I fieri e combattivi scozzesi, fin dall’antichità, dimostrarono di essere un popolo che, pur non avendo un’unica identità politica, culturale e linguistica, dava filo da torcere a chiunque cercasse di invadere il loro territorio. Non si arresero nemmeno ai Romani, i conquistatori di quasi tutto il mondo conosciuto del loro tempo, che avevano occupato il resto della Britannia. Ma non solo, erano gli scozzesi a compiere scorrerie nei territori dominati dai romani, tanto che l’imperatore Adriano decise di far costruire un muro difensivo, il vallo di Adriano, per impedire le incursioni degli indomiti scozzesi.
Dopo il crollo dell’Impero Romano, e l’arrivo di molte popolazioni barbare, gli scozzesi lottarono sempre per mantenere la loro autonomia, minacciata principalmente dall’Inghilterra.
Sotto, fotografia di Finlay McWalter via Wikipedia:
Molte battaglie furono combattute dagli scozzesi per contrastare le pretese inglesi, e molti uomini conquistarono un posto d’onore nella storia, per il coraggio e l’eroismo dimostrato contro il nemico.
Fotografia via Wikipedia:
William Wallace è una delle figure più importanti e conosciute della storia scozzese, tanto da meritarsi un monumento divenuto con il tempo uno dei più importanti del paese, simbolo della Scozia: il National Wallace Monument, una torre innalzata sulla collina di Abbey Craig, vicino ai ruderi dell’Abbazia di Cambuskenneth, poco lontano dal paese di Stirling.
Immagini di Aaron Bradley via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
Il monumento fu progettato dall’architetto JT Rochead, e costruito tra il 1861 e il 1869 al costo di circa 18.000 sterline dell’epoca, una somma che, rivalutata ad oggi, rappresenta una cifra enorme. La cifra fu raggiunta grazie ad una sottoscrizione pubblica, a cui contribuirono anche molti scozzesi emigrati all’estero.
Fotografia di Aaron Bradley condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:
La storia della battaglia
Nel 1296 Edoardo I d’Inghilterra, noto come “il martello degli Scoti”, invase la Scozia, dando inizio ad una lunga serie di guerre. William Wallace, il figlio più giovane di un cavaliere scozzese, non smise mai di opporsi alla conquista, fomentando la ribellione contro gli inglesi.
Immagini di Aaron Bradley via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
L’11 settembre 1297 gli scozzesi, sotto il comando di William Wallace e Andrew Moray, sconfissero l’esercito inglese nella battaglia di Stirling Bridge. Il Monumento Wallace si trova proprio su quello sperone roccioso da cui l’eroe scozzese pare abbia osservato il radunarsi delle forze inglesi, poco prima della battaglia.
Fotografia di Aaron Bradley condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:
Il monumento s’innalza per 67 metri, divisi in quattro livelli, oltre al piano terra; al primo piano c’è la Sala delle Armi, dove si può studiare lo svolgimento della battaglia di Stirling Bridge, grazie ad una mappa luminosa che descrive gli eventi che accaddero quel’11 settembre del 1297. Sono esposti anche alcuni oggetti, come una spada lunga 1,63 metri, che pare siano appartenuti a Wallace.
Al secondo piano c’è la Hall of Heroes, dove sono esposti i busti di molti scozzesi famosi, mentre al terzo piano si può conoscere la storia della costruzione di questo monumento gotico-vittoriano, ormai divenuto un punto di riferimento nazionale.
Fotografia di Wendy condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:
Dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Falkirk, nel 1298, Wallace riuscì a sfuggire agli inglesi per diversi anni, ma nel 1305 fu catturato da un cavaliere scozzese, fedele al re d’Inghilterra. Il 23 agosto 1305 fu giustiziato seguendo la procedura riservata ai traditori: prima fu impiccato, poi squartato, e infine la sua testa fu infilzata in un palo ed esposta sul London Bridge.
Immagine di Wendy via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
Nel 1996, lo scultore Tom Church realizzò la statua “Freedom” (libertà), ispirata al film Bravehearth. Il volto è quello di Mel Gibson, l’attore che interpretava William Wallace, e la statua fu posizionata nei pressi del monumento. L’opera fu talmente impopolare che venne regolarmente vandalizzata e fu infine rimossa, consegnandola nuovamente allo scultore. Questi tentò invano di venderla all’asta, ma ancor oggi è situata nel suo giardino di casa.
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