In un giorno imprecisato del 1847, l’inventore tedesco Carl Baunscheidt era seduto nel proprio giardino, sofferente per il dolore provocato alle sue mani dalla gotta (o forse dall’artrite reumatoide). L’uomo tentava di difendersi dalle zanzare che cercavano di pungerlo, ma alla fine uno di quegli insetti molesti ebbe la meglio, e riuscì a beccarlo proprio su una mano dolente. Mentre si formava il classico e pruriginoso ponfo, Baunscheidt si accorse che sorprendentemente il dolore andava alleviandosi.
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Carl Baunscheidt
L’inventore scrisse in seguito, nel suo libro Baunscheidtism, o un nuovo metodo di cura, “come, in modo abbastanza semplice e naturale, la materia morbosa che può esserci dentro al corpo, può essere estratta dalle aree sofferenti e rimossa senza perdita di sangue”.
In altre parole, Baunscheidt era convinto che il becco, o “poro artificiale”, permettesse ai veleni del corpo di fuoriuscire, insieme al dolore.
L’invenzione di Carl Baunscheidt – La “sveglia della vita”
L’esperienza positiva del becco di zanzara ispirò la più conosciuta invenzione di Baunscheidt, il Lebenswecker o “sveglia della vita”, un elegante strumento in legno d’ebano, dotato di una molla che aziona trenta sottili aghi d’acciaio.
Dalla metà del 19° secolo sino all’incirca agli anni ’40 del ‘900, il “nuovo metodo di cura” veniva proposto per guarire le malattie più disparate: dall’insonnia all’epilessia, dalla febbre gialla all’emicrania. I pazienti dovevano forare la pelle, non più in profondità di due millimetri, con il dispositivo “omeopatico”, e quindi ungere le punture con l’Oleum Baunscheidt, che avrebbe provocato delle piccole pustole. Le vesciche, facendo uscire materia infetta, avrebbero causato la guarigione da molte malattie.
Baunscheidt, che non era un medico, aveva già inventato altri dispositivi sanitari (come la pompetta tira-latte per il seno materno e uno strumento per effettuare la vaccinazione antivaiolosa), ma la fama e la fortuna economica arrivarono con il Lebenswecker. Per favorire l’uso del suo strumento, l’inventore sviluppò una pratica medica chiamata Baunscheidtism, una sorta di sistema omeopatico che si rifaceva all’antica teoria greca dei quattro umori, secondo la quale il corpo è controllato da bile nera, bile gialla, flegma (il muco delle vie respiratorie) e umore rosso (il sangue): lo squilibrio tra questi quattro elementi era considerata la causa di molte malattie. La teoria umorale ha influenzato la medicina per molti secoli, ed è in qualche modo ancora seguita in alcune forme di medicina alternativa.
I pazienti, non soddisfatti di cure e farmaci tradizionali, potevano sperimentare il Lebenswecker, rimuovendo le “sostanze che producono malattie” attraverso i fori provocati dagli aghi, e optando quindi per un trattamento semplice e diretto. La “sveglia della vita” era venduta spesso insieme all’Oleum che, strofinato sulle ferite con “una piuma di pollo o una piccola penna”, le manteneva aperte per un tempo più lungo. Per dare un’efficacia maggiore al trattamento, gli aghi potevano essere immersi direttamente nell’olio prima dell’applicazione.
Baunscheidt affermava che qualsiasi disturbo potesse essere curato con la sua invenzione: per il mal di denti occorreva forare la nuca, o tra le spalle, o dietro l’orecchio. L’insonnia e la calvizie richiedevano punture lungo la colonna vertebrale, l’asma sul petto.
Disegno di Adone e Afrodite che illustra i punti dove era utile usare il Lebenswecker
E’ noto che il Lebenswecker, nel 1854, era ampiamente diffuso in Germania e negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Scozia, Cile e Italia. Ci sono poi testimonianze sui buoni risultati ottenuti dallo strumento: un paziente dall’Ohio scrive di averlo usato con “i risultati più felici” per i problemi di udito della figlia, per il mal di gola e il mal di testa.
L’enorme successo dello strumento e dell’olio fecero nascere molte imitazioni, ma la ricetta originale dell’Oleum Baunscheidt era mantenuta segreta. Secondo quanto scritto nel sito della “Paracelsus Clinica al Ronc”, la pronipote dell’inventore diede, nel 1974, la giusta composizione ad un’azienda farmaceutica (olio di crotontiglio, di senape e di pepe, tanaceto, pepe e olive).
Intorno alla metà del 20° secolo, la mania del Lebenswecker iniziò a diminuire, fino ad esaurirsi quasi completamente (rimane un’opportunità presso la clinica svizzera Paracelsus, che definisce la terapia “l’agopuntura dell’occidente”). La pratica è completamente screditata, e non esiste nessun legame evidente tra la formazione di pustole e la guarigione di qualunque tipo di malattia.
Le immagini del Lebenswecker sono di Archivi UCSF e Collezioni Speciali