Moda e comodità sono, da sempre, due astrazioni che non trovano un punto d’incontro nella realtà. Pare che eleganza, fascino e sensualità abbiano richiesto, in qualsiasi epoca, un tributo di sacrificio, e talvolta di vera sofferenza, per esaltare gli ideali di bellezza femminile del momento.
E se aver indossato indumenti alla moda costò addirittura la vita a molte donne, altri accessori rimasti in voga per diverso tempo, come le Chopine, fanno considerare le attuali calzature “tacco 12”, tanto amate dalle fashion victim di oggi quasi delle scarpe da corsa.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Replica Studio di abito del 18° secolo
Fonte immagine: Shakko via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Nel corso degli anni e dei decenni, come cambiava l’ideale di bellezza femminile, mutava anche la moda. Nel 18° secolo iniziò a diffondersi, partendo dalla Francia, l’uso del “panier”: un’intelaiatura fatte di stecche d’osso o di balena, che amplificava a dismisura l’ampiezza dei fianchi, mantenendo le parti anteriore e posteriore dell’abito relativamente piatte.
Fonte immagine: Jean-Pol NONNA via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Le donne dell’epoca indossavano qualcosa che assomigliava alle bisacce poste in groppa agli asini… gerle legate direttamente in vita, sotto l’abito, che arrivarono a misurare anche un metro e mezzo di larghezza.
Fonte immagine: Marshall Astor – Food Fetishist via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0
Con il tempo, il panier venne cucito direttamente nelle sottovesti che, verso la metà del 18° secolo, arrivarono ad allargarsi fino ai due metri e oltre. Paniers di dimensioni così esagerate venivano indossati in occasioni estremamente formali, mentre nella vita quotidiana le signore preferivano accontentarsi di qualcosa di più ridotto.
Abito da corte del 1759
Fonte immagine: Eric de Redelijkheid via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0
La moda del panier comportava qualche disagio: impossibile passare attraverso una porta se non mettendosi di traverso, oppure conversare con un’amica seduta sullo stesso divano, per non parlare delle acrobazie che occorreva fare per entrare in una carrozza…
“Robe a la française” – 1765 circa
Immagine di Pubblico Dominio
Anche se l’uso del panier si diffuse partendo dalla Francia, che già allora dettava legge in fatto di moda, in realtà era derivato da un accessorio in voga nella Spagna del 16° secolo: il verdugado (o farthingale, in inglese), una sottogonna a cerchio rigida, che forse fu usata per la prima volta dalla regina Giovanna del Portagallo, come escamotage per coprire una gravidanza illegittima.
Ritratto dell’Infanta Maria Teresa di Spagna, di Diego Velasquez – 1652/3
Immagine di Pubblico Dominio
Mentre a Parigi, dove l’illuminismo aveva cambiato in qualche modo le regole sociali, la moda del panier si diffuse, tra lo sdegno delle dame aristocratiche, anche tra le classi sociali meno agiate, contagiando anche le domestiche o altre donne costrette a lavorare. In Inghilterra divenne uno status symbol: più ampio era il panier, più ricca era la donna che lo indossava, non fosse altro per la grande quantità di stoffa e di lavoro che occorreva per realizzare abiti di quelle dimensioni.
Maria Antonietta in abito da Corte – 1779
In Francia invece, la Rivoluzione Francese spazzò via l’industria della moda, gli abiti divennero meno ingombranti e, paradossalmente, fu adottata, sia dagli uomini sia dalle donne, la “moda all’inglese”. Ma questa è un’altra storia…
Abito da Corte inglese o francese
Fonte immagine: Ludi Ling via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Fonte: Enciclopedia Britannica.