Un milionario eccentrico, annoiato, che vive in una villa isolata e inaccessibile, con personale di servizio composto da un maggiordomo cieco e una cuoca sordomuta. Ha in mente un gioco: vuole sfidare i cinque più grandi detective ed investigatori della letteratura crime nel risolvere un delitto che avverrà proprio sotto i loro occhi. E per fare ciò, li ha invitati tutti nella sua villa per un weekend e una cena in abito lungo. Chi sono gli invitati?
Il caratteristico Sidney Wang, enciclopedia umana di proverbi orientali, con il figlio americano Willy, sempre curioso e vessato dal padre. Gli eleganti Dick e Dora Charleston, sposi e detective con cagnolino al seguito. Milo Perrier, baffuto e pingue investigatore francofono con autista-tuttofare pronto a soddisfare le sue necessità dolciarie.
Sam Diamante, rude detective di San Francisco accompagnato dalla sua segretaria, che è anche un po’ la sua amante. Jessica Marbles, donnina insospettabile accompagnata da un’infermiera un po’ attempata. A questi dieci, il compito di risolvere l’enigma. L’arrivo alla villa, tra pioggia incessante e attentati alla loro persona, sembra non creare loro problemi. Sono solo desiderosi di incontrare questo Lionel Twain, di cui ignorano l’identità e il volto. E’ al momento della cena che il signor Twain, con effetti speciali, si manifesta ai suoi ospiti (e al pubblico).
La sfida è molto semplice: il signor Twain garantisce ai suoi ospiti un delitto da risolvere, che avverrà a mezzanotte nella sala dove si sta svolgendo la cena. Il colpevole, a rigor di logica, si troverà tra di loro. Premio in palio, un milione di dollari e la gloria di aver risolto l’enigma. Poi scompare… Quello che seguirà, nel film, sarà un susseguirsi di stravaganze, colpi di scena e situazioni paradossali. Il delitto, o presunto tale, a colpi di teorie e ragionamenti, avrà la sua degna conclusione (o conclusioni). La pellicola, datata 1976, può essere considerata un cult per il genere giallo, seppur con evidenti tratti parodici. Il cameo di Truman Capote, nei panni di Lionel Twain, rende il film unico nel suo genere. E’ perfetto in un personaggio che rappresenta la sua eccentricità e la sua particolarità.
Un cammèo che risulta eccezionale: Truman Capote ha avuto sporadiche apparizioni in video, se non per qualche breve apparizione. Qui è ben visibile in tutto il suo estro, incarnando perfettamente il ruolo di anfitrione un po’ matto.
“A sangue freddo” rimarrà l’apice della sua carriera di scrittore, mentre “Colazione da Tiffany” brilla ancora come un diamante nella bellezza di Audrey Hepburn. Il film, tuttavia, non è solo Truman Capote. Le parodie dei grandi detective sono un ottimo gancio per riscoprire la letteratura che ha visto i veri protagonisti risolvere tantissimi delitti. Sidney Wang, con un Peter Sellers in gran forma, che riporta in auge le imprese di Charlie Chan, dello scrittore Earl Derr Biggers.
I coniugi Charleston per ricordare Nick e Nora Charles, nati dalla penna di Dashiell Hammett e protagonisti di una novel che ha viaggiato dalla radio, alla televisione, fino al cinema. Jessica Marbles e Milo Perrier, per ricordarci di Agatha Christie, di “Dieci piccoli indiani” e del belga Hercule Poirot. E Peter Falk, o Sam Diamante, che non può che riportare alla mente il suo intramontabile tenente Colombo. Una parodia, un omaggio, un ottimo film di annata. Precursore delle cene con delitto che intrattengono amici durante serate in compagnia. Per i fan del genere, un must.