IV, Leone III, aveva condotto una vera e propria battaglia alle immagini sacre, facendo distruggere tutte le icone dell’Impero Bizantino, e così aveva fatto anche il padre, Costantino V. Non voglio dilungarmi ma abbiate pazienza, è da qui che origina una battaglia feroce: Leone III aveva condotto questa crociata contro le immagini sacre forse per convinzione religiosa e superstiziosa, perché convinto che le calamità naturali che affliggevano l’Impero fossero dovute all’ira divina, ma anche per convenienza politica, perché in questo modo si ingraziava i moltissimi musulmani ed ebrei che vivevano nel suo impero. Purtroppo per lui i cristiani erano storicamente iconoduli, e quindi da una parte otteneva consenso mentre dall’altra lo perdeva, ma questo è un altro argomento.

Leone IV si lascia influenzare dall’iconodulia di Irene d’Atene, non compie chissà quali persecuzioni nei confronti delle immagini sacre, fino a quando non scopre quale intollerabile “peccato” commetta la moglie. Un giorno, alzando il cuscino della donna, scopre che dorme in un letto dove sono presenti due immagini sacre coperte, due santini per esser più spicci, un affronto intollerabile per l’Imperatore. Irene perde il suo favore e i consorti finiscono col dormire in stanze separate.
Ma Leone non ha compreso la tempra della donna che si trova accanto
Nel 780 l’Imperatore muore in seguito a un malore, probabilmente un violento attacco di febbre causato dalla tubercolosi. Alcuni ritengono che fu Irene ad avvelenare il marito, altri sono più scettici, le fonti sono tutte successive al regno dei sovrani. In pratica non sapremo mai quale fu la reale causa della morte.
Sia come sia, il figlio di 9 anni della coppia, Costantino VI, diventa il nuovo imperatore. Era già stato nominato dal padre suo coimperatore mentre era in vita, e Irene assume la reggenza dello stato. Ma l’imperatrice naviga in acque burrascose.
Costantino VI e la Reggenza
Solo due mesi dopo l’ascesa di Costantino e Irene i fratellastri dell’Imperatore, che sono 5 (Niceforo, Cristoforo, Niceta, Antimo e Eudocimo) e sono parecchio arrabbiati per non esser stati nominati come successori da Leone, tramano per far salire al trono il più anziano fra loro, Niceforo, il quale aveva già tramato contro Leone IV nel 776. La questione diventa l’ennesimo motivo per contrapporre gli iconoclasti, i fratelli di Leone e apprezzati membri dell’élite militare dell’Impero, a Irene, Iconodula e avulsa dal contesto militare, ma il complotto fallisce.
E qui ci si potrebbe aspettare che i 5 fratelli vengano decapitati o siano torturati a morte. E invece no, in quel tempo, era già successo con Leone IV e Niceforo, una possibile punizione per i parenti che complottavano contro l’Imperatore era la tonsura clericale e la condanna all’esilio come sacerdoti. Tutti e 5 vengono quindi fatti preti e allontanati da Costantinopoli, una punizione evidentemente assai grave all’epoca.
I 5 fratelli dell’ex-imperatore li ritroviamo pochi anni dopo, protagonisti di un nuovo tentativo di colpo di stato. Nel 792 Niceforo viene acclamato da una parte delle truppe come Imperatore, al che Costantino VI reagisce con violenza. Niceforo viene accecato mentre agli altri 4 viene tagliata la lingua, e tutti finiscono confinati in monasteri sparsi per l’Impero. Per inciso: le mutilazioni erano una punizione regolamentata nell’Impero Bizantino, fatemi sapere sei vi interessa parlarne in un video dedicato.
Sventata la congiura dei fratelli di Leone Irene si dedica all’amministrazione dello stato, che tenta di cambiare radicalmente a livello religioso. L’Imperatrice decide che l’iconoclastia va resa illegale, e ordisce tutta una serie di trame a livello clericale affinché il suo progetto prenda forma. Alla fine riesce davvero a far scomunicare gli iconoclasti con il Concilio di Nicea del 787, una vittoria personale che parte da lontano e che la fa risultare apprezzatissima dal clero cristiano. Al concilio però non viene convocata una delegazione franca e Carlo Magno non la prende bene, se così possiamo dire. Nell’794 chiede a papa Adriano I di scomunicare Irene, ma Adriano rimane fermo nell’accettazione dei risultati del Concilio. Anche se Adriano accetta le conclusioni la lotta fra iconoclasti e iconoduli sarà uno dei (tantissimi) prodromi del grande Scisma del 1054, che dividerà per sempre la chiesa Romana Cattolica da quella Ortodossa, ma questo è un altro argomento.
E’ il 787 il punto di svolta dei destini del governo di Irene. Per ricucire lo strappo con i franchi seguenti al concilio la donna progetta di far sposare il figlio, Costantino VI, con la figlia di Carlo Magno, Rortrude, un’unione che avrebbe consentito a Occidente e Oriente di unirsi di nuovo sotto la stessa dinastia di Imperatori. Il progetto, però, fallisce.
Forse Irene teme che Carlo Magno la voglia allontanare dal trono, voglia ridimensionare il suo potere, forse ci sono ragioni diverse che noi non conosciamo e non sono registrate, fatto sta che oriente e occidente rimangono divisi.
Assassinio dell’Imperatore
Irene è a capo dell’Impero di Costantinopoli da ormai 10 anni, e nel 790 si nomina Autòcrate dei Romani, quindi investita di potere assoluto. Il figlio Costantino non può più accettare questa situazione, ormai ha 19 anni ed è venuto il suo momento come imperatore dei Romei. A questo punto iniziano una serie di conflitti interni di cui vi evito i dettagli, ma che si possono ricondurre sempre alla lotta fra iconoduli e iconoclasti. I diritti al trono di Costantino VI vengono sostenuti dalla frangia orientale dell’esercito, le truppe Anatoliche, iconoclaste, mentre Irene ha il suo maggior seguito a Costantinopoli dove si trovano gli iconoduli. Costantino è acclamato imperatore ma la rivendicazione fallisce e le truppe anatoliche sbaragliate.
Irene punisce il figlio facendolo frustare, ma Costantino non si arrende. Le truppe anatoliche si riorganizzano e costringono Irene a rifugiarsi nel palazzo che si è fatta costruire anni prima, l’Eleuterio. Per un anno Costantino VI regna come unico Imperatore, ma Irene nel 791 riesce a tornare Imperatrice.
A questo punto Irene ha certamente capito che lo scontro con la forza, opponendo le diverse frange dell’esercito che appoggiano la sua iconodulia o l’iconoclastia di Costantino VI non la porterà a nulla. Decide quindi di operare nell’ombra con i sotterfugi, gli intrighi e i complotti, e le sue trame la portano alla vittoria contro il figlio.

Spinge Costantino VI a sospettare di tradimento ed accecare un generale anatolico, Alessio Mosele, una punizione che farà perdere all’Imperatore il supporto della parte dell’esercito più orientale. Poi gli suggerisce di ripudiare la moglie, figlia di un nobile bizantino, in favore di Teodota, sposata nel 795, e Costantino perde anche il favore dei Cristiani più ortodossi che lo accusano di adulterio.
Passano circa 5/6 anni in cui Irene cospira, si organizza e complotta per far risultare il figlio Costantino impopolare e inviso al popolo. In quell’epoca di estremismi religiosi, anche fra le componenti cristiane della popolazione, non dev’esser stato difficile. Si arriva al 797, anno cardine della nostra storia. Irene ordina di far assassinare il figlio ma l’attentato fallisce, Costantino scappa ma Irene riesce a farlo arrestare e riportare a Costantinopoli.
E qui il destino dell’Imperatore Iconoclasta si compie. La madre decide di riservargli la punizione più grave ma più comune fra gli imperatori bizantini:
Gli fa cavare gli occhi
Costantino ha solo 26 anni, è stato coimperatore per buona parte della sua vita, ma la sua parabola terrena finisce qui. A causa delle ferite riportate muore poco dopo, lasciando sua madre sola al potere.
Adesso è Irene l’unica Imperatrice di Costantinopoli, la sovrana assoluta dell’Impero Romano d’Oriente. E’ interessante anche il modo in cui si farà chiamare “Basileus – Imperatore”, al maschile, e non “Basilissa – Imperatrice”, perché lei è la prima imperatrice dei Romei non consorte della storia, e rimarrà anche l’unica.
Per capire il sentimento che serpeggia fra il popolo vi propongo il testo di Teofane il Confessore, che commenta così l’accecamento e la morte di Costantino e l’ascesa al trono di Irene:
“Il sole si oscurò per 17 giorni senza irradiare, tanto che i vascelli erravano sul mare; e tutti dicevano che era per via dell’accecamento dell’Imperatore che il sole rifiutava la sua luce. E così salì al trono Irene l’Ateniana, madre dell’Imperatore”.
Il Matrimonio sfiorato con Carlo Magno
L’imperatore Irene, Basileus Irene, regnò per 5 lunghi anni sull’Impero Bizantino, un periodo di tempo considerevole se pensiamo che si tratta di una donna in un’epoca di uomini, ma soprattutto di complotti. Aveva sbaragliato tutti. Il marito, i cognati e infine il figlio. Chissà che persona si sentiva, con la morale di oggi ci è assolutamente impossibile non solo giudicarla, ma anche comprendere cosa tutto questo possa aver significato per lei come persona.

Il suo governo non dev’esser stato facile, ma Irene capì che per regnare doveva accontentare il popolo. Abbassò considerevolmente il carico fiscale, soprattutto a Costantinopoli; favorì in ogni modo il clero e ridusse i dazi doganali sui commerci. Tentò di accontentare tutti per mantenere il suo potere, ma da Occidente arrivavano venti di burrasca.
E’ in quel periodo che in Europa opera Carlo Magno, Re dei Franchi, che non si accontenta più del titolo Re dei Franchi (pensiamo alla parola franco come legata a una tribù barbara per i latini) e vuole essere incoronato come Imperatore dei Romani. Il papa è Leone III, eletto nel 795, che considera il trono di “Imperatore dei Romani” vacante perché a Costantinopoli l’unico sovrano è una donna. Leone è spinto a incoronare Carlo Magno perché questi lo ha fatto proteggere durante un complotto e ne ha legittimato la carica di Papa di fronte al popolo. La questione è lunghissima e prima o poi la tratteremo in un articolo a parte.

Fatto sta che Carlo Magno, nella notte di Natale dell’800, viene incoronato Imperatore dei Romani con il rito praticato a Costantinopoli, quindi legittimato come erede dei fasti di Roma e principe della cristianità. E Irene non la prende benissimo. Ovviamente non riconosce Carlo come Imperatore, ma non ha i mezzi per attaccare militarmente i franchi in Italia, inguaiata com’è dalla sua troppo generosa politica fiscale, e tenta di risolvere la cosa per vie diplomatiche. Non può lasciare che “l’Imperatore dei Romani” sia a Occidente mentre lei è il “Basileus-Imperatore” d’Oriente, e chiama a sé degli ambasciatori franchi per risolvere la questione.
La soluzione è il matrimonio fra lei e Carlo Magno
Ora con i se e con i ma la storia non si fa, ma pensiamo allo scenario. Irene imperatrice dell’Impero Romano d’Oriente, Carlo Imperatore d’Occidente, sposati. Uniti da un matrimonio che riunifica l’Impero più ricco dell’Antichità, dopo che nel 395 l’Imperatore Teodosio l’aveva definitivamente diviso in due. 405 anni dopo Roma e Costantinopoli sarebbero tornate egemoni su buona parte dell’Europa e la parte all’epoca più ricca dell’Asia. Uno scenario quantomeno affascinante, e invece. Invece Irene fallisce l’ultimo appuntamento della sua vita con la vittoria, quella che sicuramente sarebbe stata la più leggendaria.
Nell’802 gli ambasciatori franchi arrivano a Costantinopoli, ma Irene aveva scelto, fra i suoi fedelissimi, qualcuno che aveva sete di potere almeno quanto lei. Niceforo I il Logoteta, nominato da lei sovrintendente alle finanze (da qui proprio il soprannome “logoteta”) nell’802 riesce a ordire un complotto e a farla detronizzare, proprio mentre i franchi erano in città.
Niceforo approfitta dell’assenza di Irene dal Palazzo Imperiale, fa arrivare la (falsa) notizia che lei lo ha nominato coimperatore per aiutarla nel conflitto contro Ezio, un eunuco che era stato consigliere dell’Imperatrice, e si insedia come nuovo imperatore. La notizia arriva subito alla popolazione che è a favore di Irene, ma lei decide di non riprendersi il trono con la forza, chissà poi per quale motivo. Forse Niceforo le promette che le restituirà il trono, forse vuole evitare una guerra civile devastante. Oggi è difficile immaginare le ragioni della sua ritrosia.
Anche le Imperatrici muoiono in povertà
Irene si trova confinata al palazzo Eleuterio, dove inizialmente vive come una Basilissa, secondo le promesse di Niceforo, ma poi questi teme che l’Imperatrice possa tramare contro di lui e decide di mandarla in esilio. Viene condotta prima in un monastero nelle isole dei principi, prospicenti a Istanbul nel Mar di Marmara, e poi nell’isola greca di Lesbo, nel mar Egeo.
Qui Irene deve mantenersi, come una qualunque altra donna dell’Isola. Inizia a praticare la professione di filatrice di lana, ma la sua carriera dura poco. Il 9 Agosto dell’803 muore, probabilmente per cause naturali, e il suo corpo viene trasportato fino alle Isole dei Principi, dove viene sepolta.
Era stata l’unica Imperatrice donna dei Romani, aveva comandato l’Impero più ricco al mondo per circa 27 anni, ma alla fine dei suoi giorni si era trovata a filare la lana. Viene in mente l’espressione latina “Sic transit gloria mundi – Così passa la gloria del mondo”, ma Irene l’avrebbe preferita in Greco, come la lingua che si parlava nell’Impero Bizantino, la lingua che si parla nella sua città Natale e la lingua che forse avrebbe tentato di imporre anche nel nuovo Impero Romano. Ma la storia, come sappiamo, non si fa con i se e con i ma, e Irene viene ricordata come l’unica Imperatrice donna dei Romani d’Oriente. Peccato, in fondo, dover mettere quell’aggettivo determinativo dopo “Romani”…
Santa Irene di Atene
Qualche decennio dopo la sua morte Irene viene canonizzata perché era riuscita a mettere la parola fine all’iconoclastia, aveva sostenuto in lungo e in largo il clero cristiano ed era stata promotrice della costruzione di luoghi di culto in tutto l’Impero Bizantino. Irene diventa santa nell’864 ma il suo culto, dopo il Grande Scisma del 1054, rimane confinato alle chiese ortodosse orientali.

Anni dopo la sua sepoltura le sue spoglie vengono portate a Costantinopoli, nella Chiesa dei Santi Apostoli, dove viene deposta in un sarcofago in pietra che è saccheggiato prima dai crociati del 1204 e poi dai musulmani nel 1462, quando la chiesa viene definitivamente distrutta. Oggi di lei rimane quella bara, realizzata oltre 1000 anni fa, custodita nella Basilica di Santa Sofia, e uno splendido mosaico nella stessa chiesa. Ha regnato per un periodo lunghissimo sui Romani, è stata un comandante militare di grande determinazione, ma in fondo non è che un nome studiato rapidamente sui libri di storia. Chissà se nell’802 avesse sposato Carlo come sarebbe ricordata…
Fonti Articolo:
Enciclopedia Treccani, Irene d’Atene Pagina Wikipedia italiano, Pagina Wikipedia Irene Atene in Inglese, Pagina Wikipedia Irene Atene Greco.
Fonte Video: Conferenza a cura di Nicola Bergamo: “Irene, la donna che volle diventare imperatore dei Romani d’Oriente (Nicola Bergamo)” disponibile sul canale YouTube il Festival del Medioevo.