Il primo viaggio di Elena in Italia: un momento preparato con cura… Pronti, partenza… Via!

Dopo lunghi mesi di attesa  e di preparazione è arrivato il momento tanto atteso: si parte per l’Italia, un viaggio ricco di “prime volte”, perché Elena non aveva mai preso l’aereo (Se volete leggere come Federica ha introdotto il tema del viaggio alla piccola, date un’occhiata in questa pagina: né tantomeno era mai uscita dalla Cina.

Fotografia di Pubblico Dominio via Unsplash.

I primi giorni in Italia sono stati di adattamento; la stanchezza per il viaggio affrontato, la differenza di fuso orario, l’ambiente, le diverse abitudini, i continui cambi di programma hanno provocato nella bambina un leggero stato di smarrimento che si è, fortunatamente, dissolto ben presto.

Elena ha da subito instaurato un buon rapporto con la zia e lo zio, facendoli diventare inseparabili compagni di gioco e di lettura. Questo è stato un aspetto molto importante: gli zii hanno saputo gettare con gradualità e delicatezza le basi della buona relazione, nonostante avessero interagito con la bambina solo attraverso un video fino a quel momento.

Con i nonni invece è stato diverso, c’è voluto un pò di più. Il giocare insieme, leggere, il prendersi cura della casa e le attività all’aperto, hanno consolidato gradualmente questo rapporto. La bambina stava con le altre persone, purché ci fossero anche i suoi genitori. Questo, almeno inizialmente, ha in parte ridotto la possibilità di passare del tempo sola con i nonni.

Come ci si poteva immaginare, purtroppo, dopo tutto nei mesi precedenti era uscita poco, dal punto di vista relazionale non è mancata qualche difficoltà, come l’eccessiva timidezza, il “blocco” nell’avvicinarsi agli altri bambini. Se con i più piccoli non è stato facile, con gli adulti, in alcune occasioni, è stato “fin troppo semplice”: sebbene fossero persone che vedeva per la prima volta, si è fatta abbracciare, prendere in braccio senza problemi. Proprio per superare questi ostacoli, i suoi genitori hanno deciso di partecipare insieme a lei ad attività di lettura animata e laboratorio creativo, prima in biblioteca e poi in libreria. Nonostante l’ambiente nuovo, la presenza di sconosciuti ecc., la piccola si è da subito sentita a suo agio, partecipando attivamente e rispondendo alle domande poste. Anche se non si trattavano di vere e proprie lezioni, ha avuto un primo assaggio di ciò che vuol dire ascoltare una persona adulta (diversa dai genitori e dai familiari) che spiega qualcosa, stare seduti composti e tutte le regole da rispettare quando si è con gli altri. Sono state delle occasioni per sperimentare nuovi materiali come, per esempio, la colla vinilica e le tempere.

Oltre a conoscere i nonni, gli zii, i parenti e passare del tempo insieme, Elena ha sperimentato nuove esperienze, da uno stile di vita diverso, alla possibilità di giocare nel proprio giardino, annaffiare i fiori, usare il badile per smuovere la terra, dal vedere da vicino gli animali della fattoria, al conoscere e visitare posti che non aveva mai visto.

Elena, inoltre, ha partecipato alla sfilata di carnevale, una festa per lei ancora sconosciuta, ma che si è rivelata un piacevole momento di svago e divertimento insieme a tanti bambini di tutte le età.

Il prolungamento della permanenza in Italia, le ha permesso di festeggiare anche la Pasqua, ricevere le sue prime uova di cioccolato, conoscere la storia di questa festività, entrare in relazione con usi e costumi nuovi, qualcosa che può sembrare scontato, banale e forse anche noioso per noi adulti, ma che non lo è affatto per una bambina che vive dall’altra parte del mondo.

Conoscere la cultura di un paese significa apprenderne la lingua, le tradizioni, la cucina, i valori in cui si crede. E i genitori di Elena volevano sfruttare al massimo questo viaggio proprio per questo motivo.

Tutto ciò, ha avuto considerevoli ripercussioni sotto ogni punto di vista. Per quanto riguarda l’aspetto linguistico, l’italiano ha prevalso di gran lunga sul cinese, usato solamente in qualche scambio comunicativo con il papà, i nonni cinesi, sentiti qualche volta tramite videochiamata.

In questi mesi ha iniziato a utilizzare più frequentemente parole, o anche ripetere frasi di canzoni con relativo “balletto” in inglese (“Open shut them”, “The finger family”). Quando si rivolgeva alla mamma, prima la chiamava in italiano, poi se lei non rispondeva, passava all’inglese. Ci teniamo a precisare che in questi due mesi in Italia, la bambina non è stata esposta alla lingua inglese, è stata lei a riportare alla mente ciò che aveva assimilato quando era in Cina. È capitato che tenesse in mano una fragola e dicesse “red”; oppure esclamasse “apple!” indicando una mela.

Per la mamma e il papà non era niente di nuovo, le persone attorno invece si fermano incredule perché non sempre riuscivano a capire cosa stesse dicendo la bambina o almeno, nella maggior parte dei casi, non si aspettavano che parlasse in un’altra lingua e rimanevano “disorientate”.

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In poche parole, come possiamo riassumere il primo viaggio di Elena in Italia?

Sono stati due mesi all’insegna della conoscenza, dell’ “osservare da vicino”, sperimentare cose nuove. Un’esperienza che ha contribuito considerevolmente ad arricchire il bagaglio culturale della bambina, a instaurare nuovi rapporti e a consolidare quelli con i nonni e gli zii.

Come sarà andato il rientro in Italia? La bambina ha avrà avuto difficoltà ad ambientarsi di nuovo?

Siete curiosi di saperlo? Lo scoprirete nel prossimo articolo! A presto!

Articolo a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni

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