Dalle splendide isole Hawaii, dove è posizionato a oltre 3.000 metri di altezza, l’Inouye Solar Telescope, un modernissimo telescopio solare, consente finalmente agli scienziati di raccogliere preziose informazioni sulla nostra stella. David Boboltz, direttore della divisione di scienze astronomiche della NSF (National Science Foundation), quando a fine gennaio 2020 il telescopio è entrato in funzione e ha prodotto le prime incredibili immagini della superficie solare, ha dichiarato entusiasta: “L’Inouye Solar Telescope raccoglierà più dati sul Sole durante i suoi primi cinque anni di operazione di tutto quanto raccolto finora, a partire da quando, nel 1612, Galileo per primo puntò il suo telescopio verso il Sole”.
Il telescopio solare, situato sul vulcano Haweak’i’s Haleakala, sull’isola di Maui, ha uno specchio primario che misura 4 metri di diametro, un sistema di raffreddamento e una cupola di protezione dal calore, mentre l’avanzata tecnologia ottica riduce la distorsione delle immagini dovuta all’atmosfera terrestre. Questo complesso sistema di osservazione fornisce delle immagini dettagliate del Sole che, secondo Thomas Rimmele, direttore del progetto del telescopio solare, sono in assoluto quelle “con la più alta risoluzione della superficie solare mai prese”.
L’osservatorio sul vulcano Haleakala
Immagine di Ekrem Canli via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0
Il telescopio delle Hawaii funziona insieme alla sonda solare Parker della NASA, in orbita intorno al sole, e con il satellite europeo Solar Orbiter, per studiare meglio la nostra stella.
Le immagini ottenute raccontano quanto sia complessa la struttura del sole, divisa in masse globulari che sono state messe a fuoco in modo netto. Il dettaglio delle immagini mostra il plasma che copre il sole e sembra in ebollizione.
“L’immagine mostra uno schema di gas turbolento “bollente” che copre l’intero sole. Le strutture simili a cellule – ciascuna delle dimensioni del Texas – sono l’esito di movimenti violenti che trasportano il calore dall’interno del sole alla sua superficie. Il materiale solare caldo (plasma) si alza nei centri luminosi delle “cellule”, si raffredda e poi affonda sotto la superficie in corsie scure in un processo noto come convezione. In queste corsie buie possiamo anche vedere i piccoli e luminosi marcatori di campi magnetici. Mai visti prima con questa chiarezza, si pensa che questi punti luminosi incanalino l’energia verso gli strati esterni dell’atmosfera solare chiamata corona.” (Citazione dal sito di NSO)
Immagine di NSO/NSF/AURA via Wikipedia licenza CC BY 4.0
Inoltre, il telescopio solare potrà mappare i campi magnetici all’interno della corona del Sole, dove si verificano le eruzioni solari. Lo scopo pratico di questa mappatura è la previsione delle tempeste solari, che possono danneggiare i sistemi elettrici e di telecomunicazioni della Terra: un recente studio ha stimato che, all’incirca ogni 25 anni, si verifica un’interruzione negli apparati elettronici dovuta appunto a tempeste solari.
I ricercatori hanno portato a esempio una tempesta solare che nel 1989 provocò un importante blackout in Quebec (Canada), mentre nel 2012 (!!) la Terra ha avuto fortuna: una super-tempesta che avrebbe avuto conseguenze disastrose ha cambiato direzione e non ha colpito il nostro pianeta. Per concludere, David Boboltz afferma: “Queste prime immagini sono solo l’inizio”.
L’inizio di un impegnativo progetto che svelerà i segreti della nostra stella, anche se il Sole rimanderà sempre all’immagine di un dio mitologico, adorato in tutte le religioni primitive, per il suo potere di vita e di morte (reale) sulla Terra e i suoi abitanti.