Se c’è qualcosa che sempre più spesso manca negli appartamenti delle grandi città è lo spazio. Ogni centimetro quadrato è prezioso, visto il costo proibitivo degli immobili in metropoli come Roma e Milano, per non parlare di New York, Londra o Parigi…
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Donna legge all’interno di un “box-bed” – Jacob Vrel, 1660 circa
Immagine di pubblico dominio
Le difficoltà nell’arredare in modo razionale e al tempo stesso esteticamente gradevole un monolocale, sono ben note a tutti coloro che si sono cimentati nell’impresa. Anche se può sembrare bizzarro, un aiuto creativo può arrivare dal lontano medioevo, quando non era così raro che famiglie numerose vivessero in case di una o due stanze.
Cosa poteva esserci di meglio di un box-bed, o lit-clos per i francesi, un “letto chiuso”, per avere un minimo di privacy, oltre che un poco di tepore casalingo?
“Letto chiuso” francese del 18° secolo
Fonte immagine: Wolfgang Sauber via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Il letto chiuso era un pezzo di arredamento diffuso nell’Europa nordoccidentale, in particolare in Bretagna, in alcune regioni della Gran Bretagna e dei Paesi Bassi.
Interno tradizionale di una casa bretone, con il lit-clos
Fonte immagine: Moreau.henri via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Certo, a guardarli oggi, quei vecchi “letti chiusi” potrebbero indurre un certo senso di claustrofobia anche a chi non ne soffre, ma inseriti nel contesto storico nel quale vennero utilizzati si capisce bene quanti vantaggi offrissero.
Lit-Clos francese con culla vicina – 1650
Fonte immagine: MOREAU Henri via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Il più evidente è sicuramente il risparmio di spazio: in un certo senso, il letto chiuso faceva le funzioni di una camera da letto, occupando però poco posto, e garantendo un minimo d’intimità a chi dormiva.
Letto Chiuso dei Paesi Bassi
Fonte immagine: Quistnix via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.5
Da non sottovalutare anche il fattore “calore umano”: dormire all’interno di una struttura chiusa offriva certamente il vantaggio di riscaldarsi con maggiore facilità, in un’epoca nella quale le case erano fredde e umide.
Armadio e Lit-Clos in Bretagna
Fonte immagine: Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Ma non solo: secondo alcuni, il letto chiuso era un modo per difendere i bambini da eventuali attacchi dei lupi, nelle case di campagna isolate.
Lit-Clos esposto in un museo della Bretagna (Cap Sizun)
Fonte immagine: Moreau.henri via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Il letto chiuso era rialzato da terra (sempre per combattere freddo e umidità) e solitamente aveva una panca posta ai piedi, che consentiva l’accesso alla piccola alcova. Accesso che poteva essere chiuso sia da porticine in legno, sia da tende di stoffa.
Interno Olandese di Pieter de Hooch – 1658 circa
Immagine di pubblico dominio
La moda del letto chiuso non è stata breve, anzi: durò dal tardo medioevo fino a tutto il 19° secolo. In Bretagna, nelle case rurali, veniva comunemente usato anche nel 20° secolo, e spesso era un pezzo d’arredamento pregiato, in legno massiccio scolpito e decorato, talvolta anche a “due piani”.
Fonte immagine: Pinterest
Poi, con l’avvento del riscaldamento, la funzione del letto chiuso perse la sua principale funzione, e gradualmente scomparve dalle case del Nord Europa.
Un moderno interno svedese
Fonte immagine: Entrance
Ma potrebbe ricomparire, in forme e misure certamente molto diverse, per ovviare alla cronica mancanza di spazio degli appartamenti moderni. Tanto è vero che due famosi designer bretoni, Ronan e Erwan Bouroullec, hanno riproposto un Lit-Clos ispirato alla tradizione della loro terra, ma riveduto con i canoni estetici degli anni 2000.