Il XVI secolo è tutto un fermento di viaggi e attività commerciali: navi mercantili e di intraprendenti esploratori (che non hanno solo sete di conoscenza ma anche di ricchezze) solcano mari ed oceani. Tornano nella vecchia Europa con vascelli carichi di spezie, piante sconosciute e animali esotici. Uno dei protagonisti di quei fortunosi e spesso pericolosissimi viaggi è il portoghese Vasco da Gama, il primo europeo a raggiungere l’India doppiando le infide acque del Capo di Buona Speranza e aprendo di fatto la Rotta delle Spezie.
Lo scambio di doni tra i sovrani portoghesi e i sultani indiani diventa prassi comune per risolvere screzi e sancire trattati.
Come avviene nel 1514, quando il governatore delle Indie Portoghesi, Alfonso de Albuquerque, deve incassare un rifiuto da Muzaffar Shah II, sultano di Cambay (l’attuale stato del Gujarat), che nega ai colonizzatori il permesso di costruire un forte sull’isola di Diu.
In compenso riceve alcuni omaggi, tra i quali c’è un rinoceronte: un regalo prezioso e adatto al rango del governatore, che decide di farne dono al suo sovrano, Manuel I.
A Lisbona, nel serraglio reale, il rinoceronte avrebbe fatto mostra di sé per tutti gli stupiti visitatori. Perché l’esotico pachiderma è un animale sconosciuto in tutta Europa, considerato addirittura una creatura fantastica alla stregua dell’unicorno.
Rinoceronte indiano
Immagine di Colint via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0
Ne avevano parlato i Romani (che invece lo conoscevano bene), in particolare il naturalista Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis Historia scrive:
“Durante gli stessi giochi fu mostrato anche un rinoceronte con un solo corno sul naso, come si vede spesso. Questa bestia, che è il secondo nemico naturale dell’elefante, affilato il suo corno su un sasso si prepara al combattimento e nella lotta mira soprattutto a colpire il ventre dell’avversario, perché sa che è piuttosto molle. Ha la stessa lunghezza dell’elefante, le zampe molto più corte, il colore del bosso”
Durante il medioevo, senza nessun esemplare a disposizione, se ne perde la memoria e il rinoceronte si trasforma in un animale leggendario
Il 20 maggio del 1515, dopo 120 giorni di navigazione, arriva a Lisbona il rinoceronte, chiamato Ulisse dai marinai del veliero Nossa Senhora da Ajuda.
E’ un trionfo: l’animale attraversa il centro della capitale sotto gli occhi del popolo curioso, e arriva al palazzo reale. Manuel I è entusiasta, invita illustri ospiti per mostrare loro quella meraviglia, e addirittura organizza uno spettacolo che vede protagonisti il rinoceronte e un elefante, che devono combattere per avvalorare o smentire il racconto di Plinio. Ha la meglio il rinoceronte, che carica l’elefante e lo mette in fuga.
Nel frattempo la notizia dell’arrivo del favoloso animale si sparge per tutta Europa, destando grande curiosità. Valentim Fernandes, un tipografo tedesco residente a Lisbona, vede il rinoceronte di persona, disegna alcuni schizzi (perduti) e li spedisce a un amico di Norimberga, insieme a una lettera dove descrive l’animale.
Il rinoceronte di Albrecht Dürer – Xilografia – British Museum, Londra
Immagine di pubblico dominio
Nella città tedesca vive e lavora Albrecht Dürer, pittore e incisore che viene considerato il massimo esponente del Rinascimento tedesco. Dürer non ha modo di vedere l’esotico animale, ma affascinato dalle descrizioni ne traccia un paio di schizzi, dai quali poi realizza una xilografia.
I disegni di Dürer hanno poco a che fare con il reale aspetto di un rinoceronte indiano: la pelle dell’animale ricorda un’armatura, mentre il collo presenta una sorta di gorgiera. Sulla schiena spunta un corno a spirale e le zampe presentano squame da rettile. Insomma quasi una creatura di fantasia, disegnata prendendo spunto dalle descrizioni arrivate da Lisbona e completata con il suo immaginifico estro artistico.
L’incisione di Dürer ha grande successo, vengono tirate migliaia di copie, che poi influenzeranno molti altri illustratori, almeno fino al 18° secolo, quando qualche altro rinoceronte inizia ad arrivare in Europa.
Il disegno di Albrecht Dürer con in basso una didascalia
Immagine di pubblico dominio
Comunque anche in seguito, quando ormai l’aspetto del pachiderma indiano è ben noto, si ispirano all’incisione di Dürer diversi grandi artisti, tra i quali Salvador Dalì, che nel 1955 realizza la scultura “Rinoceronte vestito di Pizzo”.
Il “Rinoceronte vestito di Pizzo” di Salvador Dalì
Immagine di Manuel González Olaechea y Franco via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Il rinoceronte Ulisse invece non fece una bella fine. Il re Manuel I decise di regalarlo al papa Leone X, e il pachiderma intraprese il suo secondo viaggio per mare. Al largo di Porto Venere, nel golfo ligure, la nave affondò e il povero Ulisse, incatenato, annegò miseramente. Dopo qualche giorno il suo corpo fu recuperato sulle coste francesi e impagliato. Il pontefice quindi si dovette accontentare di un esemplare imbalsamato anziché del meraviglioso animale esotico che tanto aveva entusiasmato i portoghesi.