Il pugnale era nascosto fra le bende della mummia di Tutankhamon, il Faraone Fanciullo, sulla gamba destra, pronto a essere utilizzato dal Re una volta raggiunto l’aldilà. La preziosità dell’oggetto era eccezionale, un capolavoro artigianale dalle origini meteoritiche.
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Per spiegare il motivo dell’importanza dello studio italo-egiziano che ha condotto all’accertamento dell’origine meteoritica del ferro del pugnale del Faraone, è bene fare una serie di precisazioni storiche sull’utilizzo dei metalli nell’Antico Egitto.
Durante il periodo di regno di Tutankhamon, 1333-1323 a.C., il ferro era ancora un materiale poco lavorato in tutto il mondo, ma in particolar modo in Egitto era più prezioso addirittura dell’oro. Il motivo lo spiega Daniela Comelli, docente di Fisica sperimentale presso il Politecnico di Milano, autrice dello studio: “La difficoltà della lavorazione del ferro è l’alta temperatura del suo punto di fusione, 1.538 gradi Centigradi. Questo rese difficilissimo per i primi fabbri riscaldare i minerali a sufficienza per estrarne il ferro, non riuscendo a forgiarlo per la produzione bellica“.
La famosa “Età del Ferro“, una delle tre ere in cui viene divisa scientificamente l’evoluzione preistorica della società umana, inizia infatti nel XII secolo avanti Cristo, circa un secolo dopo l’epoca di Tutankhamon, e non abbraccia da subito l’Egitto, che conoscerà un elevato livello di artigianalità nella lavorazione del minerale soltanto secoli dopo, circa nell’VIII secolo avanti Cristo.
E’ quindi facile capire quanto possa essere importante lo studio condotto dai ricercatori italiani sui dati provenienti dal Cairo, ricerca che ha coinvolto i Politecnici di Milano e Torino, il CNR, l’Università di Pisa, la società spin-off universitaria XGLab e il Museo Egizio del Cairo con la connessa Università del Fayoum.
L’importanza dell’Origine del Pugnale
La ricerca nasce grazie a Francesco Porcelli, professore di Fisica al Politecnico di Torino e consulente scientifico all’ambasciata italiana al Cairo dal 2006 al 2014. Il desiderio di accertare una realtà storica a lungo dibattuta, l’origine del pugnale, è partita dalla scoperta di un altro ricercatore italiano, Vincenzo de Michele, che nel 2008 ha scovato il Cratere Kamil, di origine meteoritica.
Il meteorite che generò il cratere era di origine ferrosa, e si schiantò al suolo circa 5.000 anni fa, distruggendosi in moltissimi frammenti. Da quei pezzi sarebbe stato estratto il ferro per realizzare la lama del pugnale del Faraone, un oggetto non di uso pratico ma ornamentale.
L’accertamento dell’origine del pugnale è stato effettuato mediante la Fluorescenza a Raggi X, una tecnica non invasiva di rilevamento della composizione dei materiali, che ha rilevato nella lama il 10% di nickel e lo 0,6% di cobalto, una lega metallica semplicemente irrealizzabile all’epoca dei Faraoni.
La ricerca è stata finanziata dal Ministero degli Esteri Italiano e dall’ente per la Ricerca Scientifica in Egitto. Anche se lo studio è stato pubblicato di recente, le indagini sono iniziate nel 2014, in un’epoca politico/diplomatica molto diversa da quella attuale. Dopo il famoso caso Regeni, infatti, i rapporti di collaborazione fra Italia ed Egitto sono praticamente terminati, facendo perdere alle due nazioni collaborazioni di elevata qualità scientifica come questa.
Sotto, l’intervista a Daniela Comelli che spiega la ricerca: