Il Mausoleo di Alicarnasso: che fine fece la quinta Meraviglia del Mondo Antico?

Che grande effetto doveva fare, arrivando dal mare, la vista di Alicarnasso, con il suo grande porto e la città che si sviluppava assecondando la curva di un rilevo, come a riprendere la forma di un teatro greco, con in basso il porto e l’agorà, mentre a metà altezza del declivio c’era una strada dove si alzava, maestosa e fonte di meraviglia, l’imponente tomba del satrapo Mausolo e della sua famiglia.

Mappa di Alicarnasso

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Salendo ancora c’era l’acropoli, con i templi di Afrodite e di Hermes a destra, e il palazzo reale, fatto costruire da Mausolo, a sinistra. Solo da lassù si poteva vedere, sotto le mura, un porto nascosto alla vista di tutti, che il re teneva sotto controllo dalla sua reggia. E’ così che descrive la città l’architetto/scrittore romano Vitruvio (I secolo a.C.), pieno di ammirazione per l’opulenza e la perfezione dei monumenti.

Alicarnasso, oggi Bodrum, nell’odierna Turchia

Immagine da Google Map

La tomba di Mausolo, o Maussoleion, unica nel suo genere per quella sua imponenza degna di una divinità seppure destinata a persone mortali, darà il nome a ogni tomba monumentale costruita in seguito, chiamata d’allora in poi Mausoleo.

Ricostruzione di fantasia del Mausoleo di Alicarnasso – XVI secolo

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Il mausoleo di Alicarnasso fu ritrovato, nel XIX secolo, esattamente nel luogo indicato da Vitruvio, proprio al centro della città, su un terrazzamento squadrato di circa 100 metri per lato, a dimostrare l’esistenza di una delle sette meraviglie del mondo antico, quelle che gli antichi viaggiatori dovevano vedere almeno una volta nella vita.

Rovine del Mausoleo di Alicarnasso

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Il poeta greco Antipatro di Sidone (II secolo a.C.) scrive:

“Ho posto gli occhi sulle grandi mura

di Babilonia antica, su cui resta

una strada per carri, e sulla statua

di Zeus presso l’Alfeo, ed i giardini

pensili, ed il Colosso del dio Sole,

e il gran lavoro dell’alte piramidi

e di Mausolo la gran tomba; ma

quando io vidi la casa d’Artemide

che sormonta le nubi, perser tutte

codeste meraviglie il lor splendore

e allora dissi: “Invero, mai il Sole

vide una grandezza così ampia”.

Il Mausoleo di Alicarnasso in un’immagine del 1880

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Mausolo è il sovrano della Caria, che espande molto i confini del suo regno e sposta la capitale, intorno al 370 a.C, da Milasa ad Alicarnasso, già colonia greca che sotto di lui diventa una magnifica città.

Lui è un satrapo persiano, ma amante della cultura greca, che sceglie quel luogo per la sua posizione, dotata com’è di difese naturali e allo stesso tempo adatta alla costruzione di un grande porto, fondamentale per il commercio.

Proprio il commercio via mare e via terra rende prospero il regno di Mausolo, che governa per ventiquattro anni insieme alla moglie Artemisia II, sposa e sorella, come da tradizione. Con la ricchezza che arriva in Caria dalle città tributarie, Mausolo costruisce torri di avvistamento, mura di difesa, un teatro, un grande tempio consacrato al dio della guerra, Ares.

Due grandi statue identificate come Mausolo e Artemisia – British Museum

Immagine di Carole Raddato via Wikimedia Commons  – licenza CC BY-SA 

Quando muore, nel 353 a.C, l’inconsolabile Artemisia, che gli succede al trono, fa costruire l’imponente tomba che domina la città.

Artemisia si prepara una bevanda con le ceneri del marito opera attribuita a Francesco Furini, 1630 circa

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Per questo monumento funebre la regina non bada a spese e si affida ad architetti e artisti greci, tra i più conosciuti dell’epoca. Il monumento sacro, che deve onorare l’intera dinastia di Mausolo, sorge su un terrazzamento collegato alla sottostante agorà con una scalinata ornata da leoni di pietra.

Disegno del Mausoleo in un’immagine del 1915 circa

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Il Mausoleo ha dimensioni imponenti, riportate da Plinio il Vecchio:

“… i lati sud e nord hanno una lunghezza di 63 piedi (ca. 18,67 metri); sulle fronti è più corto. Il perimetro completo è di 440 piedi (ca. 130,41 metri); in altezza arriva a 25 cubiti (ca. 11,10 metri) ed è circondato da 36 colonne; il perimetro del colonnato è chiamato pteron […]. Skopas scolpì il lato est, Bryaxis il lato nord, Timotheos (Timoteo) il lato sud e Leochares quello ovest ma, prima che completassero l’opera, la regina morì. Essi non lasciarono il lavoro comunque, finché non fu completato, decisero che sarebbe stato un monumento sia per la loro gloria sia per quella della loro arte ed anche oggi essi competono gli uni con gli altri. Vi lavorò anche un quinto artista. Sullo pteron si innalza una piramide alta quanto la parte bassa dell’edificio che ha 24 scalini e si assottiglia progressivamente fino alla punta: in cima c’è una quadriga di marmo scolpita da Piti. Se si comprende anche questo l’insieme raggiunge l’altezza di 140 piedi (ca. 41,50 metri)…”

Gli scavi moderni di Alicarnasso forniscono per il Mausoleo, del quale rimane molto poco, misure un po’ diverse: 32 x 36 metri, mentre confermano la presenza delle 36 colonne e del tetto di forma piramidale, composto da ventiquattro gradini che terminavano in un piedistallo sul quale torreggiava una quadriga di bronzo con le statue di Mausolo e Artemisia.

Modello in miniatura del Mausoleo

Immagine di Nevit Dilmen via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0

La regina, per onorare il marito, chiama ad Alicarnasso l’architetto e scultore Skopas, già famoso per aver progettato il Tempio di Artemide a Efeso, e altri tre artisti, uno per ogni lato del mausoleo, che insieme a centinaia di artigiani contribuiscono alla costruzione del monumento funerario più famoso al mondo. Alla fine, circa un centinaio di statue colorate ornavano il mausoleo, poste fra le colonne e sui gradini del tetto. E poi c’erano fregi in marmo che raccontavano di battaglie di centauri e di Amazzoni contro guerrieri greci.

Ricostruzione del Mausoleo di Alicarnasso

Immagine di Sailko via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0

Quello straordinario monumento funebre impressiona chiunque lo veda, come il greco Pausania, che nel II secolo d.C. scrive: “L’unica [tomba] di Alicarnasso fu fatta per Mausolo, re della città, ed è di dimensioni così vaste, e così notevole per tutto il suo ornamento, che i romani nella loro grande ammirazione di esso chiamano tombe notevoli nel loro paese “Mausolea“.

Reperti del Mausoleo di Alicarnasso – British Museum

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La regina Artemisia non arriva a veder finito il Mausoleo, perché muore due anni dopo Mausolo, nel 350 a.C. Le ceneri della donna sono poste all’interno della monumentale tomba, insieme a quelle del marito, e poi gli artigiani stessi, come scrive Plinio, decidono di portare a termine la loro opera.

Il Mausoleo di Alicarnasso secondo Ferdinand Knab – 1886

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Il Mausoleo di Alicarnasso è una delle sette meraviglie del mondo antico sopravvissute più a lungo, almeno fino al XII secolo, quando viene distrutto da un violentissimo terremoto. I suoi resti sono usati dai Cavalieri di Rodi, nel XV secolo, per costruire la fortezza di Bodrum (il nome odierno di Alicarnasso), dove ancora oggi si possono distinguere i marmi che un tempo onoravano il mausoleo. Poi i Cavalieri di Rodi, oggi conosciuti come Cavalieri di Malta, devono lasciare il campo agli ottomani, e oggi Bodrum non è altro che una pigra cittadina di pescatori, con poche vestigia a ricordare la grandezza di un tempo.


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