Nella città di Jaisalmer, in Rajasthan (India), nel cuore del deserto del Thar, pulsa ancora di vita il Forte di Jaisalmer, una delle più grandi città fortificate del mondo completamente conservata, grazie alle circa 3.000 persone che risiedono all’interno delle sue mura. Il complesso è anche conosciuto come Sonar Quila o Forte dorato, per le sue scintillanti mura di arenaria color oro, e gli edifici che si camuffano nel giallo del deserto.
Il Forte di Jaisalmer appare come un miraggio nel deserto sconfinato e, a sorpresa, ospita tra le sue mura di arenaria una fiorente città, a cui si accede da quattro diversi ingressi, uno dei quali sorvegliato da un cannone.
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Il forte fu costruito nel 1156 dal re Rawal Jaisal, che voleva fondare una nuova capitale, perché quella precedente, Lodurva, era troppo vulnerabile.
Nel medioevo, il Forte di Jaisalmer fu un importante centro di scambi commerciali tra l’India e il mondo arabo, una comoda stazione di sosta per le carovane e i viaggiatori che percorrevano la Via della Seta.
Durante il dominio britannico, l’incremento del commercio marittimo e lo sviluppo del porto di Bombay portarono al graduale declino economico della città fortificata, che perse il suo antico splendore. Nel corso dei secoli il Forte di Jaisalmer dovette affrontare molte battaglie e contrastare diverse invasioni.
Nel 13° secolo, Ala-ud-Din Khilji si impadronì del forte, che per nove anni rimase in suo possesso. Nel 1541, l’imperatore Humayun, della dinastia Moghul, aggredì la città, che rimase sotto il controllo della famiglia fino al 1762, quando Maharawal Mulraj ne prese il possesso.
Alla fine della dominazione britannica, l’antica via commerciale fu definitivamente abbandonata, e la città è diventata un’importante meta turistica, grazie alle sue meraviglie architettoniche, come il Palazzo Reale, il Tempio Laxminath, e i templi giainisti.
All’interno del forte ci sono molte affascinanti haveli (grandi case di ricchi mercanti), dai molti piani e dalle innumerevoli stanze, con preziose decorazioni che abbelliscono finestre, archi, porte e balconi.
Alcune di queste vecchie abitazioni sono oggi musei, ma la maggior parte è ancora abitata dai discendenti delle famiglie che le costruirono.
Purtroppo però, l’aumento dei residenti e delle attività commerciali legate al turismo, mettono a rischio il Forte, che dal 2013 è sottoposto a tutela come patrimonio dell’umanità UNESCO. Nonostante i numerosi interventi, troppo spesso scoordinati fra loro, il forte è in lento decadimento, nonostante sia ancor oggi la meta di oltre 600.000 visitatori annui.