Un giornalista della rivista Esquire lo ha definito “il peggior edificio nella storia dell’umanità”. Per tanti anni è stato un pugno nell’occhio nello skyline di Pyongyang, una fonte di imbarazzo, un simbolo di arroganza del regime dittatoriale. Oggi, il Ryugyong Hotel – anche noto come l’hotel fantasma – è solo un imponente grattacielo alto 330 metri che troneggia sulla capitale nordcoreana. Fatiscente, ma incompleto, un dualismo che lo accompagna dal 1987, quando l’allora dittatore Kim Il-sung, nonno dell’attuale capo di stato Kim Jong-un, ha ordinato l’inizio dei lavori e fissato la data di inaugurazione per il 1989.

La struttura architettonica dell’Hotel
Il Ryugyong Hotel – che in nordcoreano significa capitale dei salici, l’antico soprannome della città di Pyongyang – è composto da tre ali, leggermente a gradini e inclinate di 75°, che convergono verso l’alto, dove si staglia un tronco di cono con una serie di cerchi concentrici al suo interno. L’edificio occupa una superficie di circa 360.000 m², ha 105 piani e si presenta con una forma piramidale che, in realtà, dovrebbe richiamare l’aspetto di una montagna, da sempre un punto cardine del simbolismo nordcoreano.

Le motivazioni politiche dietro del progetto
La sua storia ha inizio durante Guerra Fredda, con la penisola coreana che a nord ha un regime dittatoriale appoggiato dall’Unione Sovietica e a sud una repubblica presidenziale posta sotto la sfera di influenza degli Stati Uniti d’America. Nel 1981, la Corea del Sud si aggiudica come nazione ospitante le Olimpiadi del 1988 e il comitato olimpico si mette al lavoro per evitare che, come nelle edizioni passate, ci siano boicottaggi dovuti alle tensioni politiche fra il blocco filo-sovietico e quello filo-statunitense.

Nel 1985, la Corea del Nord accetta di partecipare alle olimpiadi a patto di ospitarle insieme ai rivali del Sud, ma le richieste di Kim Il-sung sono irragionevoli e non se ne fa nulla. Nel 1986, la città di Singapore inaugura il Westin Stamford Hotel, costruito dall’azienda sudcoreana SsangYong Group. Dopo la delusione delle mancate Olimpiadi, il Nord vede i rivali mettere la firma su quello che all’epoca è il complesso alberghiero più alto del mondo. Kim Il-sung trama vendetta e si aggiudica l’organizzazione del Festival mondiale della gioventù e degli studenti, un evento culturale di stampo socialista in programma dall’1 all’8 luglio del 1989.

Per non sfigurare nei confronti del Sud, con l’appoggio economico dell’Unione Sovietica, la Corea del Nord investe in nuove infrastrutture, nella costruzione di uno stadio e nella ristrutturazione urbana di Pyongyang, la capitale.
In questo programma di ammodernamento c’è posto anche per la folle idea di superare il Westin Stamford Hotel con un grattacielo ancora più alto e sfarzoso, il Ryugyong Hotel, da inaugurare in concomitanza con l’apertura del Festival.

Apertura e chiusura del cantiere
La Baikdoosan Architects & Engineers, lo studio nordcoreano incaricato della costruzione, apre il cantiere nel 1987 e, contemporaneamente, Kim Il-sung fonda la Ryugyong Hotel Investiment and Management, una società che ha il compito di trovare investitori occidentali che siano in grado di finanziare il progetto.

Il Ryugyong Hotel ha presupposti ambiziosi e nasce come una struttura alberghiera mista a uffici, appartamenti privati e locali da dare in gestione per casinò, discoteche e convegni. Oltre alle circa 3.000 stanze previste dal piano iniziale, gli architetti suddividono il tronco di cono centrale in 8 piani rotanti, di cui 5 adibiti a ospitare altrettanti ristoranti panoramici, e 6 piani statici, da utilizzare come punti di osservazione, sale relax e altre attività ricreative.
Ma il 1989 è vicino e i lavori subiscono dei ritardi. L’inaugurazione viene spostata al 1992, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Kim Il-sung. In quell’anno l’Hotel raggiunge la sua massima altezza strutturale, ma mancano ancora finestre, imposte, finiture interne e impianti elettrici.

Al centro di Pyongyang si trova questo maestoso e incompleto edificio in cemento armato, ma l’azienda si trova costretta a fermare il cantiere per mancanza di fondi. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, infatti, Kim Il-sung non può più contare sui finanziamenti del Cremlino e, anche a causa di una grave carestia che ha colpito il paese, l’economica nazionale è in ginocchio.
Così, prima ancora di aprirli, il Ryugyong Hotel chiude i battenti in attesa di tempi migliori, e quello che sarebbe dovuto essere il simbolo della rivalsa del Nord socialista sul Sud capitalista si trasforma in una fonte di imbarazzo.

Negli anni ’80 il governo lo ha mostrato nella sua ipotetica forma completa su dei francobolli commemorativi, ma negli anni ’90 l’Hotel scompare dalle mappe della città e tutte le fotografie che lo ritraggono vengono abilmente ritoccate per nascondere il fallimento del progetto.
In oltre un decennio di inattività, lo scheletro dell’edificio rimane un immenso cantiere a cielo aperto, con in cima una suggestiva gru arrugginiva che un giornalista della BBC definisce:
Un promemoria dell’ambizione intralciata dallo stato totalitario

La fase di stallo
La Corea del Nord ha altre priorità a cui pensare – prima fra tutte, l’economia del paese da risanare – ma, agli inizi del nuovo millennio, tenta comunque di rilanciare il progetto e, addirittura finisce per rivolgersi ai vicini del sud. Nel 2005 la città sudcoreana di Incheon deve ospitare il campionato asiatico di atletica leggera, e il governo di Seul propone al nord di partecipare all’evento.

L’allora dittatore Kim Jong-il – nel frattempo succeduto a suo padre Kim Il-sung nel 1994 – promette di inviare gli atleti nordcoreani a patto che la Corea del Sud finanzi parte del Ryugyong Hotel. Una delegazione di cento esperti di Incheon vola a Pyongyang, incontra gli alti funzionari locali ed effettua dei sopralluoghi, ma l’affare non va in porto.
Park Kil-sang, delegato sudcoreano, spiegherà: “Sembrava un’enorme montagna di cemento e mostrava l’usura di 20 anni di fermo. In realtà, abbiamo pensato che sarebbe stato meglio demolirlo completamente e costruire un nuovo hotel da zero”.

Per la Corea del Sud, il Ryugyong Hotel è un investimento strampalato, ma la Corea del Nord non vuole saperne di buttare giù tutto e ricominciare da capo, e la stampa di tutto il mondo, nel corso degli anni, dà spazio a questa lucida follia di una dinastia di dittatori sanguinari.
Si interessano alla questione soprattutto la ABC News e il Los Angeles Times. Fra il 2006 e il 2008 le due testate giungono alla conclusione – supportata da presunte dichiarazioni di funzionari governativi nordcoreani – che il paese non ha né abbastanza fondi né sufficienti materie prime per portare avanti il progetto.

La ripresa dei lavori
Nel 2008, però, c’è un colpo di scena e Pyongyang finisce al centro di un ambizioso progetto di abbellimento della città. Kim Jong-il raggiunge un accordo con la Orascom Telecom, una società egiziana attiva nel campo delle telecomunicazioni, per la ripresa dei lavori e l’istallazione sul tetto dell’Hotel di un grande impianto per la telefonia mobile.

Gli ingegneri e gli architetti della Orascom ricoprono di vetrate a specchio le facciate esterne e rimuovono la gru, con un budget che la CNN stimerà intorno ai 120 milioni di dollari. Intanto, il Comitato per le Relazioni Culturali con le Nazioni Straniere annuncia al Los Angeles Times che l’inaugurazione dell’Hotel è prevista per il 2012, in occasione del centesimo anniversario della nascita del Presidente Eterno (e primo dittatore della nazione) Kim Il-sung.
I lavori esterni si concludono nel luglio del 2011 e, l’anno successivo, alcuni architetti ottengono il permesso di entrare nella struttura

I problemi strutturali e la seconda chiusura del cantiere
In una successiva intervista alla CNN, Simon Cockerell, direttore generale del Koryo Group, società specializzata in visite guidate in Corea del Nord, racconterà che, in realtà, l’edificio era lontano anni luce dall’inaugurazione.
“Ci hanno portato nell’area della hall, dove c’era molto cemento a vista. Poi, con un ascensore funzionante, siamo andati fino in cima, credo che fosse il 99° piano. Ci è voluto molto tempo per arrivarci, perché era un ascensore di servizio, non un ascensore moderno con una serie di pulsanti, e c’era un operatore che stabiliva dove fermarsi. In cima ci siamo guardati intorno, abbiamo scattato alcune foto e sono tornato di nuovo nell’atrio. Sebbene il suo aspetto esterno fosse stato trasformato, il Ryugyong non era ancora pronto per l’apertura”.

Nel 2012 il governo interrompe di nuovo i lavori a causa dei problemi economici del paese, a cui fanno seguito le tensioni internazionali dovute a un test nucleare sotterraneo effettuato dalla Corea del Nord agli inizi del 2013.
Da questo momento, il cantiere del Ryugyong Hotel non riaprirà più, ma come chiarirà alla CNN l’architetto di Singapore Calvin Chua, che ha avuto modo di studiare l’urbanistica di Pyongyang, l’edificio presentava numerose criticità strutturali, con l’impiego di calcestruzzo armato in luogo dell’acciaio.

L’acciaio è poco usato in Corea del Nord perché non c’è una produzione interna e lo stato subisce il blocco delle importazioni da moltissime nazioni, e quindi si preferisce il cemento armato, che necessita di molto meno ferro, e tale scelta potrebbe anche aver influito sulla scelta della forma piramidale per la base.
Una mossa vincente sul piano estetico, ma non su quello pratico, dove, secondo Chua, “ci vorrebbe molto tempo per ricablare i servizi necessari e i sistemi di ventilazione originariamente creati secondo le specifiche degli anni ’80”. Conclude l’architetto: “Sarebbe molto più semplice con una struttura in acciaio”.

Il Ryugyong Hotel oggi
Gli ultimi lavori risalgono al 2018, quando l’attuale capo di stato Kim Jong-un ha ordinato l’installazione di una serie di proiettori a led sulla facciata principale e l’apertura del terreno circostante per rendere il Ryugyong accessibile al pubblico almeno fino all’ingresso.
La porta, però, resta chiusa

Oggi, l’Hotel si presenta come un imponente maxischermo che, nelle occasioni speciali, si accende e proietta programmi o slogan di propaganda politica, mentre il cono illumina la città con un’enorme bandiera nordcoreana.

Sulla ripresa dei lavori non c’è alcuna notizia e, vista la politica di isolamento della Corea del Nord, anche se un giorno il Ryugyong sarà completato, è alquanto improbabile che possa attrarre investitori e i turisti occidentali, come sperava Kim Il-sung nel lontano 1987. Fino a nuovi sviluppi, l’unico primato che ha conquistato è quello di edificio vuoto più alto del mondo.
Fonti:
- Ryugyong Hotel: The story of North Korea’s ‘Hotel of Doom’ – CNN
- Will ‘Hotel of Doom’ ever be finished? – BBC News
- North Korea’s super-size hotel is set to open — 23 years behind schedule – Washington Post
- Un Hotel Misterioso e del Tutto Vuoto in Corea del Nord – Video disponibile sul canale YouTube de Il Lato Positivo
- L’edificio vuoto più alto del mondo – Il Post
- Ryugyong Hotel – Wikipedia italiano
- Ryugyong Hotel – Wikipedia inglese