Il Macabro splendore dei Santi delle Catacombe: partiti da Roma e destinati alle Chiese d’Europa

Nel suo libro Heavenly Bodies: Cult Treasures & Spectacular Saints from the Catacombs il fotografo e storico dell’arte californiano Paul Koudounaris ha raccolto le immagini di numerosi scheletri rinvenuti molti secoli fa nelle catacombe di Roma: nel 1578, in un tratto della Via Salaria, fu scoperta una rete di tombe sotterranee, dove erano sepolti i resti di migliaia di persone, la cui identità è ovviamente sconosciuta, ma che vennero considerati come i primi santi martiri cristiani, i “santi delle catacombe”.

Molti scheletri di questi presunti santi furono destinati a proseguire il loro eterno riposo in lontane chiese cattoliche sparse per l’Europa, rimaste prive delle loro reliquie, distrutte in conseguenza della riforma luterana, che rifiutava qualsiasi invocazione ai Santi e alla Madonna.

In ogni chiesa gli scheletri furono composti e vestiti con ricchi abiti, adornati con preziosi gioielli, corone e parrucche, a dimostrazione del “tesoro” celeste che attendeva nell’aldilà i veri cristiani.

Durante l’illuminismo, ancora una volta, molti di questi resti riccamente adornati furono distrutti o rimossi, e Koudounaris ha viaggiato attraverso l’Europa per fotografare gli ultimi “santi delle catacombe”, molti dei quali non sono esposti al pubblico, e alcuni addirittura si trovano in chiese ormai abbandonate e in rovina.

La ricerca di Paul Koudounaris è nata proprio dalla scoperta di una di queste reliquie in una chiesa abbandonata dell’ex Germania Est. Dopo essersi imbattuto in altri due scheletri riccamente adornati, sempre in chiese tedesche, il fotografo ha capito di trovarsi di fronte a “qualcosa di molto più ampio e spettacolare”.

Koudounaris, andando a ritroso nel tempo, ha ripercorso la strada fatta dalle reliquie: dopo il ritrovamento di migliaia di scheletri nelle catacombe della Via Salaria, ogni chiesa cattolica d’Europa, e in particolare della Germania, volle averne almeno uno. Le reliquie furono acquistate anche per dare lustro alle piccole cappelle private dei palazzi nobiliari, che così potevano vantare un personale santo protettore.

Il Vaticano inviò migliaia di reperti, di cui 2.000 erano scheletri completi: un commercio che risultò fruttuoso per gli intermediari fra Roma e le chiese europee, ma che avrebbe sicuramente fatto inorridire Martin Lutero.


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