Inizio anni ’60: quando la “Piastra” la si faceva col Ferro da Stiro

La moda di piastrarsi i capelli, rendendoli completamente lisci, divenne popolare attorno agli anni ’60 circa, grazie a film e alle dive di Hollywood. Le piastre per capelli, il cui meccanismo era già noto da molto tempo, vennero commercializzate attorno a quel periodo, ma la loro diffusione fu lenta e difficoltosa, principalmente a causa dei prezzi, inizialmente destinati a un’utenza professionale.

Per ovviare alla mancanza di una piastra si ricorreva a uno stratagemma semplicissimo:

Usare il Ferro da Stiro

Il principio del ferro è infatti uguale a quello della piastra (il lisciamento mediante calore) e l’economicità del mezzo garantiva disponibilità a chiunque. I capelli venivano quindi stirati, come si fa con i vestiti, sull’asse da stiro, e si organizzavano delle sessioni di “stiraggio” di gruppo, dove un’amica prima stirava i capelli a un’altra e poi le posizioni si invertivano.

I rischi della pratica non erano indifferenti, principalmente a causa della semplicità dei ferri di allora, che non avevano le gradazioni di temperatura, e per i quali qualche secondo in più sullo stesso punto avrebbe rischiato di rovinare irrimediabilmente la chioma della cliente.

Fortunatamente per le ragazze dell’epoca, le piastre per capelli diventarono accessibili nel giro di pochi anni, e già negli anni ’70 i ferri da stiro venivano usati solo per i vestiti. Il ricordo di quei pochi anni, di moda “fai da te”, rimane indelebile nelle fotografie dell’epoca.

Sotto, tre amiche dai capelli piastrati si alternano sull’asse da stiro:

La cliente osserva le mosse dell’amica:

Difficilmente oggi i ferri da stiro vengono usati per lisciare i capelli, ma in diverse zone rurali spesso non c’è altro metodo…

Tutte le fotografie sono di pubblico dominio.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...