Il Silenzioso Labirinto Sotterraneo nel Ventre di Napoli

Napoli, una delle città più antiche d’Italia, è senza dubbio anche una delle più affascinanti. La sua storia si snoda attraverso i millenni senza soluzione di continuità, abitata fin dal neolitico ma fondata come vera e propria città, Parthenope, nell’VIII secolo aC, dagli stessi greci che già abitavano Cuma, la città madre dalla quale presto si affrancò.

Fotografia di Baku via Wikipedia:

Nel corso dei secoli molte diverse dominazioni lasciarono il loro segno, contribuendo al fascino eclettico della città. Non solo i monumenti, gli edifici, i reperti archeologici, raccontano la millenaria storia di Napoli: anche le eruzioni vulcaniche e i numerosi terremoti hanno contribuito a rendere la città quello che è oggi.

Antico Teatro

Fotografia di Dominik Matus via Wikipedia:

Il maestoso e inquieto Vesuvio si staglia su una città che, sia tra i tortuosi vicoli dei Quartieri Spagnoli sia sull’ampio lungomare, appare caotica a chiunque la visiti per la prima volta. Eppure, c’è un ventre di Napoli antico e misterioso, dove la cacofonia del mondo di sopra improvvisamente si spegne, ed un profondo silenzio accompagna i visitatori attraverso grotte, catacombe, strade, necropoli e resti di un tempo ormai perduto che, durante la seconda guerra mondiale, hanno contributo alla salvezza di molti napoletani, perché divennero dei temporanei rifugi antiaerei.

Scala che scende a 40 metri di profondità

Fotografia di Armando Mancini via Wikipedia:

Sotto Napoli e la zona circostante (dal Vesuvio fino a Pozzuoli e Baia), si estenda un’area geotermica caratterizzata da un’infinita rete di tunnel, scavati con diverse finalità: dai greci, per estrarre il tufo necessario alla costruzione di monumenti ed edifici, e dai romani, per il loro acquedotto. Nel ventre della città ci sono perfino i resti di un antico teatro, dove pare abbia cantato Nerone durante un terremoto, ma i reperti più antichi risalgono a circa cinquemila anni fa.

Resti dell’antico teatro, fotografia di Dominik Matus CC BY-SA 4.0:

Il tufo, la roccia morbida e giallastra che si forma a seguito delle eruzioni vulcaniche, venne utilizzato come materiale da costruzione fin dalle epoche più antiche.

Fotografia di giomodica via Wikipedia:

Nel III secolo aC. i greci aprirono delle cave sotterranee per estrarre il tufo, e scavarono delle camere ipogee dove seppellire i propri morti.

Sotto, ricostruzione di una miniera di tufo, fotografia di Dominik Matus CC BY-SA 4.0:

Le grotte venivano usate anche come cisterne, che in epoca romana contribuirono alla creazione dell’immancabile acquedotto: una rete di tunnel che prendeva acqua dalle sorgenti del Serino, e la portava in ogni direzione, ad alimentare ville e palazzi, terme, piscine e fontane.

Sotto, fotografia di Dominik Matus, CC BY-SA 4.0:

Nel XVI secolo fu costruito un nuovo acquedotto, ma fu solo agli inizi del XX che gli antichi tunnel persero la loro funzione di trasportare l’acqua, e durante la seconda guerra mondiale furono adibiti a rifugi antiaerei, dotati di corrente elettrica e di scale per scendere nelle profondità delle terra.

Per visitare la Napoli sotterranea: www.napolisotterranea.it

Dove non indicato le immagini sono tratte da Wikimedia Commons


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