Il Tesoro di Boscoreale: 108 Opere d’Arte Romane trafugate dall’Italia e acquisite dal Louvre

Il tesoro di Boscoreale è un reperto composto di 108 pezzi d’argento trafugati illegalmente dall’Italia e acquistati da diversi collezionisti privati francesi, che poi li donarono al Museo del Louvre di Parigi. Sembra una storia di epoca napoleonica ma è un fatto accaduto molto più di recente, fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quando già l’Italia era una nazione riconosciuta e sovrana da oltre 3 decenni.

Tutto inizia nella città di Boscoreale, nei pressi di Napoli, dove alcuni privati stanno scavando il proprio terreno

Gli scavi vengono effettuati in quella che diventerà conosciuta come la Villa Romana di Pisanella, prima da tale Modestino Pulzella e poi dai fratelli De Prisco, eredi di un terreno adiacente a quello del signor Pulzella. Nel 1895 i due De Prisco e un operaio, Michele Finelli, rimasti da soli nello scavo, scoprono diverse casse piene di oggetti preziosi.

E’ il tesoro che diventerà famoso come “di Boscoreale”

Leda e il Cigno:

tesoro-boscoreale-04Immagine di pubblico dominio

I De Prisco e Finelli sono rimasti soli nello scavo perché il 13 Aprile è il giorno di Pasqua, e gli altri operai sono rimasti a casa. I tre uomini nascondono tutto il preziosissimo tesoro di epoca Romana in delle casse, e contattano poi i Canessa, antiquari napoletani, per piazzare sul mercato nero gli inestimabili oggetti d’arte.

Il tesoro di Boscoreale è composto da opere d’arte che vanno dal IV Secolo avanti Cristo al I Secolo, ed è considerato uno degli esempi più magnifici di arte Romana

Augusto in Trono:

tesoro-boscoreale-06Immagine condivisa via Wikipedia

Il barone Edmond James de Rothschild, banchiere francese appartenente alla famosa casata “Scudo Rosso”, acquista una gran parte della collezione, a più riprese, per oltre mezzo milione di franchi, e così fanno altri collezionisti privati che, diventando ricettatori d’arte, si appropriarono a buon prezzo delle opere d’arte di valore inestimabile che la legge avrebbe destinato alla proprietà dello stato.

Vincenzo de Prisco, proprietario insieme ai fratelli del terreno, è d’altronde un funzionario del Ministero delle Finanze e, anche se processato per il trafugamento illegale delle opere d’arte, se la cava con una pena risibile a paragone del danno causato: gli viene imposto di cedere gratuitamente tutte le opere restanti del tesoro di Boscoreale, di valore infinitamente inferiore rispetto ai 108 pezzi ormai di proprietà del Louvre.

La pianta della Villa:

tesoro-boscoreale-08

La beffa per il popolo italiano non finisce con l’espatrio illegale del tesoro e la sua acquisizione da parte del Louvre. Vincenzo De Prisco, dopo esser stato assolto e punito blandamente per la trafugazione illegale del tesoro all’estero, viene addirittura eletto Deputato del Regno d’Italia. Egli aveva sì comunicato gli scavi alle autorità competenti, facendolo peraltro in modo ambiguo, ma le aveva totalmente tenute all’oscuro dei ritrovamenti e, prima che lo stato italiano potesse, come suo diritto, acquistare le opere d’arte, queste erano già state trafugate all’estero con la complicità dei Canessa.

Il danno per l’Italia fu immenso, e un tesoro di epoca romana ceduto a una nazione straniera per l’avidità di pochi beneficiari


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