Nel 1974 la decima edizione dei mondiali di calcio si gioca in Germania, più precisamente nella Germania Ovest (Repubblica Federale di Germania o RFG) visto che in seguito a i fatti storici seguenti il secondo conflitto mondiale la Germania è divisa da qualche anno in due stati: la Germania Ovest appunto, filo-statunitense, e la Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca o DDR) filo-sovietica.
A dividere le due realtà un immenso muro lungo 155 chilometri costeggiato da 20 bunker e 302 torri di osservazione, recinzioni, trincee e tra di esse un sistema insormontabile di ostacoli mobili, trappole e cecchini armati. E’ stato eretto solamente nel 1961, ma è già in tutto il mondo simbolo più concreto dell’ostilità e dell’instabilità diplomatica e sociale che regna all’epoca e divide la Germania in due mondi diametralmente opposti.
Lo statista che controllava la DDR si chiamava Erich Honecker e poche settimane prima della manifestazione convocò a colloquio il suo braccio destro Erich Mielke, secondo uomo più potente del paese nonché fondatore e primo ministro del dipartimento di difesa dello stato, manifestandogli tutto il suo disappunto nei confronti dei sorteggi degli incontri del Campionato mondiale di calcio, manifestando anche l’intenzione di non partecipare alla competizione come fece precedentemente l’Unione Sovietica, boicottando la partita di ritorno per gli spareggi contro il Cile il 21 Novembre 1973 in segno di dissenso verso l’egemonia locale di Augusto Pinochet, e di fatto rinunciando a qualificarsi al mondiale di calcio successivo.
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Honecker arrivò a minacciare l’esclusione della selezione tedesca orientale dall’evento in quanto temeva le conseguenze propagandistiche di una disfatta sportiva, infatti il destino tramite i sorteggi regalò qualcosa di inaspettato:
Germania Est e Germania Ovest sono nello stesso girone, e si dovranno affrontare in uno scontro fratricida il 22 Giugno
La conseguenza di quel colloquio tra i due leader politici fu che Mielke convinse il compagno di partito Honecker a ritrattare la sua decisione, permettendo alla DDR di partecipare alla competizione. Mielke è un grande appassionato di calcio ed è il ”vate” della Dinamo Berlino, la squadra del Ministero per la Sicurezza di Stato (che probabilmente non a caso vincerà dieci campionati DDR consecutivi) e avrà probabilmente ricordato ad Honecker che erano già stati in grado di battere i tedeschi occidentali alle Olimpiadi, a Monaco, nel 1972 per tre reti a due con la selezione Under 23.
Nel corso della sua breve esistenza la DDR ha conquistato 499 medaglie olimpiche, di cui 192 ori. In epoche successive verranno mossi dubbi sulla possibilità di un utilizzo da parte di molti atleti tedeschi orientali di sostanze illecite, tuttavia non si può negare che a fronte di questi risultati vi fosse un’eccellente organizzazione sportiva, avversari tenaci e ostici da battere.
Anche dall’altra parte del muro il clima è ”rigido”, soprattutto in Baviera, una regione germanica di forte matrice cattolica che in quel periodo divenne l’epicentro sociale della RFG. In Baviera hanno sede le più grandi aziende tedesche ed è l’area economicamente più produttiva della Germania.
Calcisticamente parlando la Germania occidentale è una corazzata, sicuramente tra le squadre favorite alla vittoria della manifestazione, vanta nella sua rosa campioni come Paul Breitner, il capitano Franz Beckenbauer detto ”Il Kaiser”, Sepp Maier e il bomber Gerd Muller autore di ben 68 gol con la casacca RFG. Sono guidati dal commissario tecnico Helmut Schon, una delle tante persone che dall’est scappò all’ovest quando il muro non era ancora stato edificato.
L’evento finalmente ebbe inizio il 22 Giugno 1974 al Volksparkstadion di Amburgo, davanti a 60.200 spettatori. Le due squadre fin dal calcio d’inizio giocano in maniera molto contratta, riducendo al minimo ogni margine di errore. Il clima è surreale, con decine di elicotteri che sorvolano l’evento. Chi si aspetta una partita spettacolare probabilmente rimarrà deluso.
Le due compagini sembrano accontentarsi di uno 0 a 0 che non fa male a nessuno, ma il destino al settantasettesimo minuto di gioco prende la forma di un’azione di contropiede: traversone lungo dalla destra con la palla che rimbalza sul volto di Jurgen Sparwasser, spiazza tre avversari e in diagonale gonfia la rete della porta avversaria.
Jurgen detto ”Spari” corre ed esulta con una capriola
Germania Ovest 0 – Germania Est 1, il risultato rimarrà invariato fino al fischio finale dell’arbitro uruguayano Ramon Barreto, con Beckenbauer che urlò ai compagni “non è successo niente” per tutti i minuti finali della partita a scopo motivazionale, ma evidentemente si sbagliava. Quel gol tramutò Spari da semplice mezzala del Magdeburgo a simbolo della propaganda socialista.
Leggenda narra che al gol di Sparwasser, in una casa di Cottbus, una studentessa ventenne appassionata di calcio e tifosa dell’Energie Cottbus esultò e festeggiò con i suoi genitori, ma poi si fermò e domandò: “Ora cosa succederà a Spari ?”.
Lei nutre una visione decisamente avanzata della società nel suo paese, infatti decenni dopo diverrà Cancelliere della Germania unita, e risponde al nome di Angela Merkel.
Cosa ne è stato quindi di Spari? Divenne un eroe nazionale. Il suo gol in patria diverrà simbolo di propaganda politica e di presunta superiorità della DDR nei confronti dei ”cugini” dell’ovest, nonostante proprio la Germania Ovest si aggiudicò alla fine il campionato mondiale di calcio del 1974.
Sparwasser, però, non ama i riflettori, e al termine della sua carriera con il Magdeburgo vorrebbe realizzare il suo sogno di diventare professore di fisiologia. Il regime è ostile verso questa sua realizzazione in quanto per lui ha un futuro già scritto: deve diventare allenatore del Magdeburgo, squadra dove ha speso tutta la sua carriera e alzato numerosi trofei.
Il suo compito sarebbe stato continuare ad offrire lustro ad un regime che sopprimeva l’individualità
La realizzazione, per Spari, allora arrivò con la fuga insieme alla sua famiglia dall’altra parte del muro poco tempo prima del suo abbattimento, quando nel 1988 si trovava in RFG per un torneo di vecchie glorie calcistiche, decidendo di non far più ritorno all’est.
Colui che fu emblema della gloria della DDR divenne anche emblema della paura che i cittadini provavano verso un regime reazionario e oppressivo da cui desideravano fuggire
E la Germania Ovest? I giocatori furono emotivamente provati da quella sconfitta, ma la sera stessa il Kaiser Beckenbauer riportò frasi di circostanza ai giornalisti, portò i compagni a ubriacarsi e divertirsi tutta la notte e ricucì l’ambiente. Pochi giorni dopo proprio la Germania Ovest alzò la seconda coppa del Mondo della sua storia in finale contro l’Olanda del calcio totale e del fuoriclasse Cruijff.
Quel pallone calciato da est che gonfiò la rete a ovest fece tremare il muro 15 anni prima del suo abbattimento, anticipando in qualche modo gli avvenimenti del 9 Novembre 1989.
Sotto, il Gol di Sparwasser contro la Germania Ovest: