In Iraq la siccità svela un palazzo di 3.400 anni fa costruito dal regno Mitanni

A causa della siccità sul fiume Tigri è stato recentemente scoperto un palazzo di circa 3.400 anni fa, appartenente all’antichissimo regno di Mitanni, emerso dalle acque della diga di Mosul a causa della necessità di utilizzare le riserve per attenuare la drammatica mancanza di pioggia che sta colpendo il paese. Il sito risale alla tarda età del bronzo, e si trova in Kurdistan, nel nord dell’Iraq, risalente al periodo durante il quale l’impero Mitanni dominava una estesa fascia del Medio Oriente.

Il palazzo di Kemune era noto dal 2010, ma solo oggi è stato possibile effettuare degli scavi a causa dell’impiego delle riserve idriche della diga per attenuare il morso della siccità. Al suo interno si trovano delle evidenze archeologiche che hanno fatto parlare i ricercatori di una “eccezionale scoperta” in relazione alla civiltà Mitanni.

Dentro le stanze del palazzo, che misurava circa 1.850 metri quadrati, sono state ritrovate tracce di affreschi murali rosse e blu oltre a muri spessi sino a 2 metri e alti fino a 7, testimonianza di una struttura imponente e di una società che riusciva a organizzare la costruzione di edifici di grande rilievo architettonico.

La dottoressa Ivana Puljiz, dell’Università di Tubinga, spiega che il sito fu in uso per un lungo periodo, con due fasi di occupazione ben identificabili. Gli scavi hanno svelato tracce di 8 stanze differenti, e le tavolette di argilla scoperte al loro interno svelano che potrebbe trattarsi della città di Zakhiku, collegata con un altro centro situato più a nord.

La dottoressa Puljiz ha spiegato che “L’impero Mitanni è uno degli imperi meno studiati dell’antico Medio Oriente. Le informazioni sui palazzi del periodo Mitanni sono finora disponibili solo da Tell Brak in Siria e dalle città di Nuzi e Alalakh, entrambe situate alla periferia dell’impero. Persino la capitale dell’impero Mitanni non è stata identificata al di là di ogni ragionevole dubbio“.

La civiltà Mitanni

Il regno Mitanni governò una parte della Mesopotamia fra il XVIII e il XIII secolo a.C., con la popolazione che era costituita da Hurriti. Di questa antichissima civiltà non ci rimane quasi nulla, e la maggioranza delle informazioni che abbiamo riguardano le testimonianze di altre civiltà coeve con cui i Mitanni combatterono e commerciarono per circa 4 secoli.

La capitale del regno era probabilmente Waššukanni, situata in Siria sulle rive dell’Eufrate e oggi identificabile con il sito archeologico di Tell Fekheriye. I Mitanni dialogavano con i principali regni dell’epoca alla pari, e la figlia di Shuttarna II, sovrano di Mitanni fra il 1375 e il 1357 a.C., fu la sposa reale del faraone Amenofi III.

Dopo questo breve periodo d’oro Mitanni, la lotta per la successione a Shuttarna II dilaniò il regno, reso fragile dalla pressione degli Ittiti e degli Assiri ai suoi confini. Questi ultimi riuscirono prima a mettere sul trono un governatore a loro compiacente, nipote di Shuttarna II, e poi assorbirono interamente il regno nel proprio, dandogli nome di Hanilgalbat, termine ancor oggi utilizzato come toponimo geografico.

La conquista del regno Mitanni da parte degli Assiri significò la scomparsa della cultura Hurrita dal paese, e dal XII secolo a.C. scompaiono completamente le tracce di scrittura Hurrita.

Matteo Rubboli

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