Abraham Ulrikab era un uomo di etnia Inuit, che viveva a Hebron, nel Labrador (Canada), insieme alla propria famiglia. Colto, violinista esperto e devoto cattolico, per restituire un debito di 10 sterline, contratto con i missionari di Hebron, e anche per il desiderio di visitare l’Europa, nel 1880 accettò di diventare, insieme alla sua e a un’altra famiglia, un’attrazione per gli spettacoli etnografici in voga in Europa a quel tempo.
In realtà, le persone reclutate per questo tipo di intrattenimento, venivano messe in mostra come animali, negli zoo
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Le due famiglie si imbarcarono il 28 agosto 1880, arrivando in Germania il 24 settembre. Furono esposti presso il Tierpark Hagenbeck, uno zoo di Amburgo, dal 2 al 15 ottobre 1880, e poi trasferiti a Berlino, messi in mostra nel giardino zoologico fino al 14 novembre. Da lì furono portati in varie città, finché, il 27 dicembre, la figlia adolescente della seconda famiglia morì, mentre anche Sara, la figlia di 4 anni di Abraham, mostrava i sintomi di una tremenda malattia: il vaiolo. Il gruppo fu obbligato a partire per Parigi, e la bambina fu lasciata sola in un ospedale tedesco, dove morì, lontana dalla sua terra e dalla sua famiglia, il 31 dicembre.
Il 1° gennaio 1881, tutti gli altri Inuit furono vaccinati contro il vaiolo, ma era ormai troppo tardi. Esposti al Jardin d’acclimatation, al Bois de Boulogne, per circa una settimana, furono alla fine ricoverati in ospedale, dove morirono tutti nel giro di pochi giorni.
Quando gli Inuiti erano arrivati in Germania, il norvegese Johan Adrian Jacobsen, che li aveva reclutati, si era semplicemente dimenticato di farli vaccinare, come era obbligatorio per la legge tedesca. Durante la sua permanenza in Europa, Abraham tenne un diario, scritto nella lingua nativa, dove afferma che il viaggio era stato uno sbaglio, ed esprime il suo accorato desiderio di tornare in patria. Dopo la morte dell’uomo, il diario fu inviato alla missione in Labrador insieme con i suoi averi, mentre dei corpi delle famiglie Inuit non si è saputo più nulla fino a poco tempo fa. Solo nell’autunno del 2014, i resti di tutti i componenti del gruppo sono stati ritrovati nel Museo di Storia Naturale francese, tranne quello della piccola Sara, il cui teschio era conservato a Berlino.
Nel 2014 è uscito il libro di France Rivet che approfondisce la vicenda:
Il governo Nunatsiavut, in Labrador, sta attualmente riflettendo per capire cosa è meglio fare dei resti delle sfortunate famiglie. L’obiettivo sarebbe quello di “correggere quei torti, e portare alla chiusura di alcune storie tristi”. Forse il desiderio degli Inuit di tornare in Labrador sarà alla fine esaudito.