Tra le tante specie animali strane e meravigliose che popolano il nostro pianeta da migliaia di anni, ma oggi a rischio di estinzione, c’è n’è una che merita di essere citata per la sua straordinaria particolarità.
E’ il Polpo degli Alberi (Octopus paxarbolis), una specie di polpo che vive lungo le coste del Pacifico settentrionale. Si tratta di una rarissima specie di cefalopode anfibio, che può vivere sia in acqua sia sulla terra, e può essere avvistato nella Foresta Nazionale Olimpica, in Nord America.
Il polpo arboricolo è dotato di intelligenza straordinaria. Grazie a un cervello estremamente sviluppato, con i suoi tentacoli può spostarsi da un albero all’altro grazie a un movimento chiamato “tentacolazione”, ma quando deve riprodursi torna al suo elemento originale, l’acqua, dove in primavera le femmine depongono le uova, fecondate dallo sperma dei maschi, che subito tornano nelle foreste. Le madri invece aspettano la nascita dei piccoli, e spesso muoiono per denutrizione.
Purtroppo, queste straordinarie creature rischiano l’estinzione, per svariati motivi: dalla distruzione del loro habitat naturale all’aumento dei predatori naturali, fra i quali il terribile Sasquatch, dall’inquinamento dilagante alla caccia scriteriata.
Altre specie di polpi arboricoli furono sterminate agli inizi del secolo scorso, quando i poveri animali divennero ricercate decorazioni per i cappelli femminili!
Senza contare le false dicerie messe in giro dai boscaioli degli anni ’30 e ’40, perché con il loro inchiostro nero i polpi provocavano parecchi danni al legname già tagliato. I cefalopodi furono rappresentati come creature demoniache, che potevano addirittura attaccare l’uomo…
Ma non è il caso di angosciarsi troppo, perché in realtà il Polpo degli Alberi non è mai esistito: è una “bufala” creata nel lontano 1998 da Lyle Zapato. Allora si parlava semplicemente di “scherzo su Internet”, quando ancora le fake news non erano una redditizia fonte economica.
Al contrario, le pagine web sul Polipo del Pacifico vengono usate (anche se non era lo scopo originale) negli Stati Uniti durante i corsi scolastici di alfabetizzazione Internet, per verificare la capacità di discernere notizie vere da quelle false, in bambini di 11/13 anni di età.
Nel 2007, un gruppo di studenti in grado di comprendere chiaramente il significato del termine “affidabile”, è stato sottoposto a un test articolato, che alla fine doveva valutare appunto l’affidabilità del sito web in questione. Nel 2017 il test è stato replicato in una scuola olandese, senza svelare ovviamente il suo reale scopo: era apparentemente una verifica sulla comprensione del testo.
L’esperimento del 2007, condotto quindi con ragazzi nativi digitali, ha visto solo l’11% di loro (6 studenti su 53) diffidare del sito web dov’era pubblicata a notizia, ma c’è da dire che quei sei scolari avevano appena partecipato a un corso dove si utilizzava quello stesso sito per insegnare agli alunni a non fidarsi sempre delle informazioni trovate on-line.
Nel 2017, solo 2 ragazzi su 27 (il 2%) hanno percepito che la notizia era falsa. Percentuale giustificabile dalla presenza di un insegnante (all’oscuro delle motivazioni del test), che probabilmente rappresentava per gli alunni una figura in grado di garantire la veridicità del testo, letto in un ambito “affidabile” come quello scolastico. Da considerare anche il probabile coinvolgimento emotivo degli studenti, per il particolare argomento trattato:
Chi non si commuove per un animale in via estinzione?
Insomma, come ha scritto Donal J. Leu, uno dei ricercatori che ha effettuato i test, occorrono “Nuove alfabetizzazioni per nuovi tempi” e non solo per gli studenti…