Quando si pensa a luoghi abitati da fantasmi, vengono subito alla mente antichi manieri, magari quelli scozzesi, persi fra la nebbia, oppure quelli della piovosa Inghilterra. Non occorre andare così lontano, per visitare località dove avvengono fatti inspiegabili. A Cagliari, per esempio, pare che ci sia un fantasma, che si aggira per la città. Uno di questi appare nell’ex Lazzaretto, ora trasformato in un centro culturale.
L’edificio fu edificato nel 1600 per far fronte all’epidemia di peste che colpì la capitale sarda, ma è del XX secolo la presenza ectoplasmatica che popolerebbe le ampie sale della struttura. Tra il 1928 e il 1930 fu infatti il nosocomio dedicato ai piccoli malati di scrofolosi, una variante della tubercolosi, e da allora fra le ali del palazzo una scura presenza infantile si diverte a giocare degli scherzi a quelli che ancora sono vivi.
Pare che nell’ex-lazzaretto siano accadute cose veramente strane: due guardiani hanno raccontato, nel 2009, che alla loro presenza si sono accese improvvisamente tutte le luci del Museo del Fumetto, e un numero da collezione di Paperino veniva sempre trovato spostato, per quante volte il custode lo rimettesse a posto.
Il racconto dei custodi riguardante l’accensione delle luci è davvero impressionante:
“Eravamo all’ingresso sicuri di essere soli, in tutto l’edificio non c’era anima viva. L’atmosfera di quei giorni era tesa, con tutte le apparizioni e i misteri occorsi. Eravamo seduti all’ingresso discutendo del fantasma, fra scetticismo e incredulità, quando, all’improvviso, l’ala sinistra del lazzaretto si è illuminata a giorno. Non si accesero le luci di emergenza, come per un corto circuito, ma proprio il lampadari grandi delle sale“.
Pare che il fantasma si divertisse a giocare con la testa di un manichino, precisamente la testa della donna orgolese, che ogni mattina veniva trovata a terra, e che puntualmente i custodi riavvitavano, per ritrovarla smontata il giorno dopo; lo spettro si divertiva a giocare anche altri piccoli scherzi, come rovesciare i secchi e nascondere le scope degli addetti alle pulizie, ma anche a suonare dolci melodie con uno strumento tipico della tradizione sarda, le launeddas, di cui il museo ospitò una mostra. Guardiani e custodi si sono convinti che il fantasma sia quello di un bambino, che potrebbe anche esser morto qui non durante il ‘900 ma a fine ‘800, quando il lazzaretto divenne il ricovero per malati di tifo.
Pochi giorni fa però, due scheletri che risalirebbero ad oltre 50 anni fa, sono stati trovati sepolti nelle vicinanze del muro di cinta del lazzaretto. Nel 1965 le epidemie di malattie mortali e con loro le macabre funzionalità del lazzaretto erano già finite da tempo, quindi questi due uomini come hanno fatto ad essere sepolti vicino al lazzaretto? Sulle ossa non sono stati trovati segni particolari se non quelli del tempo, ma il mistero, inevitabilmente, diventa sempre più intricato.
Che ci sia qualche nesso con i fatti che terrorizzano guardiani e personale del museo?