Nell’Europa medievale il commercio di reliquie fu molto fiorente e il numero di denti, capelli e ossa di santi era spesso ridicolo (non era inusuale che in circolazione ci fossero 50 denti o 4 mani dello stesso santo). Su Gesù Cristo ben conosciamo la Sindone, la Croce e la Tunica ma… quanti sanno del Sacro Prepuzio? Non penso in molti e, io stesso, sono venuto a scoprirlo pochi anni orsono. Senza dubbio è la reliquia più stravagante e improbabile della Cristianità.
Sarebbero i resti del lembo di carne del pene di Gesù che, essendo ebreo, subì la circoncisione appena nato. Caterina da Siena, una santa mistica, sosteneva che il suo immateriale matrimonio col Cristo fosse simboleggiato non già da un anello d’oro bensì da uno della carne del prepuzio del Figlio di Dio. Il riformatore John Hus invece, già nel ‘300, stigmatizzava “Sostenere che esiste ancora il Prepuzio di Cristo è una follia, come dire che la Testa di Cristo esiste, tagliata dal suo corpo”.
Sotto, Circoncisione di Cristo (dettaglio) di Friedrich Herlin:
In Europa ben 18 città ne vantavano il possesso. Fuori dall’Italia, la più celebre è ad Anversa, in Belgio. La reliquia sarebbe giunta grazie al Re di Gerusalemme, Baldovino I, che la comprò in Palestina nel corso della Prima Crociata. Un giorno, durante una messa del Vescovo di Cambrai, dal prepuzio fuoriuscirono tre gocce di sangue che macchiarono i lini dell’altare. Venne così eretta una cappella, ebbero inizio i pellegrinaggi e addirittura nacque un’apposita Confraternita composta da 24 tra abati e laici. La reliquia sparì o venne distrutta nel 1566, quando la furia iconoclasta dei protestanti si sfogò contro le immagini e i frammenti sacri delle chiese cattoliche.
Tuttavia la versione più accreditata o, per meglio dire, il mito più diffuso attorno al Sacro Prepuzio sarebbe il seguente.
La Vergine Maria conservò il lembo di carne di Gesù e, in seguito, lo consegnò alla Maddalena. Poi abbiamo un lungo silenzio di otto secoli. All’improvviso, ricomparì a Gerusalemme. Un angelo visitò nientemeno che Carlo Magno, intento a pregare nel Santo Sepolcro, e glielo porse. Questi, una volta ritornato in Europa, si premurò di consegnarlo a Papa Leone III il fatidico 25 dicembre dell’800, giorno della sua incoronazione a Imperatore. Il pontefice, in seguito, lo ripose nel Sancta Santorum della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma (tra cui c’erano i sandali di Cristo e le teste di San Paolo e San Pietro).
Secoli dopo, la Città Eterna subì il terribile Sacco di Roma (1527) da parte dei Lanzichenecchi – soldatacci mercenari che massacrarono migliaia di romani in un bestiale saccheggio durato una settimana circa – e, uno di questi, s’impadronì della reliquia poiché contenuta in un prezioso scrigno. Successivamente, dirigendosi verso nord, lungo la Via Flaminia, decise di fermarsi in una grotta nei pressi di Calcata. Catturato dagli abitanti del paese, venne poi sbattuto in prigione. Il tedesco nascose il prepuzio nella cella e, solo nel 1557, questa venne riconosciuta e portata in chiesa.
Sotto, veduta di Calcata. Fotografia di Mac9 condivisa con licenza CC BY-SA 2.5 via Wikipedia:
La nomea di Calcata come “Città del Sacro Prepuzio” si diffuse, e chi si recava a venerare la sacra reliquia riceveva ben 10 anni di indulgenza. E’ da ricordarsi che nel calendario liturgico sia cattolico sia ortodosso si celebrava la circoncisione di Gesù Cristo, secondo la prassi ebraica della milah. La ricorrenza cade il 1°gennaio ed è appunto la festa della Circoncisione del Signore. Oggi permane tra gli ortodossi ma i cattolici, in virtù del Concilio Vaticano II, l’hanno sostituita con la solennità della Maria Santissima Madre di Dio.
Sotto, la circoncisione di Cristo dipinta da Francesco Curradi:
A Calcata – pittoresco paesino dell’antica Tuscia etrusca simile alle stupende Orvieto e Civita di Bagnoregio, con la roccia tagliata a mò di coltello – rimase fino al 1983 quando, Don Dario Magnoni, ne denunciò il furto. E’ molto probabile che non ci sia stata alcuna rapina ma, piuttosto, che il Vaticano stesso abbia ordinato al parroco di far sparire l’imbarazzante reliquia, simbolo di superstiziose credenze. Infatti, già nel 1900, la Chiesa aveva proibito la venerazione, minacciando di scomunica e, nel 1954, inasprì la condanna con l’aggiunta di “persona da evitare” per chiunque facesse pubblicità.
Ancora nel 1997 un giornalista del britannico Channel 4, Miles Kington, venne in Italia per investigare ma non ne trovò più alcuna traccia. Comunque il fascino della “Reliquia più pazza della Storia” non cessa di esercitare la sua attrazione.