Il Triangolo delle Bermude fra Scienza e Leggenda

Facciamo un esperimento. Immaginate di essere su di un aereo che sta attraversando l’Oceano Atlantico. All’improvviso si sente uno scossone e iniziano le turbolenze. Il cielo si tinge di nero; all’orizzonte si intravedono nuvoloni poco rassicuranti. Il segnale delle cinture di sicurezza si accende e il pilota vi comunica che l’aereo sta sorvolando il Triangolo delle Bermude.

Ponetevi questa domanda:

Il solo accenno a questa zona basterebbe a condizionare le vostre paure?

Il Triangolo delle Bermude – Immagine di NOAA’s National Ocean Service condivisa con licenza CC BY 2.0 via Flickr

Del Triangolo delle Bermude si è scritto molto. Navi scomparse con l’equipaggio e ricomparse senza, mercantili affondati, aerei dispersi chissà dove… Il prospetto non è dei migliori, ma diciamolo chiaramente:

Il famigerato Triangolo delle Bermude è solo una leggenda

Vista satellitare di Bermuda, il vertice nord del Triangolo delle Bermude – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le origini della leggenda

Partiamo dalla definizione. Per Triangolo delle Bermude si intende una porzione dell’Oceano Atlantico di 1.100.000 km² che ha 3 punti geografici per vertici. A nord c’è Bermuda, l’isola principale dell’omonimo arcipelago, a sud il punto più orientale di Puerto Rico e a ovest l’estremo meridionale della Florida. Secondo il mito, la congiunzione di questi tre vertici formerebbe un triangolo maledetto dove, dall’Ottocento in poi, sarebbero scomparse circa 300 navi e 75 aerei.

Gli oceani del mondo, secondo il criterio utilizzato in Italia, che ne identifica tre – Immagine di Giorgio Eusebio Petetti condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Il suo storico e temutissimo nome, con tanto di varianti in stile “Triangolo del diavolo” o “Triangolo della morte”, nacque negli anni ’60 del Novecento come conseguenza di una corrente pseudo-giornalistica inaugurata dagli articoli di Edward Van Winkle Jones e George Sand per il Miami Herald e per la rivista Fate .

Numero di marzo 1948 della rivista Fate – Immagine condivisa con licenza Fair use via Wikipedia

Galeotto fu il libro, Bermuda: il Triangolo maledetto, e chi lo scrisse, lo statunitense Charles Berlitz, che nel 1974 raccolse e ampliò l’eredità dei suoi predecessori. Con lui, gli incidenti salirono di numero e assunsero dei tratti distintivi che fecero scuola. Si trattava sempre di navi e aerei scomparsi in condizioni climatiche favorevoli, di equipaggi dispersi e messaggi radio deliranti. Il libro divenne un best-seller e la leggenda del Triangolo delle Bermude si impose nell’immaginario comune del XX secolo, ma già nel 1975 qualcuno iniziò a dubitare della validità delle ricerche di Berlitz e compagni.

Charles Berlitz (a destra) – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Quell’anno Lawrence Kusche confutò il racconto del collega con The Bermuda Triangle Mystery: Solved, in cui evidenziò tutte le incongruenze dietro un mito che, a conti fatti, era il frutto di banalissime suggestioni. Accusò Berlitz di aver omesso dettagli e testimonianze, di aver alterato la realtà dei fatti e incluso storie non verificabili o incidenti accaduti ben al di là dei confini del Triangolo. Come se non bastasse, c’erano dati sulle perdite falsati, teorie che rasentavano la fantascienza e racconti di navi scomparse con il sole e il mare tranquillo, ma i bollettini meteorologici testimoniavano l’opposto. Kusche si dichiarò scettico a riguardo e ricordò al grande pubblico che l’area interessata era una zona tropicale soggetta a tempeste e uragani.

Tracce di tutti gli uragani atlantici tra il 1851 e il 2019. Molte tempeste attraversano il Triangolo delle Bermuda – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ma secondo gli scrittori più fantasiosi, cosa accadeva all’interno del Triangolo della Morte?

Per spiegare le teorie paranormali partiamo da due incidenti famosi.

Vista satellitare di Puerto Rico, la cui estremità più orientale rappresenta il vertice sud del Triangolo delle Bermude – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il Volo 19 e la USS Cyclops

Il primo è quello del Volo 19, reso ancora più celebre dalla sua presenza nel cult di Spielberg Incontri ravvicinati del terzo tipo. Il 5 dicembre del 1945, 5 cacciabombardieri TBM Avenger della marina statunitense decollarono sull’Atlantico per un’esercitazione di orientamento, ma qualcosa andò storto. I piloti erano inesperti e lo stesso Capitan Stivers, capo-istruttore del gruppo, non conosceva bene la zona. Mentre gli aerei sorvolavano il Triangolo delle Bermude, alla torre di controllo di Fort Lauderdale, in Florida, giunsero dei Mayday confusionari.

Cronologia dell’incidente del Volo 19. 1) Decollo dalla base di Fort Lauderdale. 2) Esercitazione di bombardamento. 3) Prima virata. 4) Seconda virata. 5) Arrivo previsto alla base. 6) 15:00 – 17:50 posizione esatta sconosciuta. 7) La triangolazione delle 17:50 restringe l’area del volo all’interno di un raggio di 161 km. 8) Il Martin Mariner decolla. 9) Il Martin Mariner esplode. 10) Dove uno dei piloti pensava di essere prima che si interrompessero le comunicazioni – Immagine di Anynobody condivisa con licenza CC BY 2.5 via Wikipedia

Non sappiamo più dov’è l’ovest. È tutto così strano. L’oceano non è più come dovrebbe essere

Poi, il nulla. I cacciabombardieri sparirono dai radar e i marines mandarono subito l’idrovolante Martin Mariner a cercarli. Colpo di scena:

Esplose e si persero le tracce anche del sesto velivolo

5 cacciabombardieri in formazione simili a quelli del Volo 19 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Se abbandoniamo i cieli e ci concentriamo sul fronte marittimo, è bene citare l’incidente che, all’infuori degli scenari di guerra, ha provocato la più grande perdita di vite nella storia della marina statunitense. Stiamo parlando della tragedia della USS Cyclops, una nave da rifornimento che, nel 1918, salpò dal Brasile per trasportare fino a Baltimora 10.800 tonnellate di manganese. Stando ai rapporti dell’epoca, il 4 Marzo era in navigazione con il sole e nessuna tempesta all’orizzonte, ma, mentre attraversava il Triangolo delle Bermude, si interruppero tutte le comunicazioni.

Né il relitto, né un singolo cadavere dei 306 membri dell’equipaggio fu mai ritrovato

USS Cyclops, ancorata nel fiume Hudson, al largo di New York City – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le teorie fantascientifiche

In assenza di una chiara dinamica di entrambi gli incidenti, la fantasia degli scrittori si scatenò e, ovviamente, la pista più calda, se così la si può definire, era quella degli alieni. In particolare, l’ufologo statunitense Morris Jessup era convinto che sui fondali dell’area maledetta si trovasse una base sottomarina di extraterrestri che non gradivano ospiti indesiderati.

Ricostruzione artistica di un incontro ravvicinato con gli UFO – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Altri suoi colleghi abbracciano teorie del multiverso, con la presenza di varchi spazio-temporali in grado di risucchiare navi e aerei in viaggi a volte di sola andata, a volte di andata e ritorno. È interessante notare che nel 1881 l’imbarcazione della Ellen Austin sparì nel nulla e ricomparve intatta e senza equipaggio.

Chi abbracciava la teoria degli universi paralleli prendeva come esempio proprio questo episodio

La Carroll A. Deering. Fu trovata incagliata e abbandonata a Diamond Shoals, nella Carolina del Sud. Secondo la leggenda, fu vittima di eventi paranormali mentre attraversava il Triangolo delle Bermude – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ma nei mari dell’Atlantico c’è spazio anche per la leggendaria Atlantide, che, secondo alcuni, si troverebbe negli abissi del Triangolo ed eserciterebbe una fortissima carica magnetica in grado di causare fenomeni paranormali.

Illustrazione ipotetica della città principale di Atlantide – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

A proposito di anomalie magnetiche, ci sono speculazioni sul nord della bussola e sul nord geografico che non coincidono.

È per questo che le persone si perdono e non sanno orientarsi?

In realtà, la bussola c’entra poco, perché ci sono variazioni magnetiche naturali che impediscono ai due nord di coincidere alla perfezione e solo in determinati luoghi sono gli stessi.

Declinazione magnetica terrestre – Immagine di odder condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Adesso facciamo un passo indietro e torniamo agli aerei del Volo 19 e alla USS Cyclops. Se Atlantide o un’ipotetica base aliena non li hanno risucchiati nelle profondità degli abissi, se non sono finiti in un universo parallelo e non sono stati intercettati e rapiti dagli UFO, cosa gli è successo?

Cartina della Florida, il cui estremo più meridionale rappresenta il vertice ovest del Triangolo delle Bermude – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le possibili spiegazioni scientifiche

In prima istanza bisogna considerare il fattore dell’errore umano. Tutti i membri del Volo 19 non conoscevano la zona e, dopo essersi persi, potrebbero aver finito il carburante. Allo stesso modo, la Cyclops potrebbe essere affondata perché trasportava un carico ben al di sopra delle sue capacità strutturali.

La HMS Atalanta. Secondo la leggenda è affondata in circostanze misteriose nel 1880 mentre attraversava il Triangolo delle Bermude – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Un altro scenario non trascurabile è che la maggior parte degli incidenti sono accaduti in epoche dove le norme di sicurezza e le tecnologie non erano come quelle attuali e tantissimi piloti erano costretti a sorvolare l’Atlantico in condizioni precarie. Dall’Europa, infatti, si poteva fare un’unica sosta alle Azzorre, poi si doveva procedere fino alle Bermuda per oltre 3.000 chilometri. Questa rotta commerciale rappresentava il volo non-stop d’oltreoceano più lungo e, dovendo contare solo su un serbatoio, non rifornibile in corso d’opera, gli aerei viaggiavano al limite delle proprie possibilità, con la tragedia dietro l’angolo.

Lo Star Tiger, una ereo passeggeri Avro Tudor IV scomparso nel 1948 senza lasciare traccia nell’Oceano Atlantico. Secondo la leggenda, fu vittima di eventi paranormali mentre sorvolava il Triangolo delle Bermude – Immagine di RuthAS condivisa con licenza CC DI 3.0 via Wikipedia

Altra domanda:

Perché non ci sono ritrovamenti di relitti e cadaveri?

La scienza ci fa notare che il Triangolo delle Bermude è pur sempre una zona tropicale e, secondo una ricerca dell’Università di Southampton, le sue particolari condizioni climatiche e ambientali possono dar vita a tempeste provenienti da nord e sud che, se si incrociano, favoriscono la creazione di onde anomale alte 30 metri in grado di inghiottire in pochissimo tempo anche una nave di imponenti dimensioni come la USS Cyclops.

Onda anomala nel Golfo di Biscaglia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Non bisogna nemmeno dimenticare che in quelle acque è presente la Corrente del Golfo, una sorta di fiume nell’oceano con una temperatura superficiale di circa 26 gradi. Un relitto che incappa nella sua corrente può finire alla deriva in pochissimo tempo, per poi affondare e perdersi nei meandri degli abissi.

La diffusione della Corrente del Golfo – Immagine di RedAndr condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Conclusioni

In sostanza, il Triangolo non ha alcuna maledizione. Nel 2013, il WWF lo ha escluso dalla top 10 delle zone di mare più pericolose al mondo e la Lloyd’s assicurazioni di Londra ha dichiarato che non chiede alcun sovrapprezzo per assicurare chi compie quella tratta. Insomma, se si considera che è comunque una rotta commerciale altamente trafficata, la sua percentuale di incidenti – quelli veri e verificabili – è assolutamente nella norma.

Il Triangolo delle Bermude – Immagine di Thomas Römer condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

E allora, torniamo al nostro esperimento. Immaginate di essere su di un aereo che sta attraversando l’Oceano Atlantico. All’improvviso si sente uno scossone e iniziano le turbolenze. Il cielo si tinge di nero; all’orizzonte si intravedono nuvoloni poco rassicuranti. Il segnale delle cinture di sicurezza si accende e il pilota vi comunica che l’aereo sta sorvolando il Triangolo delle Bermude.

Il Triangolo delle Bermude – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Avreste paura?

Certo che sì. Sarebbe difficile trovare una persona entusiasta di precipitare nel vuoto. C’entra qualcosa il Triangolo delle Bermude? La realtà è che è solo una suggestione, una leggenda nata per vendere libri. Potete dormire sonni tranquilli. Ci sono mari molto più pericolosi.

Fonti:

Triangolo delle Bermude: sono reali le sparizioni? – Focus

Triangolo delle Bermude – Wikipedia italiano

Bermuda Triangle – Wikipedia inglese

Triangolo delle Bermuda: Mistero svelato? Tutta la verità sulle sparizioni – Travel365

I 5 Segreti Più Terrificanti Del Triangolo Delle Bermuda – Video sul canale YouTube IL LATO POSITIVO

Esiste davvero il triangolo delle Bermuda? In realtà il “mistero” ha una spiegazione scientifica – Video sul canale YouTube Geopop


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